Con “Lohengrin” esce un nuovo numero di Calibano

Ogni epoca lo ha reinventato, celebrato e riscritto: più che un tempo della Storia, il Medioevo è stato sfondo e pretesto per l’indagine di desideri e paure, luogo dell’immaginazione e del possibile. Dai castelli delle fiabe agli universi fantasy dei giochi di ruolo, passando per una storia dei bestiari rinascimentali e delle riletture del mito di San Francesco, l’ottavo numero di «Calibano», la rivista monografica di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con la casa editrice effequ, si interroga allora sulle forme in cui l’età di mezzo continua a reinventarsi nei linguaggi del presente. Il nuovo volume esce in occasione del Lohengrin di Richard Wagner firmato da Damiano Michieletto e diretto da Michele Mariotti che inaugura la stagione 2025/2026 dell’Opera di Roma. La rivista sarà presentata insieme allo spettacolo lunedì 24 novembre, ore 19.00, al Teatro Costanzi (Sala Grigia). L’incontro, a ingresso libero, è introdotto dalla giornalista Simonetta Sciandivasci. Intervengono il Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti e lo scenografo Paolo Fantin, gli autori di questo numero di «Calibano» Carola Susani e Federico Canaccini e il direttore della rivista Paolo Cairoli«Calibano. Lohengrin / L’invenzione del Medioevo» sarà disponibile allo shop del teatro, in libreria e sul sito di effequ proprio dal 27 novembre, giorno della prima rappresentazione dello spettacolo al Costanzi.

Apre il volume un saggio di Elisabetta Fava, storica della musica, che esplora il fascino esercitato dall’età di mezzo nell’ambito operistico e nella musica colta, con esempi tratti da composizioni quali Euryanthe di Carl Maria von Weber e Lohengrin di Richard Wagner, passando per Undine di E.T.A. Hoffmann. A come l’età medievale è stata rappresentata, raccontata e reinventata nell’immaginario contemporaneo, la storica Vanessa Roghi dedica invece un contributo che attraversa letteratura, cinema, radio e tv. Sull’uso politico e propagandistico delle battaglie medievali scrive lo storico medievista Federico Canaccini, mentre la giornalista Valentina Pigmei analizza il revival del Medioevo come brand turistico nelle città italiane, tra feste, mercati e ricostruzioni storiche. E se l’italianista Eloisa Morra e la scrittrice Francesca Scotti ci conducono nel meraviglioso e allo stesso tempo orrorifico mondo dei bestiari medievali e rinascimentali, Sergio Pace, docente di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Torino, ci racconta storie di castelli reali e immaginari, e di tradizioni ricreate nell’Ottocento europeo.

Questo numero di «Calibano» ospita tre testimonianze. Con la prima, il compositore Francesco Filidei ci conduce dentro le strategie compositive della sua recente opera Il nome della rosa tratta dal romanzo di ambientazione trecentesca di Umberto Eco. Nella seconda, la scrittrice Marta Zura-Puntaroni rievoca invece l’adolescenza passata a giocare a Extremelot, gioco di ruolo online di ambientazione fantasy medievale, dove la scrittura è mezzo per creare mondi e proprie identità alternative. Infine, lo scrittore Tommaso Pincio offre una personale riflessione sul fascino esercitato dal Medioevo nell’età Romantica, intrecciando il pensiero di Nietzsche e Wagner in una meditazione sul rapporto tra fede e conoscenza.

Come sempre, in «Calibano» è presente anche un racconto inedito, questa volta affidato alla scrittrice Carola Susani. Due infine le rubriche, rispettivamente a cura di Giuliano Milani e di Christian Raimo.

Tutte le illustrazioni del numero, compresa l’immagine di copertina, sono state realizzate dall’artista Iride Scent con un software di intelligenza artificiale.

È innegabile: il Medioevo ha un potere fortissimo sul nostro immaginario – dice il direttore di «Calibano» Paolo CairoliC’è qualcosa in quell’epoca storica dalla durata straordinaria che suggestiona la nostra fantasia, spingendola ad affacciarsi sull’ignoto. Sono i miti e le avventure cavalleresche, le fiabe e le leggende, l’eroismo luminoso ma anche il male più oscuro. Questa dimensione, in bilico tra ricostruzione storica ed evocazione fantastica, sembra oggi la fonte ideale per sceneggiatori di serie tv, ma in realtà è il risultato di un’evoluzione culturale e del gusto avviata già a fine Settecento come reazione alla razionalità illuministica, e poi sviluppatasi nell’Ottocento, in piena età romantica. Con questo numero di «Calibano», l’ottavo, abbiamo allora voluto capire perché, ancora oggi, l’età di mezzo sia una fonte di creatività e di invenzione davvero inesauribile”.

Nata come spazio di approfondimento di temi di attualità ispirati agli spettacoli in scena al Teatro dell’Opera di Roma, «Calibano» esce in libreria tre volte l’anno con un volume monografico legato a un’opera e a un tema a essa correlata. Dal numero 0, pubblicato a gennaio 2023, su Aida e il razzismo, la rivista ha poi esplorato il femminismo con Madama Butterfly, il postumano con Mefistofele, il proibito con Salome, l’outsider con Peter Grimes, il potere con Simon Boccanegra, la magia a partire dall’Alcina di Händel e, da ultimo, l’orrore con The turn of the screw. Per ogni numero, è possibile leggere gratuitamente una selezione di saggi, in italiano e in inglese, nella sezione “Calibano online” del sito dell’Opera di Roma. I volumi sono disponibili negli store fisici e online di tutta Italia, e sul sito di effequ

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La Fondazione Roma per la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera

Hanno attraversato più di 9.000 chilometri per realizzare un sogno: Camila Bustamante Correa e Valentina Ramos Mendoza, due talentuose ballerine quattordicenni di Medellín in Colombia, sono state ammesse ai corsi regolari della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. Un traguardo reso possibile grazie alla costante attenzione della direttrice Eleonora Abbagnato nella ricerca di talenti sparsi per l’Italia e nel mondo a cui offrire l’opportunità di una formazione professionale d’eccellenza nel campo della danza. Così è stato per Camila e Valentina, che potranno formarsi a Roma, anche grazie al contributo di Fondazione Roma istituzione di rilievo nazionale nell’ambito filantropico, protagonista di numerose iniziative a favore di sanità, ricerca, istruzione, arte, cultura e a sostegno di categorie sociali deboli.

