Alla Nuvola “Inside” di Dimitris Papaioannou dal 14 al 16 aprile

Ideata e diretta da Dimitris Papaioannou, visionario regista e visual artist tra più importanti al mondo, Inside è l’installazione video-performativa che – dal 14 al 16 aprile – EUR SpA e Teatro dell’Opera di Roma portano in coproduzione alla Nuvola in occasione della rassegna di spettacoli EUR Culture per Roma. L’artista greco, premiato con l’European Theater Prize nel 2017 e due volte nominato agli Emmy Awards, costruisce uno spazio a metà tra teatro e luogo espositivo, in cui il tempo si dilata e contrae scandendo i ritmi della vita quotidiana nei ripetitivi gesti del vivere urbano contemporaneo. Soggetto di questa installazione diventano i gesti degli artisti, che nella scena si siedono, vanno in bagno, si spogliano, si fanno una doccia, si asciugano, mangiano, si affacciano al balcone e si perdono nel paesaggio, si sdraiano, si avvolgono in un lenzuolo. L’installazione avrà luogo in diverse fasce orarie: il 14 aprile dalle 11.00 alle 17.00il 15 aprile dalle 17.00 alle 23.00 e il 16 aprile dalle 10.00 alle 16.00.

Trasformato in un ambiente domestico per la video-performance, il grande spazio espositivo della Nuvola si integra con la scena rendendo lo spettatore parte dell’installazione, squarciando il velo tra realtà e rappresentazione artistica in una fascinazione ipnotica posta al confine tra introspezione e voyeurismo, tra la poeticità di un gesto ripetitivo e la caducità dell’esistenza umana. Più che uno spettacolo, Inside è un’esperienza sensoriale priva di un inizio e di una fine, in cui spazio e tempo sono entrambi dilatati o contratti a seconda della percezione e della prospettiva di chi guarda l’azione. Durante le sei ore di durata, gli spettatori sono infatti liberi di guardare quanto vogliono la scena e di spostarsi liberamente per osservarla da punti di vista diversi, sedersi dove vogliono, uscire o rientrare.

Messa in scena per la prima volta nel 2011 al Teatro Pallas di Atene, Inside è oggi proposta sotto forma di video-installazione per spazi teatrali e performativi e diretta dallo stesso Dimitris Papaioannou. Primo artista greco a ricevere lo European Theater Prize (2017), Papaioannou è stato nominato due volte per l’Emmy Award (2016) e due volte per l’Olivier Award (2019; 2022). Le sue più recenti creazioni hanno raggiunto i quattro continenti, in oltre 30 Paesi e 51 città. Ha, inoltre, curato la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene nel 2004.

Il 14 aprile alle ore 17.00 al termine dell’installazione, Dimitris Papaioannou sarà impegnato alla Nuvola in un talk moderato da Anna Lea Antolini.

domenica 14 aprile, ore 11
lunedì 15 aprile, ore 17
martedì 16 aprile, ore 10

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Stage Estivo della Scuola di Danza dal 10 al 13 luglio

Con la guida di Eleonora Abbagnato, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma prosegue nel percorso di valorizzazione, di sviluppo e di radicamento della propria tradizione sul territorio nazionale offrendo varie opportunità di  formazione  ai giovani che vogliano confrontarsi con lo studio professionale della danza. In  questa prospettiva, la Scuola di Danza organizza presso la propria sede di Via Ozieri  uno Stage Estivo che si concluderà con alcune lezioni  di tecnica accademica  previste sul palcoscenico del Costanzi e con una lezione di Repertorio di Eleonora Abbagnato dedicata ai partecipanti del  livello più avanzato.

 

 

Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma

diretta da Eleonora Abbagnato

 

STAGE ESTIVO

dal 10 al 13 Luglio 2024

con i docenti della Scuola

                                    

PRIMO LIVELLO (ETA’ 11 – 12 ANNI)

3 lezioni di tecnica accademica (una al giorno);

punte – fisiotecnica – danza di carattere – passi scenici

 

SECONDO LIVELLO (ETA’ 13 – 14 ANNI) 

3 lezioni di tecnica accademica (una al giorno);

punte – contemporaneo – danza di carattere – passi scenici – elementi di Gyrokinesis

in data 13 luglio, dalle ore 11 alle 12

in presenza della direttrice la Sig.ra Eleonora Abbagnato,

la lezione di tecnica accademica sarà aperta al pubblico sulla scena del Teatro dell’Opera

 

TERZO LIVELLO (ETA’ 15 – 17 ANNI)  

3 lezioni di tecnica accademica (una al giorno);

repertorio – punte – contemporaneo – danza di carattere – elementi di Gyrokinesis

in data 13 luglio, dalle ore 11 alle 12,

in presenza della direttrice la Sig.ra Eleonora Abbagnato che terrà la lezione di repertorio classico,

la lezione di tecnica accademica e repertorio sarà aperta al pubblico sulla scena del Teatro dell’Opera

 

 

Costo dello stage: Primo Livello euro 370,00 – Secondo e Terzo Livello euro 470,00

Le lezioni sono a numero chiuso e i posti limitati: gli interessati sono invitati a compilare la richiesta di adesione e di inoltrarla entro e non oltre il 3 luglio 2024 all’indirizzo di posta elettronica della Scuola:

scuola.ballo@operaroma.it

indicando esattamente il livello scelto in base all’età del partecipante.

La Scuola di Danza risponderà al mittente comunicando la conferma di partecipazione e le modalità di pagamento; gli interessati, entro 48 ore dal ricevimento della mail della Scuola, dovranno rispedire per posta elettronica allo stesso indirizzo:

  • copia del bonifico effettuato;
  • certificato medico di sana e robusta costituzione del partecipante.

