Nei giorni in cui torna sul podio dell’Opera di Roma per Tosca di Puccini, dal 9 al 13 maggio, James Conlon è protagonista anche di un concerto sinfonico con l’Orchestra dell’Opera di Roma, sabato 10 maggio alle ore 20. Direttore musicale della Los Angeles Opera dal 2006, Conlon ha precedentemente guidato prestigiose istituzioni internazionali, tra cui l’Opéra di Parigi e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, di cui è stato direttore principale, e insieme la Gürzenich-Orchester e l’Oper Köln come direttore musicale generale della Città di Colonia. Nel concerto del 10 maggio interpreta, con l’Orchestra della Fondazione capitolina, la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven e la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič.
La celebre Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven è stata scritta tra il 1804 e il 1808. Nella sua aperta professione di eroismo, che raggiunge l’apice nella possente cellula ritmica iniziale, definita dallo stesso compositore «il destino che bussa alla porta», il brano lascia intravedere le vette in cui l’autore si avventurerà negli anni successivi.
La Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič è stata scritta nel 1937 all’indomani degli attacchi della censura di regime contro le tendenze formalistiche dell’opera Una Lady Macbeth del Distretto di Mcensk. Con il proposito di attenuare la sua immagine di artista pericolosamente al di fuori degli schemi del realismo socialista, Šostakovič ritirò la Quarta Sinfonia che aveva scritto nel frattempo e presentò la Quinta in occasione del ventesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Grazie a un linguaggio solo in apparenza semplificato e ottimistico, il brano gli procurò un immediato riscatto senza intaccare la sua personalità autoriale.
Dopo aver festeggiato alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella i 125 anni dalla sua prima rappresentazione assoluta lo scorso 14 gennaio e dopo una ripresa in marzo con una straordinaria protagonista come Anna Netrebko, Tosca, il più romano dei capolavori di Giacomo Puccini, torna all’Opera di Roma per l’ultima ripresa della stagione 2024/25, dal 9 al 13 maggio 2025. Sul podio torna l’americano James Conlon. Direttore musicale della Los Angeles Opera dal 2006, ha precedentemente guidato prestigiose istituzioni internazionali, tra cui l’Opéra di Parigi e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, di cui è stato direttore principale, e insieme la Gürzenich-Orchester e l’Oper Köln come direttore musicale generale della Città di Colonia. Conlon, nel corso delle repliche di Tosca, dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma anche in un concerto sinfonico, sabato 10 maggio alle ore 20. In programma la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven.
Nelle tre repliche di Tosca dirette da James Conlon, venerdì 9 maggio (ore 20), domenica 11 (ore 16.30) e martedì 13 (ore 20), è impegnato un unico cast che vede Anna Pirozzi nel ruolo di Tosca, Luciano Ganci in quello di Cavaradossi, Ariunbaatar Ganbaatar, al debutto all’Opera di Roma, come Scarpia. Accanto a loro ci sono Luciano Leoni (Cesare Angelotti), Domenico Colaianni (Sagrestano) e Matteo Mezzaro (Spoletta), anche lui al suo primo impegno al Costanzi.
Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. Con la partecipazione della Scuola di Canto Corale.
Lo spettacolo è proposto nella versione scenica della prima rappresentazione assoluta, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 a partire dagli originali bozzetti e, da allora, in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi, ripresa in questa occasione da Arianna Salzano. Le scene e i costumi di Tosca, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti.
Nell’anno in cui il Teatro capitolino celebra i 125 anni della nascita di Tosca, gli spettatori dell’opera e del concerto, possono visitare la mostra ‘Tosca 125. Oltre la scena’, nella sala-museo al terzo piano del Costanzi. Il coinvolgente percorso espositivo in sette tappe, che svela le origini di Tosca nell’omonimo dramma di Victorien Sardou ammirato da Puccini; racconta aspetti poco noti del lavoro del compositore, del suo editore e dei suoi librettisti; illustra come vennero concepite scene, costumi e attrezzeria dell’originario allestimento di Adolf Hohenstein; e narra attraverso contributi audiovisivi in che modo il Teatro dell’Opera di Roma abbia ridato vita, nei propri laboratori e sul proprio palcoscenico, alla prima Tosca.