«Con l’adesione a questo progetto, Fondazione Roma – dichiara il Presidente di Fondazione Roma Franco Parasassi conferma il suo impegno nel promuovere l’arte e la formazione dei giovani talenti a fianco della Scuola di Danza del Teatro sotto la guida di Eleonora Abbagnato. Tra le iniziative principali, spiccano il corso introduttivo, unico in Italia, e il nuovo corso triennale di formazione insegnanti 2025-2027, per dare opportune prospettive future a questa prestigiosa realtà. Mi piace evidenziare che il nostro contributo, oltre a sostenere i maggiori costi gestionali derivanti dall’auspicato incremento delle attività della Scuola, permetterà a due brillanti giovani promesse della danza provenienti dalla Colombia di completare il percorso di perfezionamento artistico, dando loro la possibilità di realizzare i propri sogni

 «Credo profondamente nel potere formativo della danza e nella sua capacità di cambiare la vita delle persone – dichiara la direttrice della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma Eleonora AbbagnatoAccogliere Camila e Valentina è il frutto di un percorso di scouting internazionale che portiamo avanti con grande impegno per scoprire e sostenere giovani talenti in ogni parte del mondo. La loro ammissione dimostra che la passione e la dedizione non hanno confini. Ringrazio di cuore la Fondazione Roma per il sostegno a questo progetto, che ci permette di offrire un’autentica opportunità di crescita artistica e umana. La nostra Scuola vuole essere un luogo dove l’eccellenza si unisce alla sensibilità, e dove ogni allievo può costruire il proprio futuro attraverso la danza

«Siamo profondamente grati alla Fondazione Roma per il prezioso sostegno al nostro Teatro e, in particolare, alla Scuola di Danza – afferma il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Francesco GiambroneQuesto intervento si inserisce nella linea di impegno per la formazione dei giovani talenti, accanto ai progetti di Fabbrica e del Coro di Voci Bianche, in un ambito in cui poche realtà possono offrire una preparazione professionale di alto livello. Particolarmente significativo è il sostegno a due giovani allieve, cui viene garantita l’accessibilità a un percorso formativo d’eccellenza: un gesto che interpreta pienamente la nostra missione, rendendo l’accessibilità un principio concreto che unisce partecipazione e formazione. La presenza di Camila e Valentina, provenienti dalla Colombia – e ringrazio l’Ambasciatrice per le sinergie che stiamo costruendo – conferma la capacità della nostra Scuola di attrarre talenti da tutto il mondo e il riconoscimento del ruolo dell’Opera di Roma come istituzione culturale di eccellenza nel nostro Paese e nel panorama mondiale. Ringrazio ancora la Fondazione Roma per la sua lungimiranza e generosità: sostenere la formazione significa credere nella forza dell’arte di trasformare le vite e di dare forma al domani. E siamo felici che questo spirito prenda corpo nell’impegno e nella passione delle nostre allieve, che vedremo danzare in Coppélia, in scena a dicembre al Teatro Nazionale

«É una bellissima partnership per cui ringrazio la Fondazione Roma per l’impegno a sostegno della nostra scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, che è un’eccellenza mondiale – Dichiara il Sindaco di Roma Roberto GualtieriGrazie anche a questo sostegno potrà attrarre e formare giovani talenti da tutto il mondo, come le due ragazze beneficiarie di questa borsa di studio. Roma si conferma come un grande polo di formazione della danza, che poi porta danzatori di qualità nel Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera e nei teatri di tutto il mondo

 Camila e Valentina provengono da un contesto sociale complesso che le ha esposte a privazioni e difficoltà importanti. La possibilità offerta dalla Scuola di Danza in collaborazione con Fondazione Roma rappresenta per queste due giovani artiste uno spazio concreto di crescita e miglioramento altrimenti impossibile da realizzare. Le due allieve colombiane hanno studiato danza fin da giovanissime presso la Scuola di Balletto Metropolitano di Medellín, dove grazie al loro impegno e talento hanno potuto usufruire già in Colombia di borse di studio assegnate dal programma Training Scholarship voluto dalla direttrice Juliana Acosta Pérez. Si sono inoltre fatte notare in gare nazionali e internazionali, fra queste l’ITA ON TOUR Colombia nel 2024, anno in cui la ballerina argentina Paloma Herrera, – principal dancer all’American Ballet Theatre dal 1995 al 2015 – ha assegnato alle giovani ballerine due borse di studio per la finale del concorso, svoltasi lo scorso febbraio a Cattolica. In quell’occasione Angie Esposito, referente della manifestazione per il Sud e Centro America ha suggerito un’audizione al Teatro dell’Opera di Roma. Camila e Valentina sono così arrivate in Italia conquistando da subito l’attenzione di Eleonora Abbagnato, che le ha volute nella scuola.