 

SI RILASCIA ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

 

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A maggio “Jenůfa” firmata da Claus Guth e diretta da Juraj Valčuha

Sullo sfondo di una chiusa comunità rurale, due donne lottano per realizzarsi, per sopravvivere allo schiacciante peso degli obblighi sociali e alla violenza che le circonda. Nella messa in scena del pluripremiato regista Claus Guth, il capolavoro del realismo slavo Jenůfa di Leoš Janáček arriva al Costanzi dal 2 al 9 maggio in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione con la Royal Opera House di Londra, dove ha debuttato nel 2021 ottenendo l’Olivier Award come miglior produzione operistica. L’opera è il terzo tassello del progetto triennale dell’Opera di Roma dedicato a Janáček, inaugurato con Káťa Kabanová nella stagione 2021/2022 e proseguito con Da una casa di morti lo scorso anno. Sul podio è chiamato Juraj Valčuha, tra i massimi interpreti della musica del compositore ceco, che debutta al Costanzi e che ha diretto, con l’Opera di Roma, la Turandot firmata Denis Krief a Caracalla nel 2015. Cornelia Beskow e Karita Mattila sono rispettivamente Jenůfa e Kostelnička. Robert Watson è Števa, mentre Charles Workman canta Laca. Nella parte della vecchia Buryjovka è impegnata Manuela Custer. Le scene sono di Michael Levine, i costumi di Gesine Völlm, le luci di James Farncombe e i video di rocafilm/Roland Horvath. Drammaturgia di Yvonne Gebauer. In scena anche il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma interprete della coreografia di Teresa Rotemberg.

 

Claus Guth abbandona l’estetica realista in favore di un allestimento simbolico. Altissime mura di legno delimitano la scena, isolando i personaggi e definendo la società rurale come un claustrofobico e immobile microcosmo. Al di fuori, quello che Guth definisce come «l’Altro sconosciuto», un luogo impossibile da raggiungere per le protagoniste del dramma. Jenůfa è una vicenda in cui si intrecciano onore, amore e violenza, e in cui i destini di una giovane e della sua matrigna sono destinati a ripetersi, come in una maledizione.

«Jenůfa è la storia di una donna che lotta per un mondo più libero – dice il regista – Una realtà che non presenta vie d’uscita. In scena non ci sono porte, non ci sono aperture. Costante, nell’opera, è il rumore della ruota del mulino, un ritmo ripetitivo, che non cambia mai. La società è questa macchina rituale che ripete i suoi movimenti all’infinito e che distrugge tutto ciò che incontra. L’opera mostra come un’enorme pressione sociale verso il conformismo possa portare alla completa caduta di un outsider, di qualcuno che sta fuori dalla norma».

 

Tra i registi più stimati e richiesti a livello internazionale, Claus Guth è rinomato per la sua capacità di reinvenzione del repertorio operistico e per la costruzione di messe in scena visivamente impattanti, riflesso e indagine della psicologia dei personaggi. Insignito due volte del premio Faust, nel 2023 ha ricevuto un OPER! Award come miglior regista. Ospite regolare del Festival di Salisburgo (da quando, nel 1999, vi ha diretto la prima mondiale di Cronaca del luogo di Luciano Berio) ha lavorato per i più prestigiosi teatri e festival, tra i quali Wiener Staatsoper, Festival di Bayreuth, Deutsche Oper di Berlino, Opéra National de Paris, Bol’šoj di Mosca e MET di New York. Tra le sue produzioni di successo si ricordano la Trilogia di Mozart/Da Ponte a Salisburgo, l’intero ciclo del Ring di Wagner per la Staatsoper di Amburgo, Die Frau ohne Schatten (La donna senz’ombra) di Strauss per il Teatro alla Scala di Milano e la Royal Opera House di Londra, l’oratorio di Händel Semele alla Bayerische Staatsoper di Monaco. Recentemente ha messo in scena Doppelgänger, dal ciclo di lieder Schwanengesang di Schubert, una performance eseguita dal celebre tenore Jonas Kaufmann.

 

Sul podio sale uno dei più apprezzati interpreti della musica di Janáček, il direttore slovacco Juraj Valčuha, al suo debutto al Costanzi. Attuale Direttore Musicale della Houston Symphony Orchestra, Valčuha è salito sul podio di prestigiose orchestre quali Berliner Philharmoniker, Staatskapelle Dresden, London Philharmonic, New York Philharmonic, Chicago Symphony, Filarmonica della Scala. Molto attivo in Francia e in Italia, dove è stato direttore stabile dell’Orchestra Rai e del Teatro San Carlo, nel 2018 è stato insignito del Premio Abbiati della critica musicale.

 

Il ruolo di Jenůfa vede impegnata Cornelia Beskow, soprano svedese apprezzata soprattutto per la profondità drammatica delle sue interpretazioni. Vincitrice del concorso internazionale di canto Lauritz Melchior nel 2017, inizia la sua carriera internazionale nel ruolo di Elsa nel Lohengrin alla Wiener Staatsoper, per poi distinguersi come Jenůfa, nel 2022, in una nuova produzione del regista Keith Warner alla Norwegian Opera. Accanto a lei, nel ruolo della sagrestana Kostelnička, la grande Karita Mattila, riconosciuta interprete della Jenůfa di Janáček, sia come protagonista – la sua interpretazione alla Royal Opera House nel 2001 ha vinto un Grammy Award per la Best Opera Recording nel 2004 – sia nella parte della matrigna. Beskow e Mattila sono al loro debutto al Costanzi. Il tenore Robert Watson, anche lui per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma, è invece Števa Buryja. Insignito del Premio Campbell/Santeramo all’Opera Index Competition 2015, è stato membro dell’ensemble della Deutsche Oper di Berlino dal 2016 al 2020 ed è salito sui prestigiosi palchi del MET di New York, della San Diego Opera e dell’Opéra National De Montpellier. Nella parte di Laca Klemeň canta Charles Workman, tenore versatile il cui repertorio spazia dal belcanto alle opere del XX e XXI secolo, che torna all’Opera di Roma dopo aver interpretato Boris Grigorijevič nella Káťa Kabanová di Janáček nel 2022. Il mezzosoprano italiano Manuela Custer è invece la vecchia Buryjovka. Completano il cast Sofia Koberidze (Karolka), David Stout (Il capomastro del mulino), Lukáš Zeman Anna Viktorova (Il sindaco e sua moglie) e, dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Ekaterine Buachidze (La pastora), Valentina Gargano (Barena), Mariam Suleiman (Jana).