Tosca 125 è curata da Giuliano Danieli, Maria Pia Ferraris, Pierluigi Ledda e Alessandra Malusardi, ed è frutto della collaborazione istituzionale tra Teatro dell’Opera di Roma e Archivio Storico Ricordi, con l’apporto di LeviDigiLab – Fondazione Ugo e Olga Levi per i contenuti audiovisivi. Oltre che prima e durante gli intervalli degli spettacoli, la mostra è fruibile gratuitamente anche nel corso delle visite guidate.
È un omaggio ad Alessandro Scarlatti nei trecento anni dalla scomparsa il concerto che il Teatro dell’Opera di Roma organizza con il Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo, lunedì 28 aprile alle 20. Dopo la prima tappa del 19 aprile scorso al Teatro Massimo di Palermo, la Fondazione capitolina ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di Primavera, brano riportato all’attenzione del pubblico in tempi recenti, nonostante non si tratti di un’opera periferica di un compositore di secondo piano, ma di un grande capolavoro di un gigante del periodo barocco all’apice della sua carriera. La serenata, mai eseguita prima d’ora all’Opera di Roma, segna il debutto di Schifani al Costanzi e vede impegnati cinque solisti: le soprano Jiayu Jin (Primavera) e Martina Licari (Estate), il contralto Chiara Brunello (Autunno), il tenore Luca Cervoni (Inverno) e il basso Antonino Arcilesi (Giove). Dopo Palermo e Roma La Gloria di Primavera sarà eseguita il 29 aprile a Napoli al Conservatorio San Pietro a Majella.
Commissionata ad Alessandro Scarlatti (Palermo, 2 maggio 1660 – Napoli, 24 ottobre 1725) dal principe napoletano Gaetano d’Aragona e dalla moglie Aurora Sanseverino, La gloria di Primavera è stata eseguita il 19 maggio 1716. L’occasione era la sfarzosa festa per la nascita dell’arciduca Leopoldo (13 aprile 1716), erede del sovrano, il Sacro Romano Imperatore Carlo VI. Compositore di corte, Scarlatti era anche tra i più importanti in Europa per l’opera seria italiana. Questa grande ed elaborata serenata, sontuosa così come la prima rappresentazione con scenografie e costumi di Cristoforo Schor, è una testimonianza del suo grande talento. Vide la luce in appena un mese e non ebbe revisioni successive. Il primo pubblico de La gloria fu talmente rapito dall’esecuzione che, dopo la prima, l’opera dovette essere eseguita altre due volte. Parallelamente al suo dedicatario, che morì pochi mesi dopo, anche La gloria di Primavera è svanita nell’oblio fino a tempi recentissimi. Una delle prime esecuzioni che ha riportato il brano all’attenzione del pubblico è avvenuta nel 2015 alla First Congregational Church di Berkley, con la Philharmonia Baroque Orchestra di San Francisco diretta da Nicholas McGegan.
Nella scrittura musicale troviamo allusioni alla natura, al Danubio, all’aquila e al vento, e immagini pastorali; in questo “paesaggio musicale” naturale dell’Austria imperiale le quattro stagioni, personificate, si sfidano per stabilire la supremazia della più importante per il principe appena nato. Per risolvere la contesa invocano Giove come giudice. Il dio ascolta le loro rivendicazioni e decreta che la Primavera è la vincitrice. Non mancano i richiami agli orrori della guerra (quella di successione spagnola appena conclusa), dopo la quale arriva la pace portata dal trattato di Utrecht (1713) e dalla nascita dell’erede al trono.
Ignazio Maria Schifani, direttore, clavicembalista e organista nato a Palermo, è tra gli interpreti più apprezzati del repertorio antico. L’intensa attività concertistica lo ha portato nelle più importanti istituzioni e festival in tutto il mondo, in Europa, Stati Uniti e Sud America.
L’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori Italiani è stata fondata a Palermo nel 2016. Affronta repertori che spaziano dalla musica profana a quella sacra del barocco europeo, di grandi autori ma anche di compositori meno noti. Regolarmente invitata a festival e stagioni musicali, l’Orchestra è stata guidata da direttori quali Enrico Onofri, Rinaldo Alessandrini, Enrico Gatti, Alessandro Quarta e Toni Florio.
La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue il 10 maggio, con James Conlon che dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven, e si conclude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.
