OperaCamion torna nelle piazze romane con ‘Tosca’ di Giacomo Puccini

Dopo il successo de Il barbiere di Siviglia, che lo scorso maggio e giugno ha portato la bellezza dell’opera nelle piazze di Roma, torna OperaCamion: il teatro itinerante del Teatro dell’Opera di Roma che trasforma un TIR in un vero e proprio palcoscenico su ruote.
Dal 14 al 28 settembre sarà la volta di Tosca di Giacomo Puccini, con la regia di Manu Lalli e la direzione di Carlo Donadio, in scena in sette municipi di Roma. La prima tappa è prevista domenica 14 a Piazza Sirio, sul lungomare di Ostia, seguita da altri sei appuntamenti fino al 28 settembre, tra cui due serate speciali a Castel Sant’Angelo, luogo simbolo dell’opera pucciniana. Con questo nuovo calendario OperaCamion raggiunge idealmente l’intera città, dopo aver già coinvolto oltre 10.000 spettatori con Il barbiere di Siviglia, di cui il 30% alla loro prima esperienza con l’opera lirica dal vivo.

Ripreso in occasione del Giubileo 2025, OperaCamion ha l’obiettivo di portare l’opera fuori dai luoghi tradizionali, trasformando spazi urbani e periferici in teatri accessibili e inclusivi. L’iniziativa rientra in una strategia culturale più ampia del Teatro dell’Opera di Roma, che punta a valorizzare il territorio, promuovere la partecipazione e generare occasioni di socialità e rigenerazione.

OperaCamion è un’esperienza condivisa e festosa: l’opera lirica si fonde con lo spirito della strada e con l’energia dei quartieri. Gli spettatori – grandi e piccoli – portano le sedie da casa, si ritrovano in piazza e diventano parte di un rito collettivo, dove la cultura si fa accessibile, conviviale, popolare.

Il titolo scelto per la seconda edizione di OperaCamion 2025 è Tosca, l’opera romana per antonomasia, storia di amore e passione tra la cantante Tosca e il pittore Cavaradossi. Un titolo particolarmente caro al Teatro dell’Opera di Roma che il 1° novembre 2025 celebrerà il culmine del 125° anniversario della prima rappresentazione di Tosca al Costanzi, iniziato il 14 gennaio scorso alla presenza del Presidente della Repubblica.

Per OperaCamion, regia, costumi e luci sono affidati a Manu Lalli, le scene a Daniele Leone, mentre sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma salirà Carlo Donadio. L’opera è presentata in una versione ridotta ma completa. Accanto all’Orchestra e ai giovani cantanti – tra cui alcuni del progetto “Fabbrica” Young Artist Program – parteciperanno anche la Scuola di Canto Corale dell’Opera di Roma e i cori del territorio di Roma Capitale. L’adattamento orchestrale è a cura di Vito Lo Re.

 

Il calendario 2025 di OperaCamion/Tosca coinvolge sette municipi, abbracciando un’ampia mappa della città e dei suoi quartieri, dal centro alle periferie:

Domenica 14 settembre – Municipio X
Piazza Sirio, lungomare di Ostia

Martedì 16 settembre – Municipio III
Parcheggio di via Leonida Repaci, Cinquina/Bufalotta

Venerdì 19 settembre – Municipio XII
Cortile Parrocchia Corpus Domini, Massimina

Domenica 21 settembre – Municipio VIII
Parco Gino Strada (ex Veratti)

Mercoledì 24 e giovedì 25 settembre – Municipio I
Castel Sant’Angelo – Lungotevere Castello

Sabato 27 settembre – Municipio VI
Parcheggio via Fosso dell’Osa (fronte civico 338), Villaggio Prenestino

Domenica 28 settembre – Municipio XIV
Rotonda viale Antonio Gandin, Palmarola/Selva Candida

 

Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 20.30 e dureranno un’ora e trenta minuti. L’ingresso è libero e gratuito, non serve il biglietto ma basta portarsi la sedia da casa.

 

OperaCamion è un progetto del Teatro dell’Opera di Roma promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura. È finanziato dall’Unione Europea, Next Generation EU nell’ambito del PNRR, e rientra tra gli Interventi de “Il Giubileo dei Pellegrini: eventi artistici e culturali nella città di Roma, dal centro alla periferia, al fine di favorire la fruizione turistica nel periodo giubilare” (PNRR – M1C3-Inv.4.3 Caput Mundi).