 

Capolavoro del realismo musicale di primo Novecento, Jenůfa è l’opera teatrale più nota del compositore ceco Leoš Janáček. Scritta tra il 1894 e il 1903, è tratta dal dramma naturalista di Gabriela Preissová Její pastorkyňa [La sua figliastra]. Lo stile musicale di Jenůfa è il risultato dello studio che per tutta la sua vita Janáček dedicò alle inflessioni della lingua parlata cèca. La trama ruota attorno a Jenůfa, figlia adottiva di Kostelnička, sagrestana della chiesa di un paesino della Slovacchia morava. Rimasta incinta dell’amante Števa, viene sfregiata da Laca, innamorato di lei e geloso della sua relazione. Costretta a nascondersi in casa di Kostelnička per la vergogna della maternità illegittima e rifiutata da Števa per la ferita che ora porta sul volto, viene poi ingiustamente accusata di infanticidio dopo che Kostelnička, a sua insaputa, uccide il bambino per paura che questo possa impedirle di sposarsi con Laca, ancora innamorato di lei e pentito. Alla scoperta del cadavere, la matrigna confessa il crimine, ma Jenůfa la perdona, accettando le nozze con Laca.

 

La prima rappresentazione è prevista giovedì 2 maggio alle ore 20.00 ed è trasmessa in diretta su Radio3 Rai. Repliche sabato 4 maggio (ore 18.00), domenica 5 maggio (ore 16.30), martedì 7 maggio (ore 20.00), giovedì 9 maggio (ore 20.00). Lezione di Opera sabato 27 aprile (ore 17.00). Anteprima giovani martedì 30 aprile (ore 19.00).

 

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Al Costanzi una mostra fotografica per raccontare il dietro le quinte

“Mano d’Opera” è un progetto fotografico di Fabrizio Sansoni che vuole contribuire alla divulgazione visiva dei processi creativi degli spettacoli, volgendo lo sguardo a tutte le maestranze – tecniche, artigianali, sceniche, artistiche e di coordinamento – che operano dietro le quinte. Il teatro, ieri come oggi, è un  luogo complesso dove si intessono relazioni sociali e culturali.

Coloro che abitano il boccascena, le quinte, i foyer e i laboratori compongono e animano una comunità che partecipa al processo di produzione artistica. L’arte teatrale non si esaurisce nel prodotto finale ma trova la propria origine nelle lavoratrici e lavoratori del Teatro Costanzi.

“Mano d’Opera” vuole quindi rendere visibile questo mondo di professionalità e competenze solitamente nascosto, sensibilizzando gli spettatori nei confronti della complessità e delle diverse dimensioni che si intrecciano all’interno del Teatro dell’Opera di Roma.

La mostra è visitabile durante gli spettacoli dagli spettatori  muniti di regolare biglietto per la rappresentazione.
È inoltre possibile accedere alla mostra durante le visite guidate prenotandosi a promozione.pubblico@operaroma.it

 

 

 

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Cantamondo

ll Cantamondo è un progetto del Teatro dell’Opera di Roma e di Fondazione Musica per Roma, con la cura di Oscar Pizzo, e con il prezioso contributo di Fondazione YOLK, che nasce con un doppio intento: proporre ai bambini delle scuole primarie della città di Roma un corso di formazione al canto corale attraverso lo studio del patrimonio musicale italiano e internazionale e promuovere il loro processo di integrazione con il territorio attraverso il linguaggio della musica. A dirigere il Coro i Maestri Massimo Sigillò Massara e Francesca Rini.

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Lisette Oropesa debutta nella Sonnambula

Segna il ritorno all’Opera di Roma del soprano americano Lisette Oropesa, dopo i successi del film-opera La traviata diretto da Mario Martone e della tournée in Giappone sempre con il capolavoro verdiano, la nuova produzione de La sonnambula di Vincenzo Bellini in scena dal 9 al 17 aprile. Per la prima volta, Oropesa affronta il ruolo di Amina e si confronta con la celebre scena del sonnambulismo, un’autentica sfida per la vocalità del soprano lirico leggero. Accanto a lei altre star del belcanto come John Osborn, che interpreta Elvino, Roberto Tagliavini, nella parte del Conte Rodolfo, e Monica Bacelli, in quella di Teresa. Sul podio sale invece Francesco Lanzillotta, che torna al Costanzi dopo L’elisir d’amore diretto nella scorsa stagione. La nuova produzione dello spettacolo è affidata alla coppia di registi francesi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil noti come “Le lab”, al loro debutto in Italia, che firmano regia, scene e luci. Il collettivo artistico comprende Christophe Pitoiset (Collaboratore alle scene e alle luci), Luc Bourrousse (Drammaturgia), Pascal Boudet e Timothée Buisson (Video). Le riprese video proiettate durante lo spettacolo sono realizzate in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica e sono state realizzate presso la sede di Palazzo Barberini.

 

In un dramma dove i virtuosismi del belcanto belliniano svelano i più remoti meandri dell’inconscio, il tema del sonnambulismo ispira ai due registi – che firmano anche scenografie e costumi – una messa in scena multimediale, in cui sogni e frammenti di realtà si fondono per esplorare la psiche di Amina e degli altri protagonisti del dramma.

 

«In maniera forse paradossale, abbiamo incentrato questo allestimento non tanto sul risveglio della sonnambula – raccontano Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuilquanto sul suo addormentarsi, che viene mostrato all’inizio dello spettacolo. L’allestimento si sviluppa sotto forma di installazione performativa, nella Galleria Elvezia, una galleria d’arte pop-up collocata sul palcoscenico del Teatro Costanzi. Lo spettacolo offre un viaggio all’interno del sonno agitato della protagonista, una giovane che vive in uno stato di dormiveglia, in un regime sensoriale alterato. Attraverso l’uso di video registrati in una camera d’albergo romana, nel quartiere del Teatro dell’Opera e a Palazzo Barberini, seguiamo il viaggio interiore di Amina fino al giorno del suo matrimonio con Elvino».

