Dalle 19 di venerdì 8 agosto arriva su OperaVision la nuova produzione del Teatro dell’Opera di Roma, andata in scena dal 1 al 5 luglio alla Basilica di Massenzio per il Caracalla Festival 2025, diretta da George Petrou con la regia di Ilaria Lanzino e, protagonisti sul palco, Sara Blanch (Angelo), Ana Maria Labin (Maddalena), Teresa Iervolino (Cleofe), Charles Workman (San Giovanni) e Giorgio Caoduro (Lucifero).
“È la storia di una famiglia contemporanea in lutto per la perdita improvvisa di un figlio. La morte di Gesù quindi, non è presentata come un evento biblico e sacro, ma come una tragedia umana legata alla vita quotidiana di un gruppo familiare, i cui membri reagiscono in modi diversi ma con atteggiamenti simili a quelli dei personaggi dell’oratori.
Ho creato la figura del padre che, come San Giovanni nell’originale, incarna la fiducia nella resurrezione e dunque supera il lutto grazie alla fede; della madre, che come Maddalena è travolta dalla disperazione senza fede; e della nonna, che come Cleofe è sospesa tra le due posizioni. Ho anche voluto mettere in discussione la rigida contrapposizione tra bene e male, che nell’opera originale è rappresentata schematicamente dalle figure dell’Angelo e di Lucifero. Quest’ultimo, come Maddalena, è una figura emarginata, piena di dolore e per questo simbolo della fragilità umana. In questo modo ho voluto rompere drasticamente la schematicità dell’impianto originario che prevede una separazione dogmatica tra bene e male: l’Angelo, originariamente il predicatore del verbo di Cristo, ha assunto toni quasi totalitari professando un sistema escludente e ottuso, mentre Lucifero per me non rappresenta affatto “il male”, ma la ribellione nei confronti di un sistema, quello dell’Angelo, che in teoria afferma di professare l’amore verso tutti ma che nella pratica condanna ogni voce fuori dal coro, rifiutando altri modelli di fede e di amore. La mia Resurrezione darà torto all’Angelo, e sarà soprattutto per i personaggi rifiutati, Maddalena e Lucifero, che l’amore eterno troverà uno spazio. In questo viaggio alla ricerca della fede si tenta di rispondere alla domanda: c’è una Resurrezione? Può la fede salvarci dal dolore del lutto e dalla perdita di senso di fronte alla morte?”, così descrive l’allestimento de La Resurrezione di Händel la regista Ilaria Lanzino.
Al suo debutto assoluto in Italia, la regista, nata a Pisa, arriva dopo anni di formazione e di lavoro all’estero, soprattutto in Germania, dove si è distinta per le interpretazioni audaci di opere come Nabucco di Verdi a Düsseldorf, dove ebrei e babilonesi intonano uniti il coro ‘Va pensiero’, e Lucia di Lammermoor di Donizetti a Norimberga, dove la protagonista diventa un uomo, Luca, in lotta con la famiglia perché innamorato di un coetaneo. Recente il suo successo al Theater an der Wien di Vienna con l’Ambleto di Francesco Gasparini, restituito attraverso una tagliente analisi psicologica dei rapporti tra i personaggi e un approccio cinematografico. Per La Resurrezione le sue fonti di ispirazione sono state i film Antichrist di Lars von Trier, La stanza del figlio di Nanni Moretti, The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen e So Long, My Son di Wang Xiaoshuai. In questo nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma, Ilaria Lanzino è affiancata da Dirk Becker per le scene, da Annette Braun per i costumi e da Marco Filibeck per le luci.
Händel era proprio a Roma nel 1708 quando ricevette la commissione di un grande oratorio sacro per la Pasqua da parte del marchese Francesco Maria Marescotti Ruspoli, all’epoca suo mecenate. La Resurrezione fu eseguita per la prima volta a Palazzo Bonelli ai Santissimi Apostoli l’8 aprile 1708, già in forma scenica. Il tema affrontato è altamente simbolico: l’azione si svolge tra il Venerdì Santo e la Pasqua, e alterna gli scontri tra Lucifero e l’Angelo con le profonde meditazioni di Maria Maddalena, Maria di Cleofe e San Giovanni Evangelista. Una lotta tra la fede e la sua assenza, tra l’entusiasmo e il cinismo nell’esistenza di oggi.
Il Teatro dell’Opera di Roma partecipa a Opera Vision: un progetto internazionale che riunisce 29 Teatri d’Opera provenienti da 17 diversi paesi europei, sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea sotto la supervisione editoriale di Opera Europa, e che prevede la realizzazione di una piattaforma per lo streaming video delle opere e per la visione on demand di una ricca selezione di produzioni.
L’opera, sottotitolata in inglese e italiano, sarà disponibile sulla piattaforma fino alle 12 dell’8 febbraio 2026.