On Saturday 26 April, the day of the funeral, the Costanzi Theatre will be closed to the public
The performance of the diptych Suor Angelica / Il Prigioniero programmed for Saturday 26 April at 6 p.m., the day of Pope Francis’ funeral, has been cancelled. The performance is rescheduled for Wednesday 30 April at 7 p.m. During the period of national mourning, the Capitoline Foundation will display flags at half-mast on the front of the theatre building. The first performance of the diptych Suor Angelica / Il Prigioniero scheduled for this evening, Wednesday 23 April, and that of tomorrow, Thursday 24 April, will be preceded by a minute’s silence in memory of the Holy Father.
Admission tickets for the performance on Saturday 26th April will still be valid for the new date of Wednesday 30th April at 7 p.m., with the same allocation of seats in the auditorium. Those who are unable to attend the performance on the new date of 30 April are invited to contact the Teatro dell’Opera box office no later than 26 April at 6 p.m., on +39 06 48160255 or by e-mail at ufficio.biglietteria@operaroma.it.
Please note that the offices will be open on 23 and 24 April from 10 a.m. to 6 p.m., but will be closed on 25 April.
Gli autori Marco Morricone e Valerio Cappelli presentano il loro ultimo libro con Michele Mariotti e Sergio Rubini
Lunedì 28 aprile alle ore 17.00
Racconta soprattutto l’uomo il volume di Marco Morricone e Valerio Cappelli, Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre, edito da Sperling & Kupfler, che i due autori presentano lunedì 28 aprile, alle ore 17.00, in Sala Grigia al Teatro Costanzi. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
Durante la serata, moderata da Monica Morricone, i protagonisti dialogheranno con due ospiti d’eccezione: Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, e Sergio Rubini, attore e regista.
Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre è un ritratto profondo e autentico del celebre compositore. Scritto dal primogenito Marco Morricone e dal giornalista Valerio Cappelli, il libro ripercorre la vita del Maestro attraverso ricordi intimi e riflessioni, offrendo uno spaccato unico di una delle figure più influenti della musica mondiale. Arricchito dalla prefazione di Aldo Cazzullo, il libro contiene anche un QR code per l’ascolto di un brano inedito di Ennio Morricone, composto per la commedia Ci sono giorni che non accadono mai.
«Era un uomo austero, intransigente, rigoroso, però tante volte l’ho visto commuoversi, piangere, mettere a nudo le sue fragilità nel momento in cui le stava vivendo. Ha avuto una vita meravigliosa, e nello stesso tempo sofferta, piena di dolori trattenuti e inespressi. E sempre pensando in musica». È a partire da questo nucleo profondo di mistero che Marco Morricone prova ad annodare i fili dei suoi ricordi con quelli di Valerio Cappelli, amico di una vita del compositore, per restituirci un ritratto inedito, sorprendente e autentico, di uno dei più grandi geni musicali che il nostro Paese abbia mai avuto. Gli studi interrotti dopo la terza media, le serate passate a suonare per i soldati americani, l’ossessione per la musica, l’intenso rapporto con il maestro Petrassi, la spiritualità, gli incontri con Sergio Leone, Joan Baez, Clint Eastwood, il successo, gli Oscar, le dolcezze e le durezze di padre (la proibizione per i figli di ascoltare musica in casa), la passione per la Roma, la golosità per i cioccolatini che la moglie Maria gli nascondeva, l’ostracismo subito dal mondo accademico. Un viaggio lungo una vita, tra resoconti di prima mano e retroscena svelati. Un Ennio Morricone come mai è stato raccontato prima.
Marco Morricone, imprenditore, è il primo dei quattro figli di Ennio Morricone. È nato a Roma nel 1957 e, dopo aver completato gli studi classici, si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma. È sposato con Monica dal 1986 ed è padre di due figlie, Francesca e Valentina. Ha lavorato per trent’anni alla Società Italiana Autori ed Editori e, a partire dagli anni Novanta, ha seguito l’attività concertistica di suo padre Ennio, accompagnandolo in tutto il mondo. Dal 2017 si occupa di iniziative legate al terzo settore ed è il Presidente di Armonica, una Onlus da lui fondata assieme alla moglie e alle figlie.