 

Collettivo artistico con sede a Bordeaux, Clarac-Deloeuil > le lab mette in scena lavori multidisciplinari, esplorando le possibili dimensioni performative della grande musica. Le loro creazioni – «esperienze per testare il tempo presente» – sono inscindibili dal contesto sociale e politico in cui nascono e vengono rappresentate. Oltre ai registi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil, fanno parte del collettivo “Le lab” Rick Martin e Christophe Pitoiset (Luci), Benjamin Juhel, Pascal Boudet e Timothée Buisson (Video), Julien Roques (Design grafico), Luc Bourrousse (Drammaturgia) e Lodie Kardouss (Collaborazione artistica). Clarac-Deloeuil > le lab collabora regolarmente con prestigiose istituzioni europee, come La Monnaie di Bruxelles, l’Opéra Comique di Parigi, la Fundaçao Gulbenkian di Lisbona, lo Staatstheater di Norimberga e l’ABAO Bilbao Opera. Nel 2018, gli allestimenti di Peer Gynt, Schubert Box e Madama Butterfly hanno ricevuto il premio Meilleurs Créateurs d’Éléments Scéniques dall’Association Professionnelle de la Critique de Théâtre, Musique et Danse.

 

«La sonnambula è senza dubbio un titolo che rappresenta uno dei più alti slanci creativi di Bellini – dice Francesco Lanzillottasviluppati all’interno di una trama semplice, dai toni innocenti e idilliaci. I pentagrammi di questo titolo sono ricolmi di melodie. Il genere semiserio al quale La sonnambulaappartiene, depurato dall’elemento comico, così come i toni idilliaci di cui sopra, non eliminano però i conflitti che in quest’opera si dipanano fra i protagonisti. Proprio l’incomprensione, con il conseguente conflitto tra i due innamorati, ci svela inoltre una visione dell’amore come possesso da parte di Elvino. L’idillio quindi non si materializza a prescindere ma si conquista con fatica, attraverso l’acquietarsi della conflittualità».

 

Direttore Principale Ospite del Teatro dell’Opera di Varna in Bulgaria dal 2010 al 2014, Direttore Principale dell’Orchestra Filarmonica Toscanini dal 2014 al 2017 e Direttore Musicale del Macerata Opera Festival dal 2017 al 2021, Lanzillotta è regolarmente ospite di importanti compagini orchestrali, come l’Orchestra della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale della RAI di Torino, la Tokyo Philharmonic Orchestra e dell’Opéra national de Montpellier. Negli ultimi anni ha inoltre debuttato alla Semperoper di Dresda, alla Staatsoper di Vienna e a La Monnaie di Bruxelles.

 

Nel ruolo della protagonista Amina una star dei palcoscenici internazionali, il soprano americano di origini cubane Lisette Oropesa. Conosciuta e apprezzata per la sua tecnica vocale impeccabile, per la musicalità raffinata e le intense doti d’interprete, Oropesa è tra i soprani lirico-leggeri più richiesti di oggi. Nel corso della sua carriera si è già misurata e distinta in opere come Lucia di Lammermoor di Donizetti e I Puritani, sempre di Bellini, che condividono con La sonnambula la presenza di celebri scene di alterazione mentale, di cui l’ultima aria di Amina, Ah! non credea mirarti, costituisce una variante di sonnambulismo. Insignita nel 2023 del Premio Abbiati della critica italiana e del titolo di “Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres” in Francia, nel settembre dello stesso anno è stata protagonista con l’Opera di Roma della tournée in Giappone dove, al Bunka Kaikan di Tokyo, ha interpretato Violetta ne La traviata di Verdi. Accanto a lei sul palco, nel ruolo di Elvino, il tenore John Osborn, Premio Bellini d’Oro 2014, che torna all’Opera di Roma dopo aver cantato Nemorino ne L’elisir d’amore dello scorso anno; il conte Rodolfo è invece interpretato dal basso Roberto Tagliavini, ospite regolare di prestigiosi palcoscenici internazionali con un repertorio che spazia tra Mozart, Bellini, Donizetti e Verdi. La molinara Teresa è il mezzosoprano Monica Bacelli, altra interprete di riferimento del belcanto italiano e vincitrice del Premio Abbiati della critica musicale italiana 1997. Nelle parti di Lisa e Alessio sono impegnati invece il soprano Francesca Benitez e il basso Mattia Rossi (quest’ultimo dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma). Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è diretto da Ciro Visco.

 

Nelle repliche dell’11, 13 e 16 aprile Amina è interpretata da Ruth Iniesta, Elvino da Marco Ciaponi, il conte Rodolfo da Manuel Fuentes.

 

Composta da Vincenzo Bellini in soli due mesi, La sonnambula è un’opera seria in due atti su libretto di Felice Romani, tratto a sua volta da La Somnambule, ou L’arrivée d’un nouveau seigneur, un ballet-pantomime di Jean Aumer e Eugène Scribe, e da La Somnambule, comédie-vaudeville dello stesso Scribe e Germain Delavigne. Debutta a Milano nel marzo del 1831, ottenendo fin da subito grande successo. Ambientata in un villaggio in Svizzera, in un’epoca non precisata, vede protagonisti due giovani promessi sposi, Amina ed Elvino. Quando Amina, però, viene trovata addormentata la notte prima delle nozze nella stanza del conte Rodolfo, Elvino la accusa di tradimento e rompe il fidanzamento. Non crederà alla sua innocenza fin quando una sera, Amina, nuovamente sonnambula, viene vista camminare sui tetti. A quel punto i due amanti si riconcilieranno tra le gioie di amici e parenti.

 

Dopo la prima di martedì 9 aprile, ore 20.00, trasmessa in diretta su Radio3 Rai, La sonnambula di Bellini torna in scena giovedì 11 (ore 20), venerdì 12 (ore 20), sabato 13 (ore 18), domenica 14 (ore 16.30), martedì 16 (ore 20) e mercoledì 17 aprile (ore 20). Il debutto del nuovo allestimento sarà preceduto dalla Lezione di Opera che Giovanni Bietti terrà sabato 6 aprile alle ore 17.

 

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De Bana, Nunes, Forsythe: Trittico contemporaneo all’Opera di Roma

Patrick de Bana, Juliano Nunes e William Forsythe sono i coreografi che firmano il Trittico Contemporaneo, dal 23 al 29 marzo al Teatro dell’Opera di Roma. La formula è un appuntamento fisso, coraggiosamente voluto da Eleonora Abbagnato, per ampliare e rinforzare il lavoro dei ballerini. Così nel cartellone, accanto ai grandi classici, si trovano titoli e creazioni di autori che entrano per la prima volta nel repertorio del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma. Nel programma del Trittico ci sono due prime italiane, Windgames di De Bana e Playlist (Track 1, 2) dell’iconico Forsythe, e una prima assoluta, Women di Nunes.

