Il ritorno di Barrie Kosky con Salome diretta da Marc Albrecht

Torna all’Opera di Roma, dopo il successo del Flauto magico messo in scena al Costanzi nel 2018, il regista australiano Barrie Kosky, conteso dai principali festival e teatri del mondo e vincitore nel 2023 del Premio Abbiati della critica italiana. Dal 7 al 16 marzo Kosky propone il capolavoro di Richard Strauss Salome, tratto da Oscar Wilde, in un allestimento già apprezzato a Francoforte nel 2020, che si interroga su chi sia la fanciulla di Galilea. La sua identità sfuggente sembra piuttosto definirsi attraverso lo sguardo degli altri personaggi, tutti immersi nel buio di un’inquietante scatola nera, illuminata di tanto in tanto da coni di luce. Sul podio sale uno degli interpreti straussiani più riconosciuti: Marc Albrecht. La temibile parte di Salome è affidata a Lise Lindström, al debutto sul palco dell’Opera di Roma. Scene e costumi sono a firma di Katrin Lea Tag, mentre le luci di Joachim Klein.

Ispirato dalla tragedia di Wilde, in cui convergono sensualità e ascetismo religioso, Richard Strauss compone questo dramma in un unico atto nel 1905, elaborando lui stesso il libretto sulla base della traduzione tedesca di Hedwig Lachmann. Il compositore estremizza il conflitto tra Salome e Jochanaan – la principessa chiede la testa del profeta al suo patrigno Erode perché il suo amore è rimasto insoddisfatto – arricchendo il linguaggio con un’intensità fino ad allora inedita. Barrie Kosky sceglie di raccontare la storia interamente dal punto di vista di Salome, purificando il dramma dai suoi tratti esotici e biblici per esaltare la lettura psicologica della protagonista.

«In questo allestimento tutto l’intreccio viene mostrato dalla prospettiva di Salome, non c’è spazio per un angolo visuale maschile – dice Barrie KoskyNoi la concepiamo come una donna indipendente. La sua è una figura complessa e non del tutto definita. È una vergine, ma potrebbe avere tanto 15 quanto 50 anni. Si tratta di un dettaglio importante, perché in realtà non sappiamo chi sia questa donna-bambina. Per noi è chiaro che si tratta dell’unico personaggio in scena che dice sempre la verità. La sua radicalità e la sua provocazione nascono proprio dal fatto che dice esattamente ciò che vuole, pensa e sente, senza mai mentire. Ai miei occhi non è un personaggio mostruoso, ma affascinante. E questo si rispecchia nella musica, che è musica d’amore, la più bella musica d’amore possibile».

Direttore generale e artistico della Komische Oper di Berlino dal 2012 al 2022 e in precedenza co-direttore artistico dello Schauspielhaus di Vienna, Barrie Kosky è uno dei più innovativi registi della scena contemporanea. Il suo Flauto magico (Komische Oper, co-diretto con il gruppo teatrale 1927) è stato visto da oltre 350 mila spettatori in tre continenti; le sue regie allestite al Festival di Salisburgo, al Festival di Bayreuth e di Aix-en-Provence, all’Opéra National di Parigi, alla Los Angeles Opera e alla Royal Opera House di Londra (ha inaugurato la stagione in corso con Das Rheingold di Wagner). Il suo repertorio include incursioni nell’operetta e nel teatro musicale – specialmente degli anni di Weimar – oltre a titoli come West Side Story, Moses und Aron, Les contes d’Hoffmann, Káťa Kabanová, Les dialogues des Carmélites. Tra i riconoscimenti ottenuti vi sono un Olivier Award per la migliore nuova produzione operistica per Castor et Pollux (English National Opera), e i premi come miglior regista e miglior compagnia d’opera (con la Komische Oper) agli International Opera Awards 2014 e 2015.

Sul podio del Costanzi Marc Albrecht, esperto direttore del repertorio tardo romantico tedesco-austriaco, da Wagner e Strauss a Zemlinsky, Schreker e Korngold. Ospite regolare delle principali orchestre e dei più importanti teatri d’opera europei – ha collaborato con i Berliner Philharmoniker, i Wiener Symphoniker e la Royal Opera House di Londra – è stato Direttore Principale della Nationale Opera di Amsterdam, Direttore Musicale dello Staatstheater di Darmstadt e Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orchestre Philharmonique di Strasburgo. Con quest’ultima, ha inciso numerosi dischi per l’etichetta discografica Pentatone, tra i quali i Poemi sinfonici di Strauss e musiche di Korngold e Berg. Il suo lavoro ha ottenuto diversi riconoscimenti: OPUS KLASSIK lo ha nominato “Direttore dell’anno” per Die Seejungfrau (La sirenetta) di Zemlinsky con la Netherlands Philharmonic (Pentatone) e ha inserito Das Wunder der Heliane di Korngold alla Deutsche Oper di Berlino (Naxos) nella categoria “Best Opera Recording of the 20th/21st century”.