Valerio Cappelli, nato a Roma nel 1958, è laureato in Storia dell’Illuminismo. Ha cominciato a lavorare alla redazione Spettacoli del “Corriere della Sera” a vent’anni, nel 1978. Scrive dei principali avvenimenti italiani e internazionali di cinema e di musica classica. Ha condotto programmi su Radio 2 e lavorato a Mixer su Rai 2. È autore di sei commedie (per cui ha collaborato con attori e registi come Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Massimo Popolizio, Pier Luigi Pizzi), di un libro-intervista con Renzo Piano sulla nascita dell’Auditorium Parco della Musica «Ennio Morricone» e del romanzo Ci sono amori che non accadono mai.
Il Teatro dell’Opera di Roma si unisce al lutto nazionale per il Sommo Pontefice
Annullata la recita del dittico Suor Angelica / Il Prigioniero prevista sabato 26 aprile alle ore 18, giorno delle esequie di Papa Francesco. Lo spettacolo è riprogrammato mercoledì 30 aprile alle ore 19. Durante i giorni di lutto nazionale, la Fondazione capitolina esporrà a mezz’asta le bandiere sulla facciata dell’edificio del Teatro. La prima rappresentazione del dittico Suor Angelica / Il Prigioniero prevista questa sera, mercoledì 23 aprile, e quella di domani, giovedì 24 aprile, saranno precedute da un minuto di silenzio in ricordo del Santo Padre.
I titoli di ingresso per lo spettacolo di sabato 26 aprile resteranno validi per la nuova data di mercoledì 30 aprile alle ore 19, con le medesime modalità di assegnazione dei posti in sala. Coloro i quali fossero impossibilitati a partecipare allo spettacolo nella nuova data del 30 aprile, sono invitati a contattare la biglietteria del Teatro dell’Opera entro e non oltre il 26 aprile alle ore 18, al numero 06 48160255 o via mail all’indirizzo ufficio.biglietteria@operaroma.it.
Si ricorda che gli uffici saranno aperti il 23 e 24 aprile dalle 10 alle 18, ma rimarranno chiusi nella giornata del 25 aprile.
È INDETTA UNA SELEZIONE STRAORDINARIA PER L’AMMISSIONE AL CORSO PREPARATORIO PROFESSIONALE ISTITUITO ALLA SCUOLA DI DANZA PER L’ANNO SCOLASTICO 2025/2026 E RIVOLTO AD ALLIEVI DI ETÀ COMPRESA TRA I 17 E I 23 ANNI. LA PROVA DI SELEZIONE, CONSISTENTE IN UNA LEZIONE DI DANZA CLASSICA, È PROGRAMMATA PER
LUNEDÌ 9 GIUGNO 2025 – ORE 12,30
O, IN ALTERNATIVA, PER
DOMENICA 6 LUGLIO 2025 – ORE 12,30
PRESSO LA SCUOLA DI DANZA DELLA FONDAZIONE TEATRO DELL’OPERA VIA OZIERI, 8 – ROMA
PER PRENOTARE LA PARTECIPAZIONE A UNA DELLE DUE GIORNATE DI SELEZIONE, GLI INTERESSATI DOVRANNO TRASMETTERE UNA MAIL DI RICHIESTA ALL’INDIRIZZO SCUOLA.BALLO@OPERAROMA.IT INDICANDO I PROPRI DATI ANAGRAFICI, LA DATA SCELTA E UN RECAPITO TELEFONICO.
I CANDIDATI DOVRANNO PRESENTARSI ALLA SELEZIONE 30 MINUTI PRIMA DELL’INIZIO DELLA PROVA MUNITI, SE MAGGIORENNI, DI VALIDO DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO; I MINORI D’ETÀ NON ACCOMPAGNATI DA UN FAMILIARE MAGGIORENNE POTRANNO ACCEDERE ALLA PROVA PREVIA CONSEGNA DI UNA SPECIFICA AUTORIZZAZIONE ALLA PARTECIPAZIONE REDATTA E SOTTOSCRITTA DAI PROPRI GENITORI.