 

Il progetto OperaCamion è stato presentato per la prima volta nel 2016 con la regia di Fabio Cherstich e le scenografie di Gianluigi Toccafondo.

Pubblicato in News

NUOVE VISIONI. Un’opportunità speciale per il pubblico dell’Opera di Roma.

Il Teatro dell’Opera di Roma presenta “Nuove Visioni”, un mini-abbonamento a un prezzo particolarmente vantaggioso. Un viaggio tra opere del Novecento storico, capolavori contemporanei e nomi di spicco della regia e della musica.

Il mini-abbonamento include:

  1. “The Turn of the Screw” di Benjamin Britten
    Nuovo allestimento firmato da Deborah Warner, con la direzione di Ben Glassberg
    Dal 19 al 28 settembre – Teatro Costanzi
  2. “Adriana Mater” di Kaija Saariaho
    Capolavoro diretto da Ernest Martínez Izquierdo per la regia di Peter Sellars
    Dal 9 al 16 ottobre – Teatro Costanzi
  3. Uno spettacolo a scelta al Teatro Nazionale tra:
    • “Tragùdia – Il canto di Edipo”, del premio Ubu Alessandro Serra (4 – 7 ottobre)
    • “La voix humaine” di Francis Poulenc in dittico con “Il diario di uno scomparso” di Leoš Janáček, in un nuovo allestimento del premio Abbiati Andrea Bernard (18 – 24 ottobre)
  4. Un posto riservato in omaggio per “Stabat Mater” di Romeo Castellucci
    Musiche di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi, dirette da Michele Mariotti
    Dal 28 al 31 ottobre – Basilica di Santa Maria in Aracoeli

Modalità di acquisto
L’abbonamento sarà in vendita a partire dal 3 settembre. Sarà possibile sottoscriverlo recandosi presso la Biglietteria del Teatro oppure via mail scrivendo a  ufficio.biglietteria@operaroma.it (pagamento tramite bonifico bancario).

 

Prezzi per l’intero pacchetto:

  • Intero: Platea € 195 / Galleria € 50
  • Under 30: Platea € 100 / Galleria € 30

 

Pubblicato in News

Il 26 settembre Diego Ceretta debutta sul podio del Costanzi con Brahms e Dvořák

Il 26 settembre si conclude la stagione di concerti 2024-25 dell’Opera di Roma con il debutto sul podio del giovane direttore Diego Ceretta, impegnato in un programma di grande respiro sinfonico.

Direttore principale dell’Orchestra della Toscana dal 2023, Diego Ceretta si è rapidamente affermato come uno dei giovani talenti più interessanti del podio internazionale.

La serata si apre con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Johannes Brahms, interpretato dal violinista Marc Bouchkov, seguito dalla Sinfonia n. 7 di Antonín Dvořák, una delle pagine più intense e appassionate del compositore ceco.

Un appuntamento che unisce il virtuosismo solistico e la ricchezza orchestrale, salutando il pubblico con due capolavori del repertorio romantico.

Pubblicato in News

La Resurrezione di Händel, in scena a Massenzio, dall’8 agosto su OperaVision

Dalle 19 di venerdì 8 agosto arriva su OperaVision la nuova produzione del Teatro dell’Opera di Roma, andata in scena dal 1 al 5 luglio alla Basilica di Massenzio per il Caracalla Festival 2025, diretta da George Petrou con la regia di Ilaria Lanzino e, protagonisti sul palco, Sara Blanch (Angelo), Ana Maria Labin (Maddalena), Teresa Iervolino (Cleofe), Charles Workman (San Giovanni) e Giorgio Caoduro (Lucifero).