Nel ruolo della protagonista sale per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma il soprano americano Lise Lindström, la cui interpretazione di Salome all’Opera Australia nel 2018 le è valso un secondo Premio Helpmann come miglior interprete femminile in un’opera. Come principessa di Giudea ha calcato i palchi della Wiener Staatsoper, della San Diego Opera e della Dallas Opera. Jochanaan è invece il basso-baritono Nicholas Brownlee, che ha già interpretato la parte nell’allestimento di Kosky all’Oper Frankfurt e che è entrato a far parte dell’ensemble del teatro tedesco nel 2020. Ad interpretare Erode è il tenore John Daszak che, dopo il suo debutto nel ruolo nell’acclamata messa in scena di Salome di David McVicar alla Royal Opera House, ha continuato a riscuotere grandi consensi nel ruolo in nuove produzioni al Festival di Salisburgo, al Festival d’Aix-en-Provence e all’Opéra di Parigi. Il mezzosoprano Katarina Dalayman è invece Erodiade. Narraboth è interpretato da Joel Prieto, mentre i cinque giudei sono Michael J. Scott,Christopher Lemmings, Marcello Nardis, Eduardo Niave – dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma – ed Edwin Kaye. I due nazareni sono Nicola Straniero – anche lui di “Fabbrica” Young Artist Program – e Zachary Altman, che interpreta anche uno dei due soldati insieme ad Edwin Kaye. Completano il cast Karina Kherunts(Un paggio di Erodiade), Alessandro Guerzoni e Daniele Massimi che si alternano nel ruolo dell’uomo di Cappadocia eGiuseppe Ruggiero (Uno schiavo).

 

La prima rappresentazione, in diretta su Radio3 Rai, è prevista per giovedì 7 marzo alle ore 20.00. Repliche domenica 10 marzo ore 16.30, martedì 12 marzo ore 20.00, giovedì 14 marzo ore 20.00 e sabato 16 marzo ore 18.00. L’anteprima giovani è in programma martedì 5 marzo alle 19.00.

 

Info e biglietti

 

 

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Il piccolo spazzacamino: al Nazionale torna il gioello musicale di Britten

Al Teatro Nazionale da mercoledì 6 marzo torna in scena per il Teatro dell’Opera Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten, autentico gioiello musicale con la Cantoria e le Voci bianche della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma e con la partecipazione di alcuni dei giovani talenti di Fabbrica, diretti da Giuseppe Sabbatini e con la regia di Cesare Scarton.

Il piccolo spazzacamino, opera da camera per bambini, creato nel 1949 dal grande compositore inglese con l’intento di avvicinare i ragazzi all’opera e di promuoverne l’educazione alla musica. I protagonisti sono sette giovanissimi solisti e un piccolo coro di voci bianche. Britten aveva concepito questo spettacolo perché venisse rappresentato anche in luoghi semplici come scuole o parrocchie, purché la musica di qualità potesse essere messa a disposizione di tutti: le parti sono state scritte in maniere semplice per le voci bianche, alternando ai bambini cantanti professionisti, e impiega un piccolo gruppo strumentale, da cui il compositore trae una raffinata varietà di colori musicali.

La vicenda narrata nel libretto di Eric Crozier, denuncia lo sfruttamento del lavoro minorile degli spazzacamini, di grande attualità nella Gran Bretagna del primo Novecento, raccontandolo però con la leggerezza tipica delle fiabe. Una tematica che diviene spunto per il compositore britannico, per una riflessione più ampia alla quale Britten era molto sensibile: l’atto di accusa contro la corruzione dell’innocenza dell’infanzia da parte degli adulti.

Dopo la prima rappresentazione di mercoledì 6 marzo (10.00), lo spettacolo sarà replicato per il pubblico delle scuole, con una seconda recita il 6 marzo (ore 12), e poi giovedì 7 marzo (ore 10 e ore 12) e venerdì 8 marzo (ore 20.00).

 

Lo spettacolo è parte del percorso didattico-formativo dell’anno scolastico 2023-24.