La serata si apre con Windgames di Patrick de Bana sulle musiche del Concerto per violino e orchestra op. 35 di Čajkovskij. “Opera multinazionale”, come ama definirla l’autore, è stata creata in più fasi e ha unito artisti in tutto il mondo: al primo movimento del Concerto, coreografato nel 2013 con il Wiener Staatsballett, De Bana ha aggiunto il secondo nel 2017 allo Shangai Ballet e infine il terzo nel 2021 con il Tokyo City Ballet. Dopo il Bunka Kaikan e il Colón di Buenos Aires il balletto completo arriva per la prima volta in Italia, e segna il debutto del coreografo tedesco al Costanzi. Windgames nasce dall’ammirazione di De Bana per i Ballets Russes di Diaghilev e per Vaslav Nijinsky, suo idolo assoluto. In un velato omaggio a quest’epoca di grande creatività e di personaggi leggendari che hanno segnato la modernità, il balletto offre allo spettatore un viaggio tra passato e presente. Dell’originale linguaggio coreografico sono interpreti le étoiles Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti e il Corpo di Ballo.

Al centro della serata una prima assoluta: la nuova creazione del brasiliano Juliano Nunes. Il giovane coreografo, al suo debutto a Roma, è stato invitato dalla direttrice Eleonora Abbagnato a creare un balletto dedicato alle donne in un momento di particolare attenzione, tanto alla violenza di cui sono vittime quanto ai traguardi raggiunti con le loro lotte. Nunes ha lavorato con 24 danzatrici su 24 minuti di musica. «Women è un pezzo astratto – spiega il coreografo –. Non ha una trama ma racconta molte storie. Le donne hanno la capacità di farlo in un modo così onesto attraverso il loro modo di muoversi. Celestiali e allo stesso tempo piene di energia, per me sono un’ispirazione costante. Non ho cercato una storia che dovessero interpretare. Ho cercato di capire chi erano per farle parlare con la propria “voce”, non solo attraverso la mia». Sulle quattro composizioni di Ezio Bosso scelte per questo balletto si susseguono assoli, quartetti, ensemble. A chiudere un duetto che vede protagoniste le étoiles Alessandra Amato e Rebecca Bianchi.

Il gran finale è affidato a Playlist (Track 1, 2) di William Forsythe, icona della danza che negli oltre 50 anni di carriera ha riorientato il balletto classico verso la dinamica del XXI secolo. Playlist è stata la sua prima creazione per un corpo di ballo inglese, l’English National Ballet (2018). Nata originariamente per 12 danzatori, l’ha successivamente ripresa aggiungendo nuovi brani, proprio come in una playlist personale, e portando sul palcoscenico 30 ballerini. È un lavoro sperimentale, un gioco di equilibrio tra dinamica e musicalità in cui ha saputo accostare classicismo e atletismo con i ritmi della musica new-soul e house. All’Opera di Roma arriva in prima italiana Playlist (Track 1, 2), la versione originale per 12 danzatori, tra cui l’étoile Alessio Rezza e i primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano. La tecnica richiede agli interpreti un’energia tale da travolgere il pubblico con un senso di libertà, spensieratezza e coinvolgimento. Un ruolo fondamentale è giocato dalle musiche, dal groove ascendente di Surely Shorty di Peven Everett e dal remix house di Jax Jones su Impossible di Lion Babe.

 

Roma, 18 marzo 2024

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Roberto Abbado e Sonia Bergamasco per la prima assoluta di “Bandiere nere” di Vacchi

La musica che racconta i diritti negati, la ricerca della giustizia e della libertà. È il tema del concerto in programma all’Opera di Roma il 15 marzo alle ore 20.00, che vede tornare sul podio Roberto Abbado. Il direttore d’orchestra Premio Abbiati propone la prima esecuzione assoluta della nuova versione per voce recitante e orchestra di Bandiere Nere, melologo di Fabio Vacchi tratto dall’omonimo libro sulla nascita dell’ISIS del giornalista Premio Pulitzer Joby Warrick. Sul palco, come voce recitante, l’attrice, regista e musicista Sonia Bergamasco. Completano il programma l’Ouverture dall’Egmont di Beethoven e la Prima Sinfonia di Šostakovič.

«Con Bandiere Nere ho voluto dare voce alle persone di cui Joby Warrick è testimone nel mondo – racconta Fabio Vacchie che popolano i nostri sonni ormai agitati da scenari devastanti, cercando di rendere ancora più universali le sue parole con la forza inclusiva della musica. Il brano scorre sui due piani delineati dal testo. C’è un elenco di vicende agghiaccianti, recitate per ciò che sono: fatti, notizie, resoconti. E poi c’è la verità della sofferenza affidata al ritornello straziante, che si insinua nella scrittura orchestrale fino a innervarla e piegarla alle proprie, disperate, ragioni».

Tra i compositori italiani più conosciuti ed eseguiti in Italia e all’estero, Vacchi è autore di numerose opere di teatro musicale – come Girotondo (1983), Il letto della storia (2003) – e strumentali – Dai calanchi di Sabbiuno (1995), Terra comune (2002). Ha ricevuto un Premio Abbiati della critica musicale italiana ed è membro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. I suoi lavori sono stati commissionati e diretti, tra gli altri, da Luciano Berio, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Antonio Pappano e Zubin Mehta. Nel febbraio 2024 la sua opera-danza Madina – tratta dal romanzo La ragazza che non voleva morire di Emmanuelle de Villepin – è stata riproposta sul palco della Scala di Milano dopo il debutto nel 2021.