“È la storia di una famiglia contemporanea in lutto per la perdita improvvisa di un figlio. La morte di Gesù quindi, non è presentata come un evento biblico e sacro, ma come una tragedia umana legata alla vita quotidiana di un gruppo familiare, i cui membri reagiscono in modi diversi ma con atteggiamenti simili a quelli dei personaggi dell’oratori.
Ho creato la figura del padre che, come San Giovanni nell’originale, incarna la fiducia nella resurrezione e dunque supera il lutto grazie alla fede; della madre, che come Maddalena è travolta dalla disperazione senza fede; e della nonna, che come Cleofe è sospesa tra le due posizioni. Ho anche voluto mettere in discussione la rigida contrapposizione tra bene e male, che nell’opera originale è rappresentata schematicamente dalle figure dell’Angelo e di Lucifero. Quest’ultimo, come Maddalena, è una figura emarginata, piena di dolore e per questo simbolo della fragilità umana. In questo modo ho voluto rompere drasticamente la schematicità dell’impianto originario che prevede una separazione dogmatica tra bene e male: l’Angelo, originariamente il predicatore del verbo di Cristo, ha assunto toni quasi totalitari professando un sistema escludente e ottuso, mentre Lucifero per me non rappresenta affatto “il male”, ma la ribellione nei confronti di un sistema, quello dell’Angelo, che in teoria afferma di professare l’amore verso tutti ma che nella pratica condanna ogni voce fuori dal coro, rifiutando altri modelli di fede e di amore. La mia Resurrezione darà torto all’Angelo, e sarà soprattutto per i personaggi rifiutati, Maddalena e Lucifero, che l’amore eterno troverà uno spazio. In questo viaggio alla ricerca della fede si tenta di rispondere alla domanda: c’è una Resurrezione? Può la fede salvarci dal dolore del lutto e dalla perdita di senso di fronte alla morte?”, così descrive l’allestimento de La Resurrezione di Händel la regista Ilaria Lanzino.

Al suo debutto assoluto in Italia, la regista, nata a Pisa, arriva dopo anni di formazione e di lavoro all’estero, soprattutto in Germania, dove si è distinta per le interpretazioni audaci di opere come Nabucco di Verdi a Düsseldorf, dove ebrei e babilonesi intonano uniti il coro ‘Va pensiero’, e Lucia di Lammermoor di Donizetti a Norimberga, dove la protagonista diventa un uomo, Luca, in lotta con la famiglia perché innamorato di un coetaneo. Recente il suo successo al Theater an der Wien di Vienna con l’Ambleto di Francesco Gasparini, restituito attraverso una tagliente analisi psicologica dei rapporti tra i personaggi e un approccio cinematografico. Per La Resurrezione le sue fonti di ispirazione sono state i film Antichrist di Lars von Trier, La stanza del figlio di Nanni Moretti, The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen e So Long, My Son di Wang Xiaoshuai. In questo nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma, Ilaria Lanzino è affiancata da Dirk Becker per le scene, da Annette Braun per i costumi e da Marco Filibeck per le luci.

Händel era proprio a Roma nel 1708 quando ricevette la commissione di un grande oratorio sacro per la Pasqua da parte del marchese Francesco Maria Marescotti Ruspoli, all’epoca suo mecenate. La Resurrezione fu eseguita per la prima volta a Palazzo Bonelli ai Santissimi Apostoli l’8 aprile 1708, già in forma scenica. Il tema affrontato è altamente simbolico: l’azione si svolge tra il Venerdì Santo e la Pasqua, e alterna gli scontri tra Lucifero e l’Angelo con le profonde meditazioni di Maria Maddalena, Maria di Cleofe e San Giovanni Evangelista. Una lotta tra la fede e la sua assenza, tra l’entusiasmo e il cinismo nell’esistenza di oggi.

Il Teatro dell’Opera di Roma partecipa a Opera Vision: un progetto internazionale che riunisce 29 Teatri d’Opera provenienti da 17 diversi paesi europei, sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea sotto la supervisione editoriale di Opera Europa, e che prevede la realizzazione di una piattaforma per lo streaming video delle opere e per la visione on demand di una ricca selezione di produzioni.

L’opera, sottotitolata in inglese e italiano, sarà disponibile sulla piattaforma fino alle 12 dell’8 febbraio 2026.

 

 

Pubblicato in News

Campagna abbonamenti Stagione 2025-26

Dal 9 settembre sarà possibile sottoscrivere gli abbonamenti “Gran Teatro”, “Gran Teatro Leggero” e “Gran Teatro All Inclusive”, oltre all’abbonamento ai Concerti della Stagione 2025/26.

Dal 4 ottobre saranno invece disponibili anche le formule di abbonamento parziali (“Fantasia”, “Weekend”, etc.).

Dal 14 ottobre al via la vendita dei biglietti dove ciascuno potrà acquistare il biglietto per il proprio spettacolo preferito.

 

Vi aspettiamo a teatro!