Per maggiori informazioni chiamare il numero della Scuola di Danza 06-70301405
I giovani allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma danzeranno all’interno delle sale della mostra “Il Tempo del Futurismo” in uno spettacolo inclusivo che coinvolgerà il pubblico interpretando dal vivo il dinamismo del movimento artistico protagonista della rassegna: Passi nel Futuro, sabato 12 aprile (Ore 12.00 | 14.00 | 15.30) alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
La GNAMC, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, diretta da Renata Cristina Mazzantini, ospita sabato 12 aprile uno spettacolo di danza all’interno delle sale del museo. A esibirsi in tre performances alle ore 12.00, 14.00 e 15.30, i giovani allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, diretti da Eleonora Abbagnato. I ragazzi e le ragazze, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, danzeranno davanti a una selezione di opere all’interno della mostra “Il Tempo del Futurismo”, tra cui la Caduta degli Angeli di Gaetano Previati, Bambina che corre sul balcone di Giacomo Balla, Danseuse (ballerina in blue) di Gino Severini, di recente entrata a far parte della mostra e proveniente da collezione privata. Il progetto, dedicato in particolare alle famiglie e ai bambini, valorizza il movimento e il linguaggio della danza per interpretare dal vivo il dinamismo che caratterizza il Futurismo e per descrivere e raccontare anche ai più piccoli alcuni dei capolavori esposti in mostra. I giovani allievi del Teatro dell’Opera, interpreteranno le opere danzando una coreografia di Giovanni Castelli e, nell’ottica della massima inclusione, inviteranno i visitatori a riprodurre azioni e movimenti attraverso la forza del gesto e dell’osservazione partecipata. Le performance, della durata di 45 minuti ciascuna, sono incluse nel biglietto di ingresso al museo. La partecipazione del pubblico sarà soggetta alla capienza dei posti disponibili nelle sale. La mostra “Il Tempo del Futurismo”, presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, è promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini. La mostra celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944, esponendo circa 350 opere d’arte oltre a centocinquanta oggetti, tra cui arredi, film, libri e manifesti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca, con un’attenzione particolare alla matrice letteraria del movimento marinettiano. Per far immergere il visitatore nell’atmosfera futurista, l’esposizione è arricchita da due installazioni site specific di Magister Art e di Lorenzo Marini ed è vivacizzata da eventi di approfondimento.
Consigliata la prenotazione a: gan-amc.prenotazioni@cultura.gov.it Performance inclusa nel prezzo del biglietto di ingresso, escluse le gratuità previste per legge. Per acquistare i biglietti visitare il seguente link: bit.ly/LAGNtickets
«Ciò che lega questi due capolavoriè la condizione di claustrofobica prigionia che attanaglia e annienta i protagonisti, cui si unisce la loro speranza delusa». Così Michele Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma, racconta la terza e ultima tappa del “Trittico ricomposto”, progetto da lui fortemente voluto e realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago. Dal 23 aprile al 2 maggio al Teatro Costanzi va in scena il dittico formato da Suor Angelica di Giacomo Puccini e da Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola, che segna il debutto nella Fondazione capitolina del regista spagnolo Calixto Bieito. Il nuovo allestimento vede le scene di Anna Kirsch, i costumi di Ingo Krügler e le luci di Michael Bauer. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma.
Dopo Il tabarro / Il castello del Principe Barbablù e Gianni Schicchi / L’heure espagnole, il Trittico pucciniano viene ‘ricomposto’ in un nuovo dittico, che celebra insieme il centenario della morte di Puccini, che cadeva lo scorso anno e attorno al quale è nato questo progetto, e i 50 anni dalla scomparsa di Dallapiccola, avvenuta a Firenze nel 1975. I tre atti unici novecenteschi sono stati scelti anche per assonanza tematica con le altrettante opere del Trittico pucciniano: nel primo accostamento l’incomunicabilità di coppia, nel secondo i drammi familiari, in quest’ultima giustapposizione la violenza e la privazione della libertà espresse attraverso il fanatismo religioso.
«In Suor Angelica – prosegue Mariotti – è commovente vedere come Puccini, con delicate tinte color pastello, descriva un universo femminile composto da donne di differenti caratteri e temperamenti, che il voto preso non può e non deve nascondere. Diversa è l’atmosfera del Prigioniero, la cui indicazione iniziale del compositore, “stridente”, introduce subito in un clima di orrore, delirio e crudeltà. Può una madre sopravvivere al proprio figlio torturato? Può un essere umano avere ancora la forza di sperare nella libertà? Può un’amicizia rivelarsi talmente crudele dopo averti fatto sognare la fine dei tormenti? Queste sono le situazioni descritte dalla musica di Dallapiccola, che alterna momenti di lancinante violenza ad altri più onirici».