Fondata nel 1928, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, che nel 2028 compirà cento anni dalla sua fondazione, è una delle più antiche e prestigiose realtà professionali italiane. Luchino Visconti l’aveva scelta come location per alcune scene del film Bellissima con Anna Magnani. Al suo interno si articolano diversi corsi, il principale della durata di otto anni, scandito da esami volti a decretare il passaggio o meno all’annualità successiva, permette ai ballerini di ottenere un Diploma di Danzatore Professionista. Con questo titolo i diplomati possono partecipare ad audizioni internazionali e ulteriori corsi professionalizzanti nei più prestigiosi teatri del mondo. Al termine del percorso formativo è inoltre previsto un ulteriore anno di perfezionamento rivolto ai più meritevoli.

 

Roma, 10 novembre 2025

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“Al lupo, al lupo!”: quando la musica racconta ai bambini

Ispirata alle favole di Esopo, Al lupo, al lupo! è un’esplorazione musicale e teatrale che unisce gioco, riflessione e meraviglia. Dal 23 al 26 novembre, il Teatro Nazionale si anima con la brillante opera didattica su libretto e musica di Gaetano Panariello, che trasforma i racconti più amati dell’infanzia in un’esperienza viva e sorprendente.

L’autore prende spunto da testi ben noti al pubblico dei più giovani per elaborare uno spettacolo che intreccia musica, canto e narrazione in un continuo gioco di rimandi: un dialogo che diverte, emoziona e invita a riflettere, unendo grandi e piccoli in un’unica, condivisa esperienza di teatro musicale.

«Uno spazio che si può identificare con quello di un’aula scolastica, una giovanissima scolaresca già svogliata che si accinge ad affrontare un’altra noiosa giornata di scuola» – così Panariello descrive l’inizio della sua opera, aggiungendo: «creando già dalle prime note, un legame non solo virtuale tra i ragazzi protagonisti dello spettacolo e i loro coetanei spettatori presenti in teatro

A portare in scena questo nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma sono gli allievi della Scuola di Canto Corale, diretti da Alberto de Sanctis. Sul palcoscenico, i giovani artisti sono protagonisti assoluti: cantano, mimano e sonorizzano le brevi favole di Esopo, le interpretano e le commentano, scoprendone la morale attraverso la musica.

Al loro fianco, Maria Elena Pepi dà voce a una giovane maestra, alle prese con una scolaresca vivace, alla quale spetta il compito di trasmettere – tanto agli interpreti quanto al pubblico dei coetanei – un nuovo modo di apprendere e di vivere la scuola. «La scuola ha il compito – conclude Panariello – di preparare i giovani anche “all’infinita lotta per sopravvivere”. La lezione di Al lupo, al lupo! si muove anche in questa direzione

 Il team creativo proviene interamente dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program: Kamila Straszynska firma la regia, Sofia Sciamanna le scene, Virginia Blini i costumi e Zofia Pinkiewicz le luci.

Al pianoforte, Zenoviia – Anna Danchak, interprete di una partitura ricca di ritmi funky, blues e pop, pensata per avvicinare la sensibilità dei più giovani.

Gaetano Panariello (Portici, 1961) è compositore e didatta napoletano. Diplomato in composizione, pianoforte, musica corale e direzione di coro, si è perfezionato con Franco Donatoni all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Docente di composizione nei conservatori italiani dal 1982, è attualmente Direttore del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Autore di musica lirica, sinfonica e da camera, collabora stabilmente con il Teatro di San Carlo di Napoli, per il quale ha composto numerose opere e balletti, tra cui Pinocchio, Il Guarracino, La favola di Biancaneve, I cantori di Brema, Un bambino di nome Gennaro, Viaggio in Italia e Peter Pan. Le sue opere sono state rappresentate in importanti teatri e festival in Italia e all’estero. Ha scritto inoltre musica sacra, di scena e lavori sinfonici commissionati da istituzioni europee e americane.

Dopo la prima di domenica 23 novembre alle ore 19 aperta al pubblico, Al lupo, al lupo! torna in scena negli spettacoli riservati alle scuole, martedì 25 (ore 10 e ore 12) e mercoledì 26 novembre (ore 10 e ore 12).

 

Roma, 6 novembre 2024

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“Lo schiaccianoci” apre la stagione natalizia

È il balletto natalizio per eccellenza ad aprire la stagione di danza 2025/2026: Lo schiaccianoci di Čajkovksij, nella visione fiabesca di Paul Chalmer, sarà in scena dal 17 al 31 dicembre 2025. Gli aspetti più oscuri e psicologici della trama originale lasciano spazio a un’atmosfera incantata, amata da adulti e bambini, dove – allo scoccare della mezzanotte di un magico Natale – sogni e desideri della giovane Clara prendono vita. Accanto alle stelle del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, i protagonisti saranno Chloe Misseldine, prima ballerina dell’American Ballet Theatre al debutto sul palcoscenico del Costanzi e Jacopo Tissi. Sul podio il direttore Nir Kabaretti si alterna con Carlo Donadio.

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“Lohengrin”: il debutto wagneriano di Mariotti, Michieletto e Korchak

La nuova stagione dell’Opera di Roma si apre nel segno di Wagner, affrontato per la prima volta dai tre principali interpreti coinvolti: il Direttore musicale Michele Mariotti, il regista Damiano Michieletto e il tenore Dmitry Korchak. Dopo cinquant’anni d’assenza, il 27 novembre, Lohengrin torna al Teatro Costanzi. Accanto a Korchak, il cast comprende Clive Bayley (Heinrich der Vogler), Tómas Tómasson (Friedrich von Telramund), Ekaterina Gubanova (Ortrud), Andrei Bondarenko (Der Heerrufer) e, al debutto al Costanzi, Jennifer Holloway (Elsa). Il nuovo allestimento, in coproduzione con il Palau de les Arts di Valencia e con il Teatro La Fenice di Venezia, porta la firma di Michieletto, affiancato dal suo consueto team creativo: Paolo Fantin (scene), Carla Teti (costumi) e Alessandro Carletti (luci). La drammaturgia è curata da Mattia Palma. L’Orchestra è quella dell’Opera di Roma, così come il Coro, diretto da Ciro Visco. La serata inaugurale del 27 novembre è trasmessa da Rai Cultura in differita su Rai5 alle 22.20 e in diretta su Radio3 alle 17.00.