Pubblicato in News

Il Caracalla Festival 2025 si chiude con un messaggio contro la guerra

“Un Teatro che sceglie di non stare in silenzio davanti all’orrore indescrivibile di quello che sta accadendo nel mondo. Non è possibile restare indifferenti. Abbiamo sentito l’urgenza di prendere una posizione chiara contro la guerra e per la pace”. Con queste parole il sovrintendente Francesco Giambrone commenta il concerto conclusivo del Caracalla Festival 2025: Carmina Burana di Carl Orff, in programma giovedì 7 agosto alle Terme di Caracalla.

Attorno a noi ci sono persone meno fortunate che stanno vivendo nella povertà e nella disperazione creata dalla violenza della guerra: non considerare il loro dolore significa tradire la nostra dignità. Anche nelle atrocità dei conflitti ci sono dei diritti umani inviolabili. Sta a noi pretendere che vengano rispettati. Pretendere che nessun bambino e nessun essere umano sia umiliato e disprezzato, lasciato senza cibo e senza acqua. È a chi sta soffrendo, a chi è costretto ad affrontare l’inferno della guerra che tutti noi del Teatro dell’Opera di Roma vogliamo dedicare il concerto conclusivo del Festival. Non stanchiamoci di pretendere che i nostri governi perseguano la pace, non stanchiamoci mai di far sentire la nostra voce per un mondo in cui i diritti e la dignità umana vengano sempre rispettati.

Così Damiano Michieletto introduce l’esecuzione del lavoro di Orff, in cui sono impegnati il direttore Diego Matheuz con l’Orchestra e il Coro dell’Opera di Roma, quest’ultimo diretto da Ciro Visco. Solisti Giuliana Gianfaldoni, Levy Sekgapane e Vito Priante. Con la partecipazione del Coro di Voci Bianche della Fondazione capitolina.

Mentre le note di Orff risuonano nello scenario delle terme romane, sul profilo delle rovine appare in proiezione: Pax optima rerum (La pace è la cosa migliore).

L’edizione 2025 del cartellone estivo del Teatro dell’Opera di Roma ha saputo coniugare innovazione artistica e coinvolgimento del pubblico, mantenendo la promessa di offrire un’esperienza culturale di alto livello. “È stata una scelta vincente – prosegue Giambrone – affidare la direzione del Festival estivo a Damiano Michieletto, che ha costruito un cartellone tanto innovativo quanto capace di dialogare con l’eterogeneità di pubblico che un anno come quello giubilare sta portando nella capitale. È stato un festival segnato da un grande impegno produttivo che ha visto ben cinque nuove produzioni realizzate in un mese e mezzo e tutti i lavoratori della Fondazione (Orchestra, Coro, Corpo di Ballo, tecnici e amministrativi) coinvolti in uno sforzo straordinario per garantire, come sempre, eccellenza e professionalità. Un festival caratterizzato dalla scommessa vinta di un investimento sulla qualità delle scelte, degli artisti e del progetto”.

Un festival di record che ha registrato la partecipazione totale di 122mila spettatori, con l’85% di riempimento medio delle due platee: la consueta, presso le antiche Terme, e la nuova, presso la Basilica di Massenzio, per la prima volta sede di messinscene operistiche.

Sold out per tutte e quattro le recite di Don Giovanni di Mozart a Massenzio, per l’ultima recita di West Side Story di Bernstein e per la data unica dei Carmina Burana di Orff alle Terme. Record assoluto di incassi per uno spettacolo d’opera a Caracalla per la prima de La traviata di Verdi (271.604,50 €) e record assoluto di presenze e incasso per un balletto alla replica del Trittico Bausch / Béjart / Wheeldon (4.037 spettatori; 205.705 €). Con le due serate di danza si è celebrato il cinquantesimo anniversario del debutto assoluto de Le Sacre du printemps di Pina Bausch, interpretato per la prima volta da una compagnia italiana, quella dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato.

Un programma fortemente innovativo quello pensato da Damiano Michieletto, che ha portato a Roma la “nouvelle vague” della regia operistica europea ad animare platee e dibattiti in questa speciale edizione “Tra sacro e umano”. Titolo scelto per rappresentare le molteplici forme artistiche che si sono incontrate nel Festival nell’anno del Giubileo universale della Chiesa cattolica: l’audace spettacolo firmato dal russo Vasily Barkhatov, alla seconda regia italiana e al suo primo Don Giovanni, la versione laica di Ilaria Lanzino dell’oratorio di Händel La Resurrezione, la visione femminista de La traviata di Sláva Daubnerová, entrambe registe al debutto in Italia, il successo internazionale di West Side Story celebrato anche dal ‘New York Times’. Opera, musica sacra, musical, danza, concerti e incontri, un complesso di voci eclettiche internazionali, a cui si unisce quella di Michieletto nell’invocare il diritto alla bellezza, alla gioia e alla pace.