«Prendendo spunto da Bandiere nere – dice Roberto Abbadoho pensato di accostare al melologo di Vacchi due lavori che in maniera diversa trattano un tema politico. Nelle musiche di scena per l’Egmont, dove tra l’altro Beethoven scrive anche un melologo, quello che mi interessava era soprattutto il tema della costrizione, della prigionia presente nella tragedia di Goethe, un soggetto che il compositore riesce a tradurre in musica in maniera così audace e perfetta già nell’Ouverture. E chi più di Šostakovič, in tempi recenti, ha vissuto un’epoca di privazioni, di difficoltà, di costrizioni? Anche se non è mai stato effettivamente imprigionato, possiamo ben dire che ha vissuto in una sorta di prigione spirituale per tutta la vita, lui come tanti altri».

Appassionato interprete di repertorio contemporaneo e Direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, Abbado ha diretto produzioni e prime rappresentazioni assolute in alcuni fra i più prestigiosi teatri del mondo. Primo direttore d’orchestra italiano sul podio dell’ormai tradizionale Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia nel 2004, è stato insignito nel 2008 del Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra dell’anno, «per la compiuta maturità interpretativa, l’ampiezza e la curiosità del repertorio nel quale ha offerto esiti rimarchevoli attraverso un’intensa attività stagionale». Torna all’Opera di Roma dopo aver diretto Madama Butterfly nella scorsa stagione.

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IL CARACALLA FESTIVAL 2024 CELEBRA PUCCINI

Il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas con Tosca e Turandot. L’eleganza di Dior nelle notti della danza con Eleonora Abbagnato. Il ritorno di Roberto Bolle. Il grande cinema di Walt Disney con le musiche eseguite dal vivo. Un omaggio ai cent’anni della Rhapsody in Blue di Gershwin con Wayne Marshall. Ma anche circo contemporaneo, teatro e una rassegna di film che celebrano Puccini nel centenario dalla sua morte. Grandi voci della lirica come Sonya Yoncheva, Vittorio Grigolo, Angela Meade e Brian Jagde. E poi star del pop come Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, John Legend, Antonello Venditti e molti altri. È il Caracalla Festival 2024, il cartellone estivo dell’Opera di Roma che, dal 3 giugno al 10 agosto, torna a far vivere gli storici spazi delle terme romane: l’arena con 4.500 posti e il Teatro del Portico, nell’area del cosiddetto tempio di Giove, che torna ad accogliere nuove e differenti esperienze artistiche.

Caracalla Festival 2024 e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i Soci Privati della Fondazione Opera di Roma come Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le nostre attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

«Anche quest’anno opere e artisti prestigiosi torneranno ad arricchire il già ampio cartellone estivo dell’Estate Romana, continuando nella valorizzazione di un luogo magnifico e unico come le Terme di Caracalla – dice il Sindaco Roberto GualtieriÈ un lavoro prezioso quello portato avanti dall’Opera di Roma anche attraverso un appuntamento che è ormai un punto di riferimento, seguito ogni anno da oltre 100mila persone. Grazie davvero alla Fondazione e a questa bella collaborazione tra pubblico e privato, tutti uniti dall’obiettivo di promuovere iniziative culturali di qualità e la fruibilità di un altro spazio storico tra i tanti che stanno tornando protagonisti della vita cittadina, spesso dopo un grande lavoro di recupero».

«Per il secondo anno consecutivo, il Teatro dell’Opera di Roma torna a Caracalla con un vero e proprio Festival – dice il Sovrintendente Francesco GiambroneSi rafforza così l’idea di un progetto multidisciplinare che troverà pieno compimento nel 2025, anno del Giubileo, quando la programmazione sarà realizzata dal regista Damiano Michieletto, a cui abbiamo dato carta bianca. Per celebrare il centenario della morte di Puccini, abbiamo affidato all’architetto Massimiliano Fuksas il progetto scenografico di entrambe le opere in cartellone, Tosca e Turandot; Fuksas ha realizzato per noi un’installazione specifica appositamente pensata per lo spazio del Teatro Grande di Caracalla, con Francesco Micheli che ne cura regia. Il successo di presenze ottenuto lo scorso anno, con 115.980 biglietti venduti, ci ha spinto ad aumentare da 50 a 60 il numero complessivo delle serate – in particolare crescono quelle d’opera, che passano da 10 a 16 – e a rinnovare l’ampia proposta che comprenda reading teatrali, cinema e quest’anno anche circo contemporaneo. Tutto nel segno di Puccini».

«Da 87 anni la musica, l’opera, il balletto popolano in estate le Terme di Caracalla – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – portando una ventata di spettacolo all’interno di uno dei siti archeologici più amati della Capitale. La collaborazione con l’Opera di Roma è dunque un momento rilevante delle attività di valorizzazione della Soprintendenza Speciale di Roma nell’impianto termale, che ha visto la presenza di importanti mostre, eventi culturali e un ampliamento degli spazi di visita, che si svilupperà ulteriormente nel prossimo futuro. Quest’anno la Soprintendenza e il Teatro dell’Opera offrono delle visite guidate speciali che precedono lo spettacolo e, inoltre, la sezione Caracalla Off si tiene nel nuovo spazio inaugurato l’anno scorso davanti al cosiddetto tempio di Giove, normalmente fuori dal circuito di visita. Il Festival Caracalla, grazie alla sua programmazione che vede coprotagoniste le Terme con la loro scenografia, è dunque uno stimolo alla crescita culturale della città sia per i romani sia per quanti sono in visita nella Capitale».

OPERA

In occasione del centenario della scomparsa di Puccini, l’edizione 2024 del Caracalla Festival omaggia il grande compositore con due nuove produzioni di Tosca e Turandot proposte con progetto scenografico di Massimiliano e Doriana Fuksas, al loro debutto con l’opera lirica. La regia di entrambi i titoli è affidata a Francesco Micheli, mentre i costumi sono di Giada Masi e i video di Luca Scarzella. Il cartellone si inaugura il 5 luglio proprio con Tosca, in replica fino al 9 agosto. Sul podio sale Antonino Fogliani. Nel ruolo del titolo si alternano Carmen Giannattasio (5, 17, 26 luglio; 3, 7 e 9 agosto) e Sonya Yoncheva (24 e 31 luglio), mentre Cavaradossi è incarnato da Saimir Pirgu (5, 17, 26 luglio), Vittorio Grigolo (24 e 31 luglio) e Arsen Soghomonyan (3, 7 e 9 agosto). Yoncheva e Grigolo tornano a interpretare insieme i protagonisti del più romano dei capolavori di Puccini dopo il grande successo ottenuto nella tournée della Fondazione Capitolina in Giappone a settembre 2023. Nella parte di Scarpia invece, si alternano Claudio Sgura (5 luglio; 3, 7 e 9 agosto) e Roberto Frontali (17, 24, 26 e 31 luglio).