 

È la prima volta con la musica di Wagner per il direttore musicale Mariotti che sottolinea: «Inaugurare con Lohengrin significa soprattutto valorizzare lo sforzo collettivo. È un progetto che mette cantanti, orchestra, coro e tutte le maestranze sotto i riflettori e dimostra quanto il teatro sia davvero un organismo unico, la cui forza nasce dal lavoro comune. Fin dall’inizio del mio mandato da direttore musicale ci siamo dati un percorso preciso: ogni inaugurazione ha proposto un autore diverso, con l’idea di costruire un teatro capace di parlare a un pubblico curioso e disposto a confrontarsi con linguaggi differenti. In questo quadro, Wagner rappresentava un approdo naturale. Lohengrin tiene insieme il dramma storico e la leggenda, e la partitura stessa riflette questa doppia natura: da un lato la solidità solenne che richiama il contesto politico e corale, dall’altro la scrittura sospesa e visionaria che apre a una dimensione fiabesca e trascendente». Premio Abbiati 2017 come Miglior Direttore d’Orchestra, Mariotti è ospite regolare dei principali teatri italiani e stranieri. Nella stagione 2025/26 della Fondazione Capitolina dirigerà anche Tancredi di Rossini per la regia di Emma Dante (19 – 29 maggio 2026), Falstaff di Verdi con il debutto italiano della regista Tatiana Gürbaca (13 ottobre – 1° novembre 2026) e tre concerti (28 maggio, 17 ottobre e 22 ottobre 2026).

 

Per Damiano Michieletto questa è la seconda inaugurazione di stagione al Costanzi, dopo La damnation de Faust di Berlioz, Premio Abbiati come miglior spettacolo del 2017. Il regista ha recentemente ideato il Caracalla Festival 2025 dell’Opera di Roma, portando nella capitale la “nouvelle vague” della regia operistica europea. Il successo internazionale della sua regia di West Side Story di Bernstein – anche in questa occasione sul podio Michele Mariotti – è stato celebrato anche dal ‘New York Times’. «Questa produzione di Lohengrin – afferma il regista – rappresenta una tappa molto importante per me, perché è la prima volta che mi confronto con Wagner. La sua drammaturgia, che da sempre mi affascina e mi commuove per la sua profonda dimensione spirituale, richiede al tempo stesso un grande impegno nel gestire la lunga durata e i tempi dilatati del suo racconto. Il mio modo di avvicinarmi a quest’opera, per costruire una messa in scena che avesse calore e concretezza, è stato allora quello di restituire ai personaggi la loro umanità. Non trattarli come simboli, ma come persone — con una propria psicologia, un cuore, un conflitto interiore — e poi sviluppare questi aspetti all’interno di una dinamica più ampia. Da una parte c’è una lotta tra l’individuo e la massa, dall’altra c’è una storia d’amore, quella tra Elsa e Lohengrin».

 

Il cast internazionale vanta voci di grande rilievo. Dmitry Korchak, tra i più apprezzati tenori del repertorio belcantistico e Premio Abbiati 2019, debutta nel ruolo di Lohengrin. Accanto a lui, Jennifer Holloway (Elsa), artista dal percorso versatile che spazia da Mozart a Wagner, al debutto al Costanzi. Completano il cast Clive Bayley (Heinrich der Vogler), abituale presenza nei teatri d’opera europei, che aveva interpretato Julius Caesar nell’opera omonima di Giorgio Battistelli all’Opera di Roma, Tómas Tómasson (Telramund), interprete di riferimento del repertorio wagneriano, Ekaterina Gubanova (Ortrud), protagonista delle maggiori produzioni internazionali, e Andrei Bondarenko (der Heerrufer), vincitore del BBC Cardiff Singer of the World. Partecipano inoltre i giovani artisti Alejo Álvarez Castillo, Dayu Xu, Guangwei Yao e Jiacheng Fan, provenienti dalla quinta edizione del progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.

 

La prima rappresentazione si terrà giovedì 27 novembre 2025 alle ore 17.00. Le repliche sono previste per domenica 30 novembre (ore 16.30), martedì 2 (ore 18.00), venerdì 5 (ore 18.00) e domenica 7 dicembre (ore 16.30). L’anteprima giovani è in programma sabato 22 novembre alle ore 16.00.

 

Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e in inglese.

 

Il musicologo Giovanni Bietti dedica a Lohengrin la prima delle sue “Lezioni di Opera” della stagione 2025/26, in programma sabato 15 novembre alle 18.00 al Teatro Costanzi.

 

In occasione dello spettacolo esce il nuovo numero della rivista di attualità “Calibano” dedicato a «L’invenzione del Medioevo».

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“Tosca” in diretta su Rai3 in collaborazione con Ministero della Cultura e Rai Cultura

Un evento straordinario per celebrare uno dei capolavori più amati della storia dell’opera. Sabato 1° novembre, alle 20.50 in diretta in mondovisione su Rai3, Tosca, nella ricostruzione dell’allestimento originale del 1900 riproposto al Teatro dell’Opera di Roma, dove nacque il capolavoro di Giacomo Puccini. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura e Rai Cultura, anticipa l’apertura della stagione 2025/2026 dell’Opera di Roma e celebra il 125esimo anniversario dell’opera. A introdurre e commentare la serata su Rai3, saranno Cristiana Capotondi e Alessandro Preziosi, protagonisti del progetto televisivo.