Dopo la pausa estiva il sipario del Teatro Costanzi torna ad alzarsi il 4 settembre sullo spettacolo inaugurale del 40° Romaeuropa Festival, Afanador di Marcos Morau interpretato dal Ballet Nacional de España. Gli spettacoli della Stagione 2024/25 riprendono invece il 19 settembre. Si annuncia un autunno tutto di altissimo livello con proposte internazionali dedicate al Novecento e alla musica contemporanea. Si parte con The Turn of the Screw, il capolavoro di Benjamin Britten, da un racconto di Henry James, firmato da Deborah Warner. Dal 9 ottobre Peter Sellars porta per la prima volta in Italia Adriana Mater di Kajia Saariaho. Sempre in ottobre la prima regia di Romeo Castellucci per l’Opera di Roma che porta in scena alla Basilica di Santa Maria in Ara Coeli lo Stabat Mater con musiche di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi. Al Teatro Nazionale è in programma invece il dittico Il diario di uno scomparso / La Voix Humaine (La voce umana), rispettivamente di Leoš Janáček e Francis Poulenc, firmato dal regista Andrea Bernard.

 

Per la creazione del Caracalla Festival 2025 l’Opera di Roma si è avvalsa della collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma e con il Parco Archeologico del Colosseo.

Pubblicato in News

Concerto straordinario all’Expo 2025 di Osaka

Dopo aver rappresentato l’eccellenza musicale italiana presso il Padiglione Italia lo scorso maggio con gli artisti di “Fabbrica” Young Artist Program, l’Opera di Roma torna all’Expo 2025 di Osaka. Questa volta è l’Orchestra della Fondazione Capitolina a essere protagonista, l’11 e 12 settembre presso l’Expo Hall “Shining Hat”, di un concerto straordinario in occasione del National Day dell’Italia: La grande Opera italiana patrimonio dell’umanità. Sul podio Francesco Ivan Ciampa. Solisti il soprano Anastasia Bartoli, il tenore Luciano Ganci e il baritono Luca Micheletti. Una nuova e significativa occasione per celebrare e far conoscere il patrimonio musicale e culturale del nostro Paese in un contesto di grande visibilità globale, in collaborazione con il Commissariato Generale per l’Italia a Expo Osaka 2025.

Pubblicato in News

Peter Sellars porta per la prima volta in Italia “Adriana Mater” di Kaija Saariaho

Il regista statunitense Peter Sellars firma a Roma Adriana Mater di Kaija Saariaho, per la prima volta in Italia sul palco del Costanzi dal 9 al 16 ottobre 2025 in una nuova produzione del Teatro dell’Opera di Roma. L’opera ha debuttato con la regia di Sellars nel 2006 a Parigi, il regista è tornato su Adriana Mater anche nel 2008 e poi a Santa Fe, fino all’ultima ripresa nel 2023 a San Francisco, poco prima della scomparsa della compositrice. Sellars la rimette in scena ancora una volta, in una nuova versione a Roma. Saariaho, artista di fama internazionale, è stata una delle poche artiste contemporanee ospitate al Metropolitan Opera di New York, nel 2021 le è stato inoltre conferito dalla Biennale Musica il Leone d’Oro alla carriera, in quello stesso anno la sua ultima opera, Innocence, è stata accolta da un trionfo di pubblico e critica al festival di Aix-en-Provence.

 

Peter Sellars, noto per la sua capacità di fondere elementi della cultura europea con quelli della tradizione americana, nel 2006 a Helsinki aveva firmato anche la regia di L’Amour de loin di Saariaho per la Finnish National Opera. Regista innovativo e audace ha diretto in 25 anni di carriera festival, teatri ed eventi tra i più prestigiosi in America e nel mondo: dalla Boston Shakespeare Company alla Biennale di Venezia, passando per il Los Angeles Festival e il New Crowned Hope Festival a Vienna per il 250° anniversario mozartiano. Ha curato regie di opere di Mozart, Rameau, Vivaldi, Wagner e molti altri. Per la Saariaho ha firmato anche Only the sound remains nel 2016 e 2018.