Protagonista di Suor Angelica è il soprano Corinne Winters: vincitrice dell’OPER! AWARD 2025 come ‘miglior cantante femminile’, torna a Roma dopo gli straordinari successi dei Dialogues des Carmélites e di Káťa Kabanová. Con lei si alterna Yolanda Auyanet (24 e 27 aprile): il soprano spagnolo, impegnata lo scorso marzo proprio al Costanzi come Tosca, è al debutto assoluto nel ruolo di Suor Angelica. Marie-Nicole Lemieux, la zia Principessa, è invece al suo debutto con la Fondazione Capitolina. Completano il cast dell’atto unico pucciniano Annunziata Vestri (Badessa), Irene Savignano (Suora Zelatrice), Carlotta Vichi (Maestra delle Novizie), Laura Cherici (Suor Genovieffa), Ilaria Sicignano (Suor Dolcina), Marianna Mappa (Prima cercatrice), Claudia Farneti (Seconda cercatrice), Caterina D’Angelo (Seconda conversa) e, dal progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Jessica Ricci (Suor Osmina / La novizia), Maria Elena Pepi (Suora infermiera) e Sofia Barbashova (Prima conversa).
Protagonista del Prigioniero è invece il sempre più apprezzato Mattia Olivieri: dopo una carriera internazionale, che lo ha portato a debuttare non solo in Europa, ma anche oltreoceano, al Metropolitan Opera di New York (2023), torna al Costanzi dove ha cantato la prima ed unica volta in Così fan tutte firmata da Graham Vick (2016/17). Il baritono è affiancato da Ángeles Blancas nella parte della Madre e da John Daszak (Il Carceriere/Il Grande Inquisitore) oltre che da Arturo Espinosa (Secondo sacerdote) e Nicola Straniero (Primo sacerdote), quest’ultimo talento diplomato del progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.
Atto unico affidato esclusivamente a voci femminili, Suor Angelica, con Il tabarro e Gianni Schicchi, compone il Trittico, l’ultimo lavoro compiuto di Puccini. Nato durante la prima guerra mondiale, proprio per questo ha debuttato al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918, e solo dopo in Italia, come desiderato da Puccini, proprio al Teatro Costanzi l’11 gennaio 1919. Le due rappresentazioni diedero luogo a pareri contrastanti. Suor Angelica, la preferita di Puccini tra le tre, fu molto apprezzata a Roma, meno a New York. Il libretto, fallito il tentativo di collaborazione con Gabriele D’Annunzio, è stato affidato a Giovacchino Forzano.
Il Prigioniero è un’opera in un prologo e 1 atto, su musica e libretto di Luigi Dallapiccola, ispirata al racconto La torture par l’espérance di Philippe-Auguste Villiers de l’Isle Adam e al romanzo La légende d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak (1868) di Charles de Coster. Iniziata dal compositore istriano nel 1944, come nel caso de Il Trittico in tempi di guerra, è andata in scena per la prima volta al Teatro Comunale di Firenze il 20 maggio 1950, dopo l’esecuzione radiofonica nell’Auditorium Rai di Torino diretta da Hermann Scherchen. All’Opera di Roma manca dall’unica altra rappresentazione, il 19 febbraio 1964, diretta da Antal Dorati, regia di Luigi Squarzina.
La prima rappresentazione del dittico Suor Angelica / Il Prigioniero, diretto da Michele Mariotti con la regia di Calixto Bieito, mercoledì 23 aprile (ore 20), è trasmessa in diretta su Radio3 Rai e ripresa da Rai Cultura che la trasmetterà su Rai5 in data da definirsi. Lo spettacolo torna in scena giovedì 24 aprile (ore 20), sabato 26 (ore 18), domenica 27 (ore 16.30), martedì 29 aprile (ore 20) e venerdì 2 maggio (ore 20).