 

Il 14 gennaio del 1900, Roma assiste alla prima assoluta di Tosca, un evento che lascia un segno indelebile nella storia della musica e della città. Sullo stesso palcoscenico torna oggi una ricostruzione completa e dettagliatissima dell’allestimento originale ideato da Adolf Hohenstein, realizzata con la supervisione dell’Archivio Storico Ricordi.

Sul podio il maestro Antonino Fogliani, mentre la regia è firmata da Alessandro Talevi. Protagoniste tre grandi stelle della lirica: Eleonora Buratto (Tosca), Jonathan Tetelman (Cavaradossi) e Luca Salsi (Scarpia). Completano il cast Gabriele Sagona (Angelotti), Domenico Colaianni (Sagrestano), Matteo Mezzaro (Spoletta), Daniele Massimi (Sciarrone), Alessandro Guerzoni (Carceriere) e Maria Nardone (Pastorello). La regia TV è affidata a Fabrizio Guttuso Alaimo.

 

Le scene e i costumi originali di Adolf Hohenstein sono stati ricreati rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti, con le luci firmate da Vinicio Cheli. L’Orchestra e il Coro, quest’ultimo diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. È prevista anche la partecipazione della Scuola di Canto Corale.

 

Il regista Alessandro Talevi sottolinea invece la modernità dell’opera: «Non ho mai smesso di ammirare la sottigliezza e la cura dei particolari con cui Puccini crea i suoi scenari e il modo in cui richiedono costantemente un’indagine psicologica profonda da parte di cantanti e regista».

 

Seguendo le indicazioni originali di Puccini, l’allestimento restituisce la Roma vissuta dal compositore, dalle vedute dell’alba su Castel Sant’Angelo agli interni dorati di Sant’Andrea della Valle, fino ai rintocchi del Mattutino che il compositore di Lucca ascoltava all’alba per coglierne l’intonazione autentica da inserire in partitura.

 

In occasione della recita straordinario di Tosca, il Teatro dell’Opera di Roma presenta anche la mostra ‘Tosca 125. Oltre la scena’, che ne esplora la genesi e la fortuna attraverso documenti, bozzetti, fotografie e costumi provenienti dall’Archivio Storico Ricordi e dalle collezioni del Teatro.

 

Roma, 29 ottobre

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Una notte a Teatro – 3° Edizione, 8 e 9 novembre

Da sabato 8 novembre ore 17.00 a domenica 9 novembre ore 12.00

La magica Notte a Teatro torna per il terzo anno consecutivo!

Un’esperienza unica dedicata ai bambini dagli 8 ai 10 anni con giochi, attività a sorpresa e laboratori pensati per accompagnare i giovani ospiti in un viaggio divertente e coinvolgente nel mondo dell’Opera.

Il più incredibile sleep over della città attende 120 piccoli fortunati, che avranno l’opportunità straordinaria di dormire in teatro!

I bambini dovranno presentarsi in tuta da ginnastica (che utilizzeranno anche per dormire) e portare con sé: stuoino o materassino, sacco a pelo, torcia, calzettoni di ricambio, piccolo asciugamano e spazzolino da denti.

 

Biglietto: € 35,00 (cena e colazione incluse)

Iscrizioni: a partire dalle ore 15 del 30 ottobre. Non è possibile iscrivere più di un bambino o bambina dalla stessa mail.

Per informazioni e iscrizioni: didattica@operaroma.it

Le richieste saranno accolte fino a esaurimento dei posti disponibili e confermate tramite mail.

Iniziativa realizzata in collaborazione con AGESCI Lazio

 

 

Roma, 30 ottobre 2025

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Simone Agrò nominato Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma

Grande festa al Teatro Costanzi al termine della ‘prima’ di Marco Spada di venerdì 24 ottobre. Simone Agrò è stato nominato Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma dal sovrintendente Francesco Giambrone, su proposta della direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato.

Durante i calorosi applausi del pubblico che aveva appena ammirato le vicende avventurose del brigante romano, nella ricostruzione dell’allestimento storico del 1981, così come Pierre Lacotte lo aveva ricreato proprio per l’Opera di Roma, a sorpresa sono saliti sul palcoscenico il sovrintendente e la direttrice del ballo. Una pioggia di coriandoli ha reso ancora più palpabile l’emozione del danzatore siciliano, classe 1998 che, al termine della recita in cui aveva interpretato il ruolo di Federici, ha appreso la notizia del meritato riconoscimento.

 

«Il Corpo di Ballo del nostro Teatro rappresenta una delle eccellenze di cui andiamo più orgogliosi – ha dichiarato il sovrintendente Francesco Giambrone – e sono felice di vederlo crescere con tanto talento e tanta passione. Questo importante riconoscimento a uno dei suoi componenti, al termine di una recita che ha riscosso uno straordinario successo, conferma i livelli di qualità raggiunti da tutti sotto la guida di Eleonora Abbagnato. Oggi è davvero una giornata di festa per tutto il nostro Teatro».

 

«Simone è un danzatore di una versatilità unica, in grado di esprimersi in interpretazioni intense tanto nel repertorio classico quanto nelle declinazioni più contemporanee del linguaggio coreografico – ha dichiarato Eleonora AbbagnatoÈ un talento cresciuto artisticamente al Teatro dell’Opera di Roma, dalla Scuola, dove si è diplomato con il massimo dei voti, fino alla Compagnia, dove è arrivato quando io ero già alla direzione. Questo è un ulteriore motivo di orgoglio nel dare questa nomina. È un danzatore dalla grande passione, oltre che dotato di tecnica ed eleganza. È una gioia sapere che giovani promesse della danza possono contare su una carriera come quella da lui intrapresa e possono crescere professionalmente in Italia».