 

Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto del giornalista Amin Maalouf, è realizzata dall’Opera di Roma in collaborazione con la San Francisco Symphony. Il coro è affidato a Ciro Visco, mentre sul podio sale Ernest Martínez Izquierdo, direttore onorario dell’Orchestra Sinfonica di Navarra di Pamplona e direttore ospite principale dell’ensemble Barcelona 216. I costumi sono di Camille Assaf, le luci di James F. Ingalls, sound designer Timo Kurkikangas. Sul palco nel ruolo della protagonista Adriana il mezzosoprano Fleur Barron. La cantante incontra nuovamente il regista Peter Sellars, con cui aveva già collaborato in occasione della messa in scena dell’opera a San Francisco. Torna anche il resto del cast vincitore nel 2025 con Esa-Pekka Salonen di un Grammy Award per la migliore registrazione operistica, proprio di Adriana Mater, con la San Francisco Symphony. Axelle Fanyo che sarà impegnata a marzo all’Opera di Roma in Ariadne auf Naxos nel ruolo del titolo con la regia di David Hermann, è Refka, sorella di Adriana, Nicholas Phan interpreta Yonas e Christopher Purves veste i panni del soldato Tsargo. Il tenore statunitense Nicholas Phan, con un repertorio che attraversa cinque secoli di musica, si esibisce regolarmente con le principali orchestre e compagnie d’opera del mondo. Purves, presente nel cast di Innocence di Saariaho alla Royal Opera House nel 2023, ha interpretato ruoli in prime mondiali, come quello di Walt Disney nella prima assoluta di The Perfect American di Philip Glass, presentata al Teatro Real di Madrid.

 

Adriana Mater si consuma in uno scenario bellico in cui una madre, Adriana, deve affrontare una maternità nata dalla violenza fisica. La protagonista decide di portare a termine la gravidanza frutto dell’abuso del soldato Tsargo, nonostante l’opposizione della sorella Refka. Una volta cresciuto però, il figlio Yonas, manifesta un’oscura irrequietezza, che insinua nella protagonista il dubbio che l’animo di quel giovane uomo sia fatalmente legato alle circostanze violente della sua nascita.

 

Sabato 4 ottobre al Costanzi alle ore 18.00 il professor Giovanni Betti dedica ad Adriana Mater una delle sue Lezioni di Opera.

 

La prima rappresentazione è prevista giovedì 9 ottobre 2025 alle ore 20.00.
Repliche sabato 11 ottobre (ore 18.00), domenica 12 ottobre (ore 16.30), martedì 14 ottobre (ore 20.00) e giovedì 16 ottobre (ore 20.00).

 

La prima dello spettacolo è trasmessa in diretta su Rai Radio 3.

 

Pubblicato in News

Deborah Warner firma “The Turn of the Screw” di Benjamin Britten

«Britten è grande tanto come drammaturgo quanto come compositore». Così la grande regista Deborah Warner descrive il teatro musicale di Benjamin Britten, in occasione della nuova produzione di The Turn of the Screw (Il giro di vite), in scena all’Opera di Roma dal 19 al 28 settembre 2025. Terzo titolo britteniano per Warner al Costanzi, dopo i successi di Peter Grimes (nel 2023) e Billy Budd  (nel 2018), lavoro per il quale ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali come l’International Opera Award, l’Olivier Award e in Italia il Premio Abbiati della critica. The Turn of the Screw è un ritorno per Deborah Warner, che ha affrontato questo titolo per la prima volta nel 1997. Acclamata per le sue regie innovative, fra cui un apprezzato Re Lear con la parte del protagonista affidata a una donna – l’attrice Glenda Jackson – Deborah Warner ha collaborato con alcune fra le maggiori realtà teatrali nel mondo: la Royal Opera House di Londra, l’Opéra National di Parigi, il Teatro Real di Madrid, il Metropolitan Opera di New York.

Affascinata dal complesso lavoro che la librettista Myfanwy Piper ha esercitato sulla fonte letteraria di Henry James, la regista si è ispirata anche alle opere del pittore inglese James Pryde. Le scene sono curate da Justin Nardella, i costumi affidati a Luca Costigliolo, le luci firmate da Jean Kalman e Valerio Tiberi.