Dal 16 luglio al 10 agosto è la volta di Turandot. Sul podio sale Donato Renzetti. Nel ruolo della protagonista si alternano due interpreti d’eccezione: Angela Meade (16, 25, 28 luglio; 2 e 4 agosto), che torna all’Opera di Roma dopo il successo dell’Ernani del 2022, e Lise Lindstrom (6, 8 e 10 agosto), apprezzatissima protagonista del recente allestimento della Salome di Strauss con la regia di Barrie Kosky al Teatro Costanzi. Nella parte di Calaf sono impegnati Luciano Ganci (16 luglio; 2, 4, 6, 8), Brian Jagde (25, 28 luglio) e Arsen Soghomonyan (10 agosto); in quella di Liù Maria Grazia Schiavo (16, 25, 28 luglio; 4 agosto) e Juliana Grigoryan (2, 6, 8 e 10 agosto).

Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale, sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma.

La proposta operistica si completa con i giovani talenti di “Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro, e della Scuola di Canto Corale. Tre gli appuntamenti al Teatro del Portico: il 26 giugno è in scena Regnava nel silenzio, omaggio alle musiche di Verdi e Donizetti con i cantanti del progetto “Fabbrica”, mentre il 28 giugno e l’8 luglio sono in programma due concerti della Scuola di Canto Corale.

DANZA
La proposta coreutica si inaugura il 9 luglio – con replica il 10 – con Le notti romane di Dior, una serata che unisce moda, musica e danza. Protagonista Eleonora Abbagnato che, insieme alle étoile, ai primi ballerini, ai solisti e al Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, indossa le creazioni di Maria Grazia Chiuri della Maison Dior realizzate per due diversi balletti: Nuit Romaine di Angelin Preljocaj – con musiche su base registrata che vanno da Vivaldi ai Daft Punk – nato nel 2020 come progetto filmico ambientato nel cuore di Palazzo Farnese e poi messo in scena al Costanzi nel 2022; e Nuit Dansée di Giorgio Mancini, coreografia sui tre movimenti del Tirol Concert for piano and orchestra di Philip Glass, eseguito dal vivo. Quest’ultima è una nuova creazione. Lo spettacolo viene presentato per la prima volta in Italia a Caracalla dopo la tournée con il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma a Parigi e Dubai. Tra i principali interpreti l’étoile Rebecca Bianchi e il primo ballerino Michele Satriano. Sul podio dell’Orchestra della Fondazione sale Alvise Casellati.

Anche quest’anno la proposta coreutica si completa con la tradizionale serata di Roberto Bolle and Friends, che torna a Caracalla per due appuntamenti il 19 e il 20 luglio.

CONCERTI
La grande animazione di Walt Disney trova spazio in una data unica, il 23 luglio, per un concerto sinfonico che abbraccia anche il cinema. Dopo il successo di The Great Dictator di Charlie Chaplin dello scorso anno, Timothy Brock torna sul podio di Caracalla con Fantasia Disney – Live in concert. Sul grande schermo, sempre accompagnati dalla colonna sonora eseguita dal vivo dall’Orchestra dell’Opera di Roma, sono proiettati alcuni dei momenti più salienti di Fantasia (1940) e del suo sequel Fantasia 2000, due tra i film d’animazione più celebri della Disney. Tra le note sequenze animate costruite su brani classici sono inclusi L’apprenti sorcier (L’Apprendista Stregone) di Dukas, la suite da L’oiseau de feu (L’uccello di fuoco) di Stravinskij, la suite dallo Schiaccianoci di Čajkovskij, la versione orchestrale del Clair de lune di Debussy, la Quinta Sinfonia di Beethoven e altre celebri pagine sinfoniche.

Il 30 luglio, invece, Wayne Marshall, nella doppia veste di pianista e direttore, omaggia i cento anni della Rhapsody in Blue di George Gershwin. Accanto alla celebre pagina, composta da un Gershwin appena venticinquenne ma già capace di una straordinaria sintesi tra musica colta, jazz e blues, Marshall – che del compositore americano è uno dei più affermati interpreti – propone una scelta di brani da Porgy and Bess, An American in Paris e l’ouverture dal musical Girl Crazy. In programma anche la suite Three Dance Episodes da On the Town di Leonard Bernstein.

CINEMA
Sempre a Puccini è anche dedicata la rassegna cinematografica Piccolo Cinema Puccini, a cura di Giuliano Danieli, con tre serate in programma al Teatro del Portico. Il 27 giugno il grande compositore rivive attraverso Puccini e la fanciulla di Paolo Benvenuti (2008) e il filmato d’epoca Un giorno con Puccini (1918 circa), restaurato e reso disponibile dalla Cineteca di Bologna. La serata del 1° luglio è invece dedicata a tre riletture della storia di Madama Butterfly, con la prima italiana di Madame Butterfly’s Illusion di Wagoro Arai (1940, dal National Film Archive of Japan), Aria di Pjotr Sapegin (2001) e M. Butterfly di David Cronenberg (1993). Infine, il 4 luglio due film ispirati a Tosca: un frammento, restaurato dalla Cineteca di Bologna, della Tosca di Alfredo De Antoni (1918) e Avanti a lui tremava tutta Roma di Carmine Gallone (1946) con Anna Magnani protagonista, messo a disposizione dal CSC – Cineteca Nazionale, con cui si rinnova la proficua collaborazione già avviata lo scorso anno. Al compositore Vincenzo Ramaglia sono commissionate le colonne sonore per i due film muti inclusi nella rassegna. Tutte le serate sono arricchite da introduzioni a cura del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca.