 

Classe 1998, Simone Agrò è nato ad Agrigento. A quattro anni ha iniziato a studiare alla scuola Progetto danza delle sorelle Bartolomeo a Realmonte (Agrigento). Notato dall’étoile Alessandro Molin, a dodici anni ha vinto una borsa di studio per la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. Dopo essersi diplomato qui, nel 2017 con il massimo dei voti, è entrato a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera diretto da Eleonora Abbagnato. Ha interpretato sin da subito ruoli da primo ballerino quali Basilio in Don Chisciotte, Conrad ne Il Corsaro, Mercuzio in Romeo e Giulietta, Colas ne La fille mal gardée, L’idolo d’oro e il capo fachiro ne La Bayadère, l’uccellino azzurro ne La bella addormentata, Phoebus in Notre-Dame de Paris, il celebre passo a due dei contadini in Giselle, e ha danzato in Pink Floyd Ballet, In the Night, Suite en blanc, Bolero, Within the Golden Hour, Blanche Neige, Walking Mad, Glass Pieces, Manon, tutti balletti firmati dai più grandi coreografi del panorama nazionale e internazionale di balletto. Recenti Yellow, coreografia firmata da Adriano Bolognino in prima assoluta al Teatro Nazionale, al Costanzi Playlist track 1, 2 di William Forsythe, Il rosso e il nero di Uwe Scholz, Lo schiaccianoci di Chalmer (Fritz; Schiaccianoci), Carmen di Bubeníček (Lucas, anche in tournée a Parigi), Onegin (Lenskij) di Cranko, a La Nuvola S di Kratz. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Europa in danza come giovane promessa della danza, il Premio Foligno in danza come artista emergente e il premio Danza&Danza 2023 come interprete emergente.

 

Roma, 24 ottobre 2025

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“Piramo e Tisbe” alla Centrale Montemartini

Dal 25 al 29 ottobre una produzione del Teatro dell’Opera di Roma
in collaborazione
con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e il Teatro di Roma

 

Frutto di una collaborazione inedita fra tre importanti istituzioni culturali della Capitale, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro di Roma – Teatro Nazionale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’allestimento dell’opera Piramo e Tisbe di John Frederick Lampe (1703-1751), fagottista nell’orchestra di Händel a Londra, proposto in prima esecuzione italiana, debutta nella Sala Macchine, prestigioso spazio del Museo Centrale Montemartini (Via Ostiense 106) sabato 25 ottobre alle ore 20.00, in occasione del World Opera Day, con repliche dedicate alle scuole il 28 e 29 alle ore 11.00. La prima rappresentazione (ingresso su invito) sarà trasmessa in diretta sul canali Instagram ufficiale del Teatro dell’Opera di Roma.

Un’alleanza virtuosa promossa nell’ambito di un bando del Ministero della Cultura volto alla valorizzazione delle attività di spettacolo dal vivo negli spazi museali, con l’obiettivo di creare nuove occasioni di incontro tra patrimonio e creatività contemporanea. Il progetto ha una forte vocazione formativa e generazionale: coinvolge infatti giovani artisti emergenti — cantanti, attori, scenografi, costumisti e light designer — provenienti da “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma e dal Corso di perfezionamento per attori del Teatro di Roma, offrendo loro un’opportunità concreta di crescita professionale in un contesto unico.

Da diversi anni, infatti i giovani talenti di “Fabbrica”, si cimentano con il repertorio lirico. Ora, per la prima volta, affrontano un’operina del tardo periodo barocco dalla storia curiosa e affascinante: la mock opera – o parodia in musica. L’opera si ispira alla celebre vicenda narrata da Ovidio nelle Metamorfosi (Libro IV vv.55-166) e ripresa in chiave comica nell’ultima scena del Sogno di una notte di mezza estate (1595) di Shakespeare, in cui bottegai e artigiani mettono in scena una bizzarra parodia della tragedia antica.

La partitura di Lampe è stata riscoperta dal musicologo barocchista Lorenzo Tozzi nella biblioteca del Conservatorio Superiore di Musica di Parigi. Tozzi firma anche la consulenza musicale dello spettacolo. Alla tastiera il maestro Antonio Pergolizzi, mentre la regia è affidata a Cesare Scarton, che cura anche, insieme a Tozzi, la drammaturgia e l’adattamento del testo. Gli elementi scenici sono di Sofia Sciamanna, i costumi di Virginia Blini e le luci di Zofia Pinkiewicz. Interpreti dell’opera sono Guangwei Yao (Piramo), Jessica Ricci (Tisbe), Jiacheng Fan (Muro), Alejo Alvarez Castillo (Leone), Dayu Xu (Luna), tutti provenienti dalla quinta edizione di “Fabbrica”. A loro si uniscono gli artisti del Corso di perfezionamento del Teatro di Roma: Federico Gariglio (maestro suggeritore), Giacomo Cremaschi (primo gentiluomo), Andrei Cuciuc (secondo gentiluomo), Emanuele Baldoni (Semibreve) e Niccolò Massi (prologo/epilogo).

La Centrale Montemartini, sede dell’originale allestimento, è uno dei luoghi più suggestivi e simbolici della città di Roma, dove il dialogo tra antico e moderno si fa esperienza concreta. Prima centrale termoelettrica pubblica di Roma, venne inaugurata nel 1912. Dopo aver ospitato la mostra “Le macchine e gli dei”, inaugurata nel 1997, che presentava al pubblico importanti opere delle collezioni capitoline, l’esposizione temporanea si è trasformata in un museo permanente, che accoglie una straordinaria raccolta di sculture romane e mosaici esposti tra turbine, motori diesel e macchinari industriali d’inizio Novecento.

 Considerata un’anticipazione della vicenda di Romeo e Giulietta, la storia di Piramo e Tisbe ha goduto di grande fortuna nei secoli, dal Medioevo fino ai giorni nostri. I due giovani amanti, osteggiati dalle rispettive famiglie, comunicano di nascosto attraverso una fessura nel muro che separa le loro case. L’incontro notturno, ostacolato da un leone e da un tragico equivoco, porterà entrambi al suicidio.