 

Il piccolo spazzacamino

Musica di Benjamin Britten

Testo di Eric Croizier

Versione italiana di Franca Alfei e Piero Santi

Opera da camera nella versione per soli, coro e pianoforte a quattro mani

Direttore Giuseppe Sabbatini
Regia Cesare Scarton

Assistente alla regia Luca Incerti
Scene Maria Rossi Franchi
Costumi Simona Scandagli
Luci  Andrea Tocchio

Pianoforte Alessia Capoccia, Pavel Tialo*

 

SOLISTI

Nerone/Tommaso Spartak Sharikadze*
Clementino/Alfredo Leonardo Cadeddu
Sig.ra Bracco Ekaterine Buachidze*
Rosa Mariam Suleiman*
Sem Flora De Vergottini / Sofia Paterni (giovedì 7, ore 10.00 e ore 12.00)
Giulietta Dorotea Marzullo (mercoledì 6, ore 10.00 e ore 12.00; venerdì 8, ore 20.00) / Anna Mariani (giovedì 7, ore 10.00) / Maria Laura Oliveri (giovedì 7, ore 12.00)
Gaio Aurora Cafiero / Gaia Bufalini (giovedì 7, ore 10.00 e ore 12.00)
Sofia Irene CodauLaetitia De Paola (giovedì 7, ore 10.00 e ore 12.00)
Gianni Tommaso Giordanella / Leonardo Graziani (giovedì 7, ore 10.00 e ore 12.00)
Ugo  Alice Semprini / Chiara Mattucci (mercoledì 6, ore 12.00; venerdì 8, ore 20.00)
Tina Giulia RadattiSofia Tomagra (giovedì 7, ore 10.00 e ore 12.00)

Cantoria e Coro di Voci Bianche della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma

 *Dal progetto Fabbrica  Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Allestimento Reate Festival

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Roma, 21 febbraio 2024

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Il 20 febbraio Mariotti da Pergolesi a Stravinskij

A tre giorni dall’ultima recita del dittico Gianni Schicchi/L’heure espagnole, il direttore musicale Michele Mariotti sale nuovamente sul podio del Costanzi per il secondo concerto della stagione sinfonica della Fondazione Capitolina. In programma martedì 20 febbraio alle ore 20.00, la serata affianca un capolavoro della musica sacra come lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi al balletto con canto di Igor Stravinskij Pulcinella , che su musiche di Pergolesi è basato. Con entrambi i titoli, Mariotti si confronta per la prima volta.

«Lo Stabat Mater di Pergolesi e Pulcinella di Stravinskij – dice il direttore musicale dell’Opera di Roma – sono divisi da quasi due secoli di storia, ma mostrano una fortissima connessione basata proprio sulla musica di Pergolesi. Lo Stabat Mater è un capolavoro del classicismo, un esempio di cristallina purezza del dolore. A questo contrapponiamo il capostipite del neoclassicismo stravinskiano, il balletto Pulcinella , con cui il compositore russo abbandona la musica popolare della sua terra e si rivolge al passato per usarlo come base per il futuro».

Accanto a Mariotti, un quartetto di voci soliste d’eccellenza come il soprano Maria Grazia Schiavo , riconosciuta interprete del repertorio belcantistico e romantico; Sara Mingardo, tra i contralti più ricercati, vincitrice di due Grammy Award e del Premio Abbiati, apprezzata la scorsa stagione nel ruolo di Cornelia in Giulio Cesare in Egitto; il tenore Cameron Becker, che di recente è stato Tamino in Die Zauberflöte (Il flauto magico) con la regia di Michieletto in scena all’Opera di Roma; il basso greco Alexandros Stavrakakis , vincitore del Concorso Internazionale Čajkovskij a Mosca nel 2019 e ospite regolare del Semperoper di Dresda, che è al debutto al Costanzi.

Mariotti tornerà sul podio del suo teatro per il concerto in programma martedì 14 maggio alle ore 20.00 , che vede in programma la cantata Aleksandr Nevskij di Prokof’ev, eseguita con la proiezione del film di Ėjzenštejn per il quale il compositore creò le musiche nel 1938. Assieme a lui il mezzosoprano Ekaterina Semenchuk . Completa il programma la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij, dolorosa testimonianza di un periodo di crisi esistenziale e sentimentale del compositore, che lo stesso musicista descrive come espressione di una cupa disperazione dell’uomo di fronte al destino.

Roma, 16 febbraio 2024

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Paolo Arcà nuovo Direttore artistico dell’Opera di Roma

Compositore, pianista, con formazione in direzione d’orchestra e di coro. Organizzatore musicale con esperienze ai vertici artistici di teatri come La Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il Teatro Regio e del Festival Verdi di Parma. Paolo Arcà è il nuovo Direttore artistico della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.

Nato nella Capitale nel 1953, durante il suo lungo percorso professionale ha svolto esperienze in tutti i campi della creazione, produzione e dell’organizzazione musicale in Italia, come compositore, didatta, direttore artistico e come divulgatore della musica in campo pubblicistico, radiofonico e televisivo. Nel corso di più di trent’anni di attività come Direttore artistico ha collaborato con tutti i più grandi artisti italiani e internazionali.