TEATRO
Due gli spettacoli teatrali ospitati nello spazio del Teatro del Portico. Il 29 giugno e il 2 luglio Massimiliano Finazzer Flory omaggia Puccini con Vissi d’arte, vissi d’amore. Aspettando Giacomo Puccini, un reading con intermezzi musicali dal vivo che unisce il centenario di Puccini a quello della prima trasmissione radiofonica. Nello spettacolo la radio, fondamentale strumento d’incontro tra la musica di Puccini e la gente, diventa il mezzo attraverso il quale ripercorrere la vita e l’opera del compositore lucchese. Il 17 e il 20 luglio, invece, sempre nel Teatro del Portico, Valerio Magrelli è in scena con Romantici&Co., esplorazione sul tema del romanticismo e della sua evoluzione dall’Ottocento ad oggi.

LETTURE
Il 17 e il 20 luglio Valerio Magrelli è in scena, al Teatro del Portico, con Romantici&co., esplorazione sul tema del romanticismo e della sua evoluzione dall’Ottocento ad oggi. Il 24 luglio, sempre nello stesso spazio, viene invece presentato “Calibano: Peter Grimes/L’outsider”, quarto numero della rivista di attualità culturale del Teatro dell’Opera di Roma.

 

CIRCO CONTEMPORANEO
Novità nel cartellone di Caracalla 2024, il 24 e 25 giugno, sempre in occasione del centenario pucciniano, la Compagnia blucinQue diretta da Caterina Mochi Sismondi, porta in scena al Teatro del Portico Puccini dance circus opera, per coro di corpi e strumenti. Protagonista dello spettacolo un coro di donne in movimento, il cui spostamento nello spazio si struttura in coreografie aeree e terrene accompagnate dalla musica Puccini, con interferenze di elettronica. Donne che si sostengono, cadono e rialzano, facendo emergere di volta in volta caratteristiche, segni e personalità di cinque protagoniste delle opere pucciniane: Tosca, Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot e Mimì. La regia e la coreografia sono curate da Caterina Mochi Sismondi, ideatrice dello spettacolo e fondatrice della Compagnia blucinQue. Musica live ed elettronica a cura della compositrice Beatrice Zanin; in scena, anche un trio d’archi composto dalle musiciste Irene Dosio, Maria Sandu e Nadia Marino. Le performers sul palco sono Elisa Mutto, Sara Frediani, Marta Alba, Iolanda del Vecchio, Rocio Belen Reyes Patricio.

JAZZ
Spazio anche al jazz al Teatro del Portico, con due concerti in programma il 18 luglio e il 5 agosto, e tre serate di Late night jazz il 31 luglio, il 2 e 3 agosto. Queste ultime sono programmate in un orario che consenta la partecipazione degli spettatori dell’opera, in scena nelle stesse serate prima delle notti jazz.

POP
Gli immancabili appuntamenti con la musica pop iniziano già dai primi giorni di giugno. Sul palcoscenico del Teatro Grande sono protagonisti Fiorella Mannoia il 3 e il 4 giugno, Francesco De Gregori e Checco Zalone in duo il 5 e il 9 giugno, Ornella Vanoni il 6 giugno, Samuele Bersani il 7 giugno, Il Volo l’8 giugno, John Legend il 10 giugno, i Pooh l’11 e il 12 giugno, Biagio Antonacci il 13 e 14 giugno, Antonello Venditti il 18, 19 e 21 giugno, Umberto Tozzi il 20 giugno.

COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI
La creazione di un Festival comporta l’interazione di un ampio numero di forze, e per il Caracalla Festival 2024 si rinnova e si allarga la rete d’importanti collaborazioni istituzionali dell’Opera di Roma: prima fra tutte quella con la Soprintendenza Speciale di Roma e poi con CSC – Cineteca Nazionale, Cineteca Nazionale di Bologna, Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca, National Film Archive of Japan, Casa del Jazz.

BIGLIETTI
Biglietti da 10 a 120 euro in vendita presso il botteghino del Teatro dell’Opera di Roma e su Ticketone a partire dalle ore 12.00 di martedì 2 aprile.

Quest’anno, inoltre, l’offerta culturale del Festival si arricchisce con delle visite guidate esclusive al tramonto. Sarà possibile acquistare i biglietti unicamente in abbinamento allo spettacolo di Opera o Balletto in programma la sera stessa. Per maggiori dettagli sull’iniziativa: promozione.pubblico@operaroma.it

 

Credito: Progetto creativo e scene di Tosca e Turandot di Massimiliano e Doriana Fuksas

 

Roma, 15 marzo 2024

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Il 25 marzo al Costanzi la tradizionale Lezione Aperta degli Allievi della Scuola di Danza

Lunedì 25 marzo, alle 19.00, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma sarà protagonista al Teatro Costanzi della “Lezione Aperta” con gli Allievi della scuola. Si tratta del secondo appuntamento dall’arrivo di Eleonora Abbagnato che, oltre al Corpo di Ballo, da settembre 2022 dirige anche la storica Scuola della Fondazione capitolina. Una serata speciale, un passaggio importante nel corso del quale la Direttrice presenterà al pubblico gli insegnanti, gli allievi dei vari livelli di formazione e le diverse discipline oggetto dello studio quotidiano nelle sale di una delle più antiche e prestigiose scuole di danza italiane. Tutti gli allievi avranno modo così di mostrare al pubblico il progetto didattico e il percorso formativo della Scuola. Durante l’esibizione, gli insegnanti annunceranno brevemente gli esercizi e interagiranno con gli allievi, proprio come durante le quotidiane lezioni che si tengono nello storico edificio di via Ozieri a Roma.

“Sono certa – ha dichiarato la Direttrice Eleonora Abbagnato – che la nostra esibizione sarà, anche quest’anno, motivo di grande interesse e che la Scuola di Danza sarà in grado di confermarsi quale polo di riferimento della formazione professionale coreutica.”

La serata sarà dedicata nella prima parte alla dimostrazione tecnica dei diversi Corsi: ogni insegnante presenterà la propria classe e il lavoro che con essa svolge abitualmente. Il programma proseguirà con la presentazione di brani estratti dal repertorio classico, tra cui La bottega fantastica recentemente portata in scena al Teatro Nazionale dagli Allievi della Scuola, ma anche dal repertorio contemporaneo e dalle danze di carattere, e si chiuderà con un grande defilé finale.

Le musiche della serata sono eseguite dal vivo al pianoforte e su base registrata.

 

 

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Roma, 8 marzo 2024

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