Citazioni o trattamenti di questa vicenda si ritrovano da Dante a Boccaccio, da Chrétien de Troyes a Geoffrey Chaucer, sino a Shakespeare. Ma se in quest’ultimo la satira era rivolta ai commedianti e agli attori da strapazzo del suo tempo, in Lampe (che forse impersonava il ruolo di Semibreve mentre la moglie Isabella Young quello di Tisbe) la parodia è diretta contro l’opera italiana, allora molto in voga a Londra, e contro gli strapagati castrati e cantatrici.

Il libretto si ispira al perduto Comick Masque of Pyramus and Thisbe di Richard Leveridge (Lincoln’s Inn Fields Theatre, 1716), probabilmente abbreviato dallo stesso Lampe. Gli spettatori della commedia shakespeariana Teseo, Ippolita e la corte ateniese – sono qui sostituiti da Semibreve, dal maestro suggeritore e da due anonimi gentiluomini inglesi, uno dei quali reduce da un viaggio in Italia, dove aveva avuto modo di apprezzare l’opera italiana.

Compositore sassone e difensore dell’opera inglese, Frederick Lampe si trasferì a Londra intorno al 1724, dove fu fagottista nell’orchestra di Händel al King’s Theatre. Collaborò con Henry Carey e Thomas Arne, cercando di creare un’opera in lingua inglese. Il suo successo maggiore fu The Dragon of Wantley (Covent Garden, 1737), parodia ironica dell’opera italiana e in particolare del Giustino di Händel, che ottenne grande favore di pubblico. Anche Pyramus and Thisbe (1745), presentata al Covent Garden, mise alla berlina gli eccessi e le assurdità dei libretti d’opera dell’epoca, sostituendo al tragico un lieto fine ironico. Figura centrale nelle dispute tra sostenitori dell’opera italiana e fautori di una tradizione nazionale, Lampe fu lodato da Charles Burney per l’efficacia e l’originalità della sua musica, giudicata superiore persino alla Beggar’s Opera di Gay e Pepusch.

Se i tredici numeri musicali superstiti (dieci arie e tre duetti, mentre i recitativi sono andati perduti) sono stati conservati nella lingua inglese, le sezioni recitate sono state tradotte in italiano per favorire la comprensione del pubblico.

 

Una produzione del Teatro dell’Opera di Roma Capitale in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale

In collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la rete dei Musei in Comune di Roma Capitale

Con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo
Progetto vincitore dell’avviso pubblico “Sostegno per la valorizzazione delle attività di spettacolo dal vivo da parte di Istituti e luoghi della cultura statali presenti su tutto il territorio nazionale e da parte di soggetti giuridici creati o partecipati dal Ministero della Cultura che si occupano della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale” per l’anno 2025

 

 

Centrale Montemartini, Sala Macchine

 

sabato 25 ottobre 2025 ore 20.00
martedì 28 ottobre 2025 ore 11.00 (scuole)
mercoledì 29 ottobre 2025 ore 11.00 (scuole)

 

Piramo e Tisbe

Mock opera in un atto (1745)
di John Frederick Lampe

dalle Metamorfosi di Ovidio e al Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare

Adattamento e drammaturgia Cesare Scarton e Lorenzo Tozzi
Consulenza musicale Lorenzo Tozzi

Prima esecuzione in Italia

Regia Cesare Scarton
Elementi scenici Sofia Sciamanna*
Costumi Virginia Blini*
Luci Zofia Pinkiewicz*

 

Personaggi e interpreti

Piramo Guangwei Yao*
Tisbe Jessica Ricci*
Muro Jiacheng Fan*
Leone Alejo Alvarez Castillo*
Luna Dayu Xu*

 Maestro suggeritore Federico Gariglio**
Primo gentiluomo Giacomo Cremaschi**
Secondo gentiluomo Andrei Cuciuc**
Semibreve Emanuele Baldoni**
Prologo/Epilogo Niccolò Massi**

Antonio Maria Pergolizzi tastiere

 

*artisti di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

**artisti del corso di perfezionamento del Teatro di Roma

 

Una produzione del Teatro dell’Opera di Roma

In collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale

In collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la rete dei Musei in Comune di Roma Capitale

 

Con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo

Progetto vincitore dell’avviso pubblico “Sostegno per la valorizzazione delle attività di spettacolo dal vivo da parte di Istituti e luoghi della cultura statali presenti su tutto il territorio nazionale e da parte di soggetti giuridici creati o partecipati dal Ministero della Cultura che si occupano della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale” per l’anno 2025

 

In occasione del World Opera Day 2025

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Al Teatro Nazionale un dittico Janáček/Poulenc firmato da Andrea Bernard

«Il cuore di questo lavoro nasce dal desiderio di mettere in dialogo due opere lontane per lingua, forma e contesto, ma unite da un identico nucleo emotivo: la solitudine e l’impossibilità di comunicare davvero». Andrea Bernard si riferisce al dittico che accosta Il diario di uno scomparso (Zápisník zmizelého) di Leoš Janáček e La voix humaine (La voce umana) di Francis Poulenc. Il regista nato a Bolzano, classe 1987, per il suo debutto con l’Opera di Roma firma questo nuovo allestimento in scena dal 18 al 24 ottobre 2025 al Teatro Nazionale. Riconosciuto sulla scena internazionale, Bernard è uno dei più giovani vincitori del Premio Abbiati (miglior regista emergente 2024 per il suo Don Carlo). «Non parlo di una solitudine intesa come semplice isolamento – prosegue il regista – bensì come condizione dell’anima, capace di trasformare lo spazio e il tempo in gabbie invisibili. Ho immaginato entrambe le vicende ambientate in due stanze di uno stesso albergo, come se le due storie si svolgessero nello stesso istante. Un “non-luogo” anonimo, neutro, di passaggio, che non racconta nulla di chi lo abita se non l’appartenenza sociale. Qui il passato e il futuro si affacciano soltanto attraverso i pensieri dei protagonisti». Così Bernard descrive l’approccio alle due opere, parabole identitarie messe in relazione dal regista attraverso la costruzione scenografica di due stanze dello stesso hotel, grazie alle scene di Alberto Beltrame. Completano l’allestimento i costumi di Elena Beccaro e le luci di Marco Alba.