A dirigere l’opera di Britten,Ben Glassberg, al suo debutto sul podio del Teatro dell’Opera di Roma.  Protagonisti sul palco il pluripremiato tenore Ian Bostridge, riconosciuto interprete di Britten – in Italia lo si ricorda come protagonista di Morte a Venezia alla Scala di Milano nel 2016 con la regia di Deborah Warner – torna nel ruolo dello spettro Peter Quint, di cui aveva già vestito i panni nel 1997 e nel 2002.

Con lui un tris di interpreti femminili: nella parte dell’Istitutrice Anna Prohaska, soprano lirico austro-britannico che ha debuttato nel 2002 con la Komische Oper di Berlino proprio con The Turn of the Screw nella produzione di Harry Kupfer. Ospite fissa del Festival di Salisburgo, ha calcato palchi quali la Royal Opera House, il Teatro alla Scala e l’Opéra national de Paris. Emma Bell, premiata nel 1998 col prestigioso Kathleen Ferrier Award, veste i panni di Mrs Grose. Nella parte dell’inquieto spettro Miss Jessel troviamo invece Christine Rice, che rinnova la collaborazione con Warner dopo i successi di Phaedra, la cantata di Benjamin Britten di cui è stata protagonista nel 2022 a Bath e nel 2025 a Londra.

Piccolo capolavoro del gotico letterario di Henry James tradotto genialmente da Britten in un crescendo di tensione, The Turn of the Screw è costruito con un Prologo, due atti e sedici scene, su libretto di Myfanwy Piper. L’opera come già Peter Grimes e Billy Budd, torna sul rapporto  con la giovinezza, inconfessabile e fatale. Ad animare l’opera sono infatti dinamiche allusive e mai decisamente dichiarate. Un silenzio perturbante e ambiguo avvolge tanto la vita privata di Henry James quanto la biografia di Britten e dei suoi personaggi. Così in Turn of The Screw, letteralmente “giro di vite”, il racconto di due piccoli orfani in una grande tenuta di campagna, assediati dalla presenza di una coppia di spettri, diventa in fondo il pretesto per parlare sottotraccia di relazioni umane complesse, non ultima proprio quella fra giovani e adulti. Warner, col suo nuovo allestimento romano pone l’accento proprio sulla perdita di innocenza e non a caso il racconto è affrontato dalla prospettiva dei bambini.

 

“The Turn of the Screw /Dove abita la paura” è il titolo del nuovo numero di Calibano,  in libreria dal 24 settembre.

La rivista di approfondimento culturale del Teatro dell’Opera di Roma, pubblicata in collaborazione con effequ, dedica il numero sette appunto allo stringente “giro di vite” della paura, fra minacce spettrali e ossessioni umane. Vari i contributi di cinema, musica, architettura, moda e arte fra cui quelli di Claudio Strinati, Stefano Nazzi, Letizia Muratori e altri. Apre il numero il saggio di David Bering Porter della New School di New York, che riflette sul rapporto fra genere horror e cultura contemporanea. Per la prima volta, Calibano ospita anche un’intervista, con lo scrittore statunitense George Saunders.

 

Pubblicato in News

Record di incassi e di presenze per l’ultima recita di “West Side Story” a Caracalla

Ha fatto registrare il record assoluto di presenze con 4.554 biglietti venduti – recependo anche parte del pubblico della recita precedente annullata per pioggia – oltre al record assoluto di incassi per uno spettacolo teatrale a Caracalla (258.791 €) l’ultima rappresentazione di West Side Story di Bernstein, andata in scena ieri sera sul palcoscenico delle Terme romane per il Festival estivo dell’Opera di Roma. Platea sold out e soddisfazione per tutti gli artisti coinvolti, dal team di regia capitanato da Damiano Michieletto al Direttore musicale Michele Mariotti.

Il Caracalla Festival prosegue fino al 7 agosto: domani sera, sabato 19 luglio, è in programma la prima de La traviata di Verdi mentre domenica 20 luglio va in scena Don Giovanni di Mozart alla Basilica di Massenzio. Grande attesa anche per Le Sacre du printemps di Pina Bausch, che celebra i 50 anni dalla sua creazione e per la prima volta viene interpretato da una compagnia italiana, quella dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato, il 30 e 31 luglio alle Terme romane insieme al Bolero di Béjart e Within the Golden Hour di Wheeldon, in un trittico che offre una visione completa della danza contemporanea.

Roma, 18 luglio

Pubblicato in News