Al Teatro alla Scala, dove è stato Direttore artistico dal 1997 al 2003, ha realizzato stagioni di rilievo come la 1999-2000, tutta dedicata al teatro d’opera del Novecento, o quella delle celebrazioni verdiane del 2001. Come Direttore artistico del Teatro degli Arcimboldi a Milano ha realizzato una programmazione trasversale con diversi generi di spettacolo musicale (jazz, rock, pop, musical e danza contemporanea) che hanno richiamato un ampio pubblico soprattutto di giovani. Attualmente è Direttore artistico della Società del Quartetto di Milano: una delle più antiche e importanti Società italiane di concerti di musica da camera.

Come compositore, dopo avere vinto nel 1982 il primo premio al concorso internazionale di composizione “France Culture-Musique Contemporaine” di Avignone, ha iniziato un’intensa attività creativa, partecipando a concerti, rassegne e festival in Italia e all’estero.

Il Sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone, che ha già lavorato con Arcà come direttore artistico negli anni della sua sovrintendenza al Maggio Musicale Fiorentino, ha informato questa mattina il Consiglio di Indirizzo della Fondazione della sua scelta e, insieme al Direttore musicale Michele Mariotti, invia a Paolo Arcà i migliori auguri per un lavoro insieme, proficuo e costruttivo.

 

Roma, 15 febbraio 2024

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Eleonora Abbagnato e Omer Meir Wellber insieme per “Proximity or Closeness”

Dopo aver debuttato in ottobre al Costanzi con il Primo Atto della Walküre (La valchiria) di Richard Wagner, sabato 10 febbraio, alle ore 20.00 torna sul podio dell’Opera di Roma Omer Meir Wellber, che sarà protagonista anche in veste di pianista. Il poliedrico musicista, allievo di Barenboim, propone infatti un concerto con intervento coreutico: è in programma Proximity or Closeness, una coreografia originale dell’italiano Ermanno Sbezzo basata sull’incompiuto Quartetto per pianoforte e archi in la minore di Gustav Mahler, il cui Scherzo è stato terminato da Alfred Schnittke nel 1988. Al pianoforte è impegnato lo stesso Wellber, insieme ad alcuni professori dell’Orchestra dell’Opera di Roma: Vincenzo Bolognese (violino), Leonardo Li Vecchi (viola) e Andrea Noferini (violoncello). Sul palco una coppia di danzatori d’eccezione: la direttrice del Corpo di Ballo della Fondazione Capitolina Eleonora Abbagnato e la stella spagnola Sergio Bernal. A seguire, il direttore israeliano si confronta con una delle pagine sinfonico-corali più alte della storia della musica: il testamento spirituale incompiuto di Wolfgang Amadeus Mozart, il Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K626. Protagoniste le voci di Hila Baggio, Josè Maria Lo Monaco, Luis Gomes e Giorgi Manoshvili. Orchestra e Coro sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma.

«Il progetto di un concerto che comprendesse anche un intervento coreutico – spiega Omer Meir Wellber – è nato nel febbraio scorso, 2023, in seno al lavoro che sto portando avanti con la mia orchestra da camera in Israele, la Raanana Symphonette Orchestra, con la quale io e i miei collaboratori cerchiamo sempre di inventare programmi innovativi e non tradizionali. L’idea è scaturita dal dialogo con la danzatrice Giorgia Leonardi e la musica di Schnittke è stata un buon punto di partenza per entrambi».

Proximity or Closeness è un duetto virtuoso e tecnicamente complesso, espressione di un binomio irrisolto tra l’essere vicini e l’appartenersi. Ideato da Ermanno Sbezzo in collaborazione con il Teatro Massimo di Palermo e la Raanana Symphonette di Tel Aviv, arriva per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma. Sbezzo è coreografo e maestro di ballo in compagnie di tutto il mondo: dopo aver danzato per otto anni in Germania con il Ballett Pforzheim e il Pfalztheater Kaiserslautern sotto la direzione di James Sutherland, si è unito al Ballets Jazz Montréal, eccellenza della danza contemporanea.

«Ci sono due elementi che collegano il programma – prosegue il direttore – il primo è l’idea di mettere a confronto due lavori incompiuti e portati a termine da qualcun altro, Schnittke nel caso di Mahler e Süssmayr nel caso di Mozart. L’altro è il tema della morte, che affiora praticamente in tutti i lavori di Schnittke».

Direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo e della Raanana Symphonette in Israele, Omer Meir Wellber ha da poco terminato il suo incarico anche come direttore musicale della Volksoper di Vienna. Dal 2025 inizierà il suo mandato come direttore musicale ad Amburgo, sia del teatro lirico sia della Elbphilharmonie. Apprezzato per la sua versatilità di interprete, Wellber è regolarmente ospite presso la Staatskapelle Dresden, i Wiener Symphoniker e l’Orchestra Filarmonica di Israele; è stato, in precedenza, direttore ospite principale della Semperoper di Dresda e direttore principale della BBC Philharmonic di Manchester. Nel corso della sua carriera ha collaborato con registi come Graham Vick ed Emma Dante, e nel 2021 ha ricevuto un Premio Abbiati per i progetti realizzati al Teatro Massimo di Palermo. Anche saggista e scrittore, nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo Die vier Ohnmachten des Chaim Birkner (Storia vera e non vera di Chaim Birkner, pubblicato in Italia da Sellerio) mentre, in collaborazione con l’autrice e giornalista tedesca Inge Kloepfer, nel 2017 ha scritto Die Angst, das Risiko und die Liebe – Momente mit Mozart, personale analisi degli affetti universali affrontati nella trilogia mozartiana di Così fan tutte, Le nozze di Figaro e Don Giovanni.

Roma, 8 febbraio 2024

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Il Corpo di Ballo inaugura il Festival Equilibrio 2024

Un prezioso dittico inaugura il Festival Equilibrio 2024 con tre serate all’insegna della coreografia neoclassica di Benjamin Millepied e della musica minimale di Philip Glass e vede per la prima volta il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma esibirsi nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Di Benjamin Millepied, oggi nome di punta del panorama internazionale con coreografie commissionate e interpretate dalle più prestigiose compagnie di danza, verranno presentati due diversi lavori: “Closer”, dall’impianto classico e dalla forte sensibilità moderna, è un arioso duetto tra un uomo e una donna creato nel 2006 sulla partitura pianistica “Mad Rush”, e “On the other side”, terzo capitolo della trilogia “Gems”, una rivisitazione di “Diamonds” di Balanchine, creato nel 2016 e ora presentato in prima italiana in una nuova versione modellata sugli interpreti del corpo di ballo diretto da Eleonora Abbagnato.

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Ersan Mondtag debutta all’Opera di Roma

Segna il debutto operistico italiano del regista, scenografo e costumista berlinese Ersan Mondtag, considerato tra le firme più visionarie del teatro tedesco e che rappresenterà la Germania alla Biennale Arte di Venezia 2024, il dittico Gianni Schicchi / L’heure espagnole con la direzione musicale di Michele Mariotti in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 7 al 16 febbraio. Ancora una nuova produzione per la seconda tappa del “Trittico ricomposto”, progetto triennale realizzato dalla Fondazione Capitolina in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte del compositore – che cade nel 2024 – e che prevede la scomposizione del trittico pucciniano in tre dittici differenti. Dopo Il tabarro/Il castello del Principe Barbablù firmato da Johannes Erath e andato in scena nel 2022 e Gianni Schicchi / L’heure espagnole nell’allestimento di Ersan Mondtag a febbraio 2024, il progetto si concluderà nel 2025 con Suor Angelica di Puccini e Il prigioniero di Dallapiccola affidati alla regia di Calixto Bieito. Nel dittico di Mondtag i costumi sono di Johanna Stenzel, le luci di Sascha Zauner e i video di Luis August Krawen; la drammaturgia è curata da Till Briegleb. Lo spettacolo è ripreso da Rai Cultura che lo trasmetterà su Rai5.

 «La famiglia è la protagonista assoluta di questo dittico formato da Gianni Schicchi e L’heure espagnole – racconta Michele MariottiSi ride, ma con amarezza, perché ci troviamo di fronte a due nuclei familiari dai lati oscuri, tristi e immorali. Ravel e Puccini dipingono queste realtà così grottesche con sarcasmo, mettendo in rilievo le fragilità umane. E ci rendiamo conto di quanta solitudine e quanto silenzio si possano trovare anche nelle famiglie più numerose quando, al posto di rispetto e condivisione, regna soltanto l’interesse personale».

 Il direttore musicale dell’Opera di Roma è alla sua prima collaborazione con il regista berlinese Ersan Mondtag. A trentasei anni, Mondtag – oltre a essere stato invitato già tre volte in quattro anni al Theatertreffen di Berlino, il festival di teatro più importante di lingua tedesca – ha ricevuto premi in tutte e tre le aree creative: nel 2016 ha vinto il premio della rivista Theater Heute come Miglior Giovane Regista dell’anno; nel 2017 è stato nominato, sempre dalla stessa giuria, Miglior Costumista, mentre i critici della Deutsche Bühne lo hanno votato come Miglior Scenografo. Il suo spazio teatrale e i suoi personaggi nascono da «idee fantastiche» proiettate in luoghi surreali, dalle linee espressioniste e dal cromatismo esasperato. « Grezzo, veramente ingegnoso e assolutamente all’avanguardia» ha detto la Rundfunk Berlin-Brandenburg del suo Antikrist, premiato con un OPER! Award per i costumi – tra tutine attillate e make-up estremo – ideati insieme ad Annika Lu. Fondatore del gruppo KAPITÆL ZWEI KOLEKTIF a Monaco, con cui sperimenta forme di teatro multidisciplinare, performance e installazioni visive, e da sempre appassionato d’opera, Mondtag è approdato al repertorio operistico nel 2020 con Der Schmied von Gent (Il fabbro di Gand) di Schreker all’Opera Ballet Vlaanderen in Belgio – ricevendo, per questo, il Premio come Miglior Scenografo agli OPER! Awards 2020. In Italia ha debuttato nel 2021 al Romaeuropa festival con la performance teatrale De Living.