I due atti unici vengono proposti nella versione per pianoforte, eseguita dallo statunitense Donald Sulzen.

Il primo, Il diario di uno scomparso di Janáček su libretto di Josef Kalda, arriva per la prima volta nella storia dell’Opera di Roma e in continuità con la proposta del compositore ceco di questi anni, di cui sono state rappresentate al Costanzi Káťa Kabanová (2022), Da una casa di morti (2023) e Jenůfa(2024). Protagonisti il tenore Matthias Koziorowski e il mezzosoprano Veronica Simeoni. Koziorowski, resident guest nell’ensemble dell’Opera di Graz, dove si è esibito come tenore solista nel War Requiem di Britten e nelle Scene dal Faust di Goethe di Schumann, è stato anche membro dell’ensemble dell’Opera di Halle. Simeoni è stata già interprete per l’Opera di Roma in The Bassarids di Henze con la regia di Mario Martone e La damnation de Faust di Berlioz firmata da Damiano Michieletto, spettacoli entrambi vincitori del Premio Abbiati.

La voix humaine di Poulenc, dal celebre libretto di Jean Cocteau, torna dopo le messe in scena del 1971 con la regia di Sandro Sequi e del 2001 con quella di Giorgio Barberio Corsetti, e dopo il concerto diretto da Maxime Pascal nel 2017. Protagonista di quest’ultima era proprio Anna Caterina Antonacci. Cantante tra le più raffinate della sua generazione, ha affrontato numerose volte questo titolo di Poulenc, recentemente anche con la regia di Emma Dante. Antonacci al Teatro Nazionale incontra nuovamente Donald Sulzen dopo i concerti che li hanno visti interpreti alla Wigmore Hall di Londra e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.

 

Composti a quarant’anni di distanza l’uno dall’altro Il diario di uno scomparso (1917-19) e La voix humaine (1958) descrivono due tormenti d’amore radicali. In Janáček quello del giovane Jan invaghito della zingara Zefka per cui decide di lasciare la famiglia d’origine, in Poulenc la conversazione al telefono di una donna con l’uomo che l’ha lasciata. Due capolavori del contemporaneo che hanno ispirato generazioni di artisti, fra cui Annibale Ruccello, il cui dramma Le cinque rose di Jennifer richiama i temi de La voix humaine di Cocteau.

 

Andrea Bernard si è affermato sulla scena internazionale grazie alla vittoria dell’European Opera-directing Prize nel 2016. Da allora firma regie di prosa e d’opera in Italia ed Europa. Recenti Ernani al Teatro La Fenice in coproduzione con il Palau de Les Arts di Valencia (2023) e Il viaggio a Reims di Rossini per l’apertura del Landestheater di Salisburgo (2024). Ha vinto il Premio Abbiati 2024 come miglior regista emergente per la regia di Don Carlo. Bernard ha inoltre collaborato con realtà internazionali quali Opéra de Rouen, Opéra Grand Avignon, Théâtre des Champs-Élysées. Nel 2024 ha aperto la stagione del Teatro Stabile di Bolzano con A Kind of Miles, spettacolo dedicato a Miles Davis scritto e interpretato da Paolo Fresu.

 

Donald Sulzen è il pianista del Munich Piano Trio. Artista di fama internazionale, è richiesto collaboratore di cantanti quali Anna Caterina Antonacci, Laura Aikin, Julie Kaufmann, Ofelia Sala e James Taylor. La sua musica è stata apprezzata in molte trasmissioni radiofoniche e televisive.

 

La programmazione 2025/26 al Teatro Nazionale prosegue a novembre con Al lupo, al lupo! di Gaetano Panariello, interpretato dalla Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma (23 novembre). A dicembre 2025 seguono il balletto Coppélia, nella coreografia di Giorgio Mancini e interpretato dagli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma (dal 3 al 7 dicembre) e la performance di danza Die Seele am Faden / Soul Threads basata sul testo Il teatro delle marionettedi Heinrich Von Kleist, con protagonista Friedemann Vogel (12 e 13 dicembre). La stagione riprende poi ad aprile 2026 con Serata Preljocaj, omaggio a uno dei coreografi più innovativi della scena contemporanea, affidato a étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma (14-19 aprile). A maggio 2026 sono previsti inoltre due nuovi allestimenti dedicati a Hans Werner Henze, La piccola cubana ed El Cimarrón, realizzati in occasione del centenario della nascita del compositore, tratti da testi di Miguel Barnet (15-21 maggio). Chiude la stagione, in ottobre 2026, la nuova commissione del Teatro dell’Opera di Roma La vita nuda di Matteo D’Amico, liberamente ispirata a L’uomo dal fiore in bocca e La patente di Luigi Pirandello (21-25 ottobre).

 

Dopo la prima rappresentazione, sabato 18 ottobre (ore 20), Il diario di uno scomparso / La voix humaine torna in scena al Teatro Nazionale domenica 19 (ore 16.30), martedì 21 (ore 20), giovedì 23 (ore 20) e venerdì 24 ottobre (ore 20).

 

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