Una nuova produzione per celebrare i 250 anni de Il re pastore di Wolfgang Amadeus Mozart, che l’Opera di Roma mette in scena da mercoledì 14 maggio al Teatro Nazionale. Il raro titolo mozartiano è affidato alla regista Cecilia Ligorio, che debutta con la Fondazione Capitolina ed è affiancata da Gregorio Zurla per le scene, da Vera Pierantoni Giua per i costumi e da Fabio Barettin per le luci. Sul podio Manlio Benzi dirige l’Orchestra dell’Opera di Roma. Dopo la prima del 14 maggio (ore 20), trasmessa anche in diretta da Radio3 Rai, quattro le repliche fino al venerdì 23 maggio.
Protagonista nella parte di Alessandro, il monarca razionalista deus ex machina della vicenda, il tenore Juan Francisco Gatell. Sul versante idilliaco, ispirato all’Arcadia, spicca la figura di Aminta, il re del titolo che, suo malgrado, deve passare dalla condizione pastorale alla condizione regale. A incarnarlo il mezzosoprano Miriam Albano. L’amore è ben rappresentato dalle figure femminili cui danno voce Francesca Pia Vitale, nei panni della ninfa Elisa amata da Aminta, e Benedetta Torre, in quelli di Tamiri, la principessa in vesti da pastorella. Completa il cast Krystian Adam che interpreta Agenore, fedele amico di Alessandro.
Ultima commissione per il teatro di corte di Salisburgo, Il re pastore è stata scritta da un diciannovenne Mozart, in tempi straordinariamente brevi. La iniziò dopo il successo de La finta giardiniera a Monaco, al Salvatortheater il 13 gennaio 1775. Solo pochi mesi dopo, il 23 aprile 1775, Il re pastore vede la sua prima esecuzione assoluta a Salisburgo. Il libretto di Pietro Metastasio esalta tutte le virtù ispiranti la politica asburgica. Un soggetto ideale per l’occasione celebrativa per la quale fu stato commissionato: la visita dell’Arciduca Massimiliano, il più giovane figlio di Maria Teresa, in viaggio da Vienna verso l’Italia.
“Amore contro ragion di Stato”: è questo il tema del dramma scritto da Metastasio nel 1751, mentre era «poeta cesareo» proprio alla corte viennese dell’imperatrice Maria Teresa. Lo ritroviamo nel Re pastore di Mozart, insieme a tutti gli elementi metastasiani: quelli tipici dell’Illuminismo, quelli del clima pastorale dell’Arcadia, e quelli sentimentali, che culminano nel finale in cui trionfa Amore.
Il re pastore, definita serenata per il carattere concertante, è composta da una serie di arie introdotte da una ouverture. Per il pubblico del debutto non era previsto un apparato scenico, se non ridotto al minimo, come da tradizione della corte viennese, né un’esplicita azione teatrale, nonostante i personaggi siano fortemente caratterizzati da Mozart attraverso lo stile musicale.
L’Opera di Roma sceglie di proseguire la sua indagine nei repertori meno frequentati con produzioni pensate appositamente per lo spazio del Teatro Nazionale. Il re pastore è stato messo in scena solo un’altra volta nel teatro della capitale, il 13 ottobre 1988, diretto da Wolfgang Rennert, con la regia di Sandro Sequi.
Dopo la prima rappresentazione, mercoledì 14 maggio alle 20.00, anche in diretta su Radio3 Rai, Il re pastore di Mozart torna in scena al Teatro Nazionale venerdì 16 maggio (ore 20), domenica 18 (ore 16.30), mercoledì 21 (ore 20) e venerdì 23 (ore 20).
La nuova proposta del Teatro Nazionale prosegue, dal 18 al 24 ottobre 2025, con un dittico che unisce Il diario di uno scomparso di Janáček – in continuità con la proposta del compositore ceco di questi anni, di cui sono state rappresentate Kát’a Kabanová, Da una casa di morti e Jenůfa – e La voix humaine di Poulenc. La nuova regia è affidata ad Andrea Bernard, Premio Abbiati 2024. Nel primo titolo sono impegnati il tenore Matthias Koziorowski e il mezzosoprano Veronica Simeoni. La donna de La voix humaine è invece Anna Caterina Antonacci, già straordinaria protagonista dei Dialogues des Carmélites di Poulenc che ha inaugurato la stagione 2022/23. I due atti unici sono proposti nella versione con pianoforte eseguita da Donald Sulzen.