In entrambi i titoli del dittico cast d’eccellenza internazionale. Nel ruolo di Gianni Schicchi sale sul palco un celebre basso-baritono specializzato in ruoli buffi, Carlo Lepore, che nel 2012 ha ricevuto il Premio Tiberini d’Oro «per la perizia tecnica nel porgere e nell’interpretare ruoli di carattere dell’opera buffa e del dramma giocoso e personaggi seri del melodramma italiano»; accanto a lui, come interprete di Lauretta, il soprano Vuvu Mpofu – John Christie Award 2019; Zita è invece il mezzosoprano Sonia Ganassi – Premio Abbiati 1999 – e Rinuccio il tenore Giovanni Sala. Completano il cast Ya-Chung Huang (Gherardo), Roberto Accurso (Betto), Nicola Ulivieri(Simone), Daniele Terenzi (Marco), Domenico Colaianni (Spinelloccio), Alessandro Guerzoni(Pinellino), Daniele Massimi (Guccio), Valentina Gargano (Nella), Ekaterine Buachidze (La Ciesca), Mattia Rossi (Ser Amantio di Nicolao) – questi ultimi tre dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma. Tra i protagonisti de L’heure espagnole di Ravel, invece, ritroviamo il tenore Ya-Chung Huang nel ruolo dell’orologiaio Torquemada e il mezzosoprano francese Karine Deshayes nella parte di Concepciòn – entrambi sono al loro debutto al Costanzi. Gli interpreti di Gonzalve e Don Inigo Gomez sono il tenore Giovanni Sala e il basso-baritono Nicola Ulivieri. Il baritono Markus Werba – indimenticato protagonista di Mass di Bernstein alle Terme di Caracalla – incarna invece il mulattiere Ramiro.

Gianni Schicchi è un’opera comica in un atto composta da Giacomo Puccini nel 1918 su libretto di Giovacchino Forzano, basato su un episodio del Canto XXX dell’Inferno di Dante. La trama ruota attorno a una famiglia avarissima che cerca di sfruttare l’eredità di un uomo ricco, Buoso Donati, appena deceduto. Gianni Schicchi, un truffatore astuto, viene coinvolto per risolvere la situazione: travestendosi da Buoso, Schicchi riesce a redigere alla presenza del Notaio un nuovo testamento con cui, però, destina i beni migliori a sé stesso, scatenando l’ira dei parenti, che non possono tuttavia svelare la truffa. Partito il Notaio, Schicchi caccia tutti dalla casa, ormai di sua proprietà; rimangono solo Rinuccio e sua figlia Lauretta, felici delle nozze imminenti.

Opera comica in un atto ambientata nella Toledo del XVIII secolo, L’heure espagnole (1911) è una composizione di Maurice Ravel su libretto tratto dall’omonima commedia del 1904 di Franc-Nohain. Protagonista è Concepciòn, insoddisfatta moglie dell’orologiaio Torquemada che, quando il marito si reca fuori casa, ospita tra le mura una serie di suoi amanti. Il continuo avvicendarsi dei pretendenti della donna crea un vorticoso gioco di equivoci e di buffe dinamiche amorose.

La prima rappresentazione è in scena mercoledì 7 febbraio alle ore 20.00. Le repliche sono previste domenica 11 (ore 16.30), martedì 13 (ore 20.00), mercoledì 14 (ore 20.00) e venerdì 16 febbraio (ore 18.00). L’anteprima giovani è programmata per domenica 4 febbraio (ore 16.30).

Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese.

 

Roma, 1 febbraio 2024

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Giovani coreografi all’Opera di Roma

Tre serate di danza contemporanea al Teatro Nazionale, dal 31 gennaio al 2 febbraio, con le étoiles e il Corpo di Ballo del Teatro

Adriano Bolognino, classe 1995; Simone Repele e Sasha Riva, rispettivamente classe 1993 e 1991. Sono i protagonisti della Serata giovani coreografi che vede le loro creazioni Yellow e I died for love debuttare mercoledì 31 gennaio (repliche il 1 e 2 febbraio) al Teatro Nazionale, che si riconferma lo spazio dell’Opera di Roma aperto alle arti performative contemporanee e alla contaminazione dei linguaggi. Lo spettacolo è il frutto del lavoro svolto dai giovani autori con le étoiles Alessandra Amato e Rebecca Bianchi, il solista Simone Agrò (premio Danza&Danza 2023 interprete emergente) e il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma su commissione della direttrice Eleonora Abbagnato.

«La serata è una novità della programmazione – spiega Abbagnato –. Dal mio arrivo, nel 2015, ho fortemente voluto che nuovi grandi nomi della coreografia contemporanea entrassero nel repertorio della compagnia. E così è stato per esempio con Millepied, Forsythe, Preljocaj, Inger, Pastor, Wheeldon… . Con questa nuova Serata ampliamo lo sguardo sul contemporaneo aprendo le porte del nostro Teatro ai giovani talenti e in particolare italiani. Un’occasione per loro di lavorare con un corpo di ballo ma anche per i ballerini dell’Opera di mettersi alla prova con linguaggi completamente nuovi. Ho danzato io stessa le creazioni degli autori che ho scelto di accostare. Sembrano simili ma hanno peculiarità completamente differenti: il linguaggio di Simone e Sasha è teatrale, Bolognino si distingue per precisione e dinamica. Vorrei diventasse anche questo un appuntamento abituale nella stagione, per fare dell’Opera di Roma un luogo di crescita e promozione del futuro della danza».

Serata giovani coreografi si apre con Yellow di Adriano Bolognino. Napoletano, ha all’attivo importanti collaborazioni anche internazionali ma è alla sua prima esperienza con i danzatori del Lirico capitolino. Affascinato dai corpi, che da sempre immagina come danzanti, ha sviluppato un linguaggio dalla gestualità pulsante. «Da piccolo – racconta il giovane autore – muovevo matite colorate vestite con tutù fatti con tulle per confetti. Erano i corpi delle mie prime coreografie. Immaginavo un’anima gialla, splendente, che sprigionava tutta la sua forza per dare vita alle cose inanimate. Da qui Yellow (giallo). Sarà per quei ricordi da bambino, sarà perché il giallo è il colore preferito di mia madre. Aspettavo l’opportunità di lavorare per un corpo di ballo per dare una chance a questa pièce che ho conservato nel cassetto fino ad oggi». Pensata da Bolognino come una creazione che chiude il percorso fatto e apre una nuova porta sul futuro, Yellow è una presentazione della sua ricerca artistica, di chi è oggi come coreografo e come essere umano.

Completa la Serata I died for love di Simone Repele (1993) e Sasha Riva (1991). I due ballerini e coreografi, torinese il primo e originario della Virginia (USA) il secondo, si sono uniti artisticamente a Ginevra nel 2020 e vengono definiti oggi “poeti della danza”. Il loro lavoro è radicato in un aspetto teatrale forte e sensibile, che si esprime attraverso un vocabolario neoclassico e contemporaneo e con gesti potenti. Per l’Opera di Roma hanno già firmato le coreografie di Mass di Bernstein, prima italiana a Caracalla nel 2022. «Siamo felici di poter tornare per una produzione di danza, sicuramente un’esperienza diversa visto che tutto parte da una nostra idea. Per questa creazione – spiegano i due coreografi – ci siamo ispirati alla figura della ragazza abbandonata più conosciuta nella tradizione americana e descritta nella canzone folk The Butcher Boy: racconta di un’amante che, lasciata dal suo uomo, decide di togliersi la vita e chiede di porre una tortora sul suo petto per mostrare al mondo che è morta per amore. Dalla frase che chiude la canzone è nata l’idea del titolo del nostro balletto».

Serata Giovani Coreografi è un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma che vede le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Alessandro Caso. Musiche su base registrata di autori vari.

Adriano Bolognino ha vinto il Danza&Danza 2022 come coreografo emergente e il Premio Prospettiva Danza 2019 con RM94978 from Paris to Tenerife. Su commissione de La Biennale di Venezia nel 2000 ha creatoYour body is a battleground\solo version. Le sue coreografie sono andate in scena in contesti nazionali ed internazionali tra cui Cross Festival, Kilowatt Festival, Interplay Festival, Dance Days Chania, Lange Nacht des Tanzes, BMotion Opera Estate, Fabbrica Europa, Gender Bender Festival, DAP Festival, Torinodanza, Festival Exister, Moving Colors Festival, Ammutinamenti Festival e Anticorpi XL. Ha creato il duetto che Eleonora Abbagnato e Jacopo Tissi hanno danzato allo show di Laura Biagiotti alla Milano Fashion Week 2022, e per compagnie quali EgriBiancoDanza, DAF Dance Arts Faculty, Opus Ballet e MM Dance Company.

Simone Repele e Sasha Riva hanno presentato il loro primo balletto a serata intera, Lili Elbe Show, in diversi teatri svizzeri e poi in tournée in Spagna e in Italia durante la stagione 2022/23. Selezionati al Centro Coreografico Canal di Madrid come compagnia straniera, nel 2021 hanno creato La Gert; in residenza ad Orsolina28 nel 2023 il nuovo balletto Dear Son. La loro coreografia La Jeune Fille et Les Morts presentata al Noverre 2022, piattaforma coreografica dello Stuttgart Ballet, è nel repertorio della compagnia. Sono invitati al Festival Madrid en Danza e in prestigiosi gala in Kazakistan, Germania, Italia, Svizzera, Spagna, Francia e Olanda. Collaborano con artisti quali Eleonora Abbagnato, Silvia Azzoni, Parvaneh Scharafali, Igone de Jongh e Yumi Aizawa.

 

Roma, 25 gennaio 2024

 

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Un anno di grandi successi per l’Opera di Roma

L’Opera di Roma conclude il 2023 con un eccezionale successo di pubblico: sono state più di 250mila le persone che hanno assistito con un biglietto a pagamento agli spettacoli della Fondazione Capitolina nelle sue sedi. Il numero di spettatori è passato da 218.489 nel 2022 a 250.216 nel 2023, un incremento del 14,5%. Il totale comprende anche il pubblico del Caracalla Festival che, con 115.980 biglietti venduti, ha fatto registrare il più alto numero di presenze dal 2001 e segnato un pieno recupero rispetto all’ultimo anno prima della pandemia (106.692 presenze nel 2019). Ai numeri di Caracalla e del Costanzi si aggiungono poi i 40mila spettatori delle tournée effettuate dal Teatro durante l’anno: al Bunka Kaikan di Tokyo e alla Kanagawa Kenmin Hall di Yokohama (Tosca con la regia di Franco Zeffirelli e La traviata firmata Sofia Coppola, entrambe dirette da Michele Mariotti, che da sole hanno fatto registrare 14.259 presenze), al Palais des Congrès di Parigi (Le quattro stagioni di Giuliano Peparini su musiche di Vivaldi), alla Royal Opera House di Muscat in Oman (con Giselle nella versione di Carla Fracci) e al Teatro Comunale di Bologna con la Serata coreografi contemporanei.

Significativa anche la partecipazione dimostrata dal pubblico per le 80 iniziative a ingresso gratuito e rivolte alla comunità cittadina, che hanno segnato un’affluenza oltre i 30mila spettatori. Molti i progetti di inclusione sociale e di apertura del Teatro al territorio che hanno coinvolto tutti e 15 i municipi della Capitale, alcuni importanti centri della città metropolitana e la rete dell’associazionismo diffuso. Si è assistito a spettacoli dal Teatro di Villa Torlonia alle piazze di Tor Bella Monaca, passando per il Lungotevere, i Musei Capitolini (Notte dei Musei) e l’Aeroporto di Fiumicino. Molti di questi hanno visto la partecipazione della Scuola di Canto Corale e di “Fabbrica”, lo Young Artist Program dell’Opera di Roma.

Si chiude così un anno importante, in cui il Teatro ha incrementato la produzione e registrato un aumento del tasso di riempimento della sala, mediamente intorno all’85% – con picchi da tutto esaurito per Aida, Tosca e Schiaccianoci – mentre dati importanti già cominciano a emergere anche per il 2024: il numero degli abbonamenti per la nuova stagione è cresciuto infatti del 15,3% rispetto allo scorso anno.

Anche quest’anno l’Opera di Roma, al termine dell’ultima replica de Lo schiaccianoci del 31 dicembre (ore 18.00), celebra l’anno venturo con un brindisi insieme al Sovrintendente Francesco Giambrone, alla Direttrice della compagnia di ballo Eleonora Abbagnato, agli interpreti dello spettacolo e al pubblico in sala. Un momento di festa a conclusione delle dodici repliche del balletto, che da sole hanno ospitato oltre 17 mila spettatori: Lo schiaccianoci è il secondo maggior successo di pubblico dopo La traviata allestita a luglio a Caracalla (20.330 biglietti venduti).

I festeggiamenti proseguono lunedì 1° gennaio 2024 in occasione della terza edizione di Roma Capodarte 2024, il programma gratuito di eventi culturali distribuiti su tutto il territorio cittadino promosso dall’Assessorato alla Cultura e dal Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale. Dalle 15.30 alle 19.30 sul piazzale antistante il Teatro in Piazza Beniamino Gigli si svolgono una serie di concerti gratuiti con la partecipazione di Riciclato Circomusicale, Little Pier, The Ukulele Tree Orchestra, FanfaRoma ed EtnoMusa. Dalle 16.00 alle 19.00, invece, la platea del Teatro Costanzi è accessibile al pubblico su prenotazione per una esperienza di incontro speciale, grazie alla collaborazione con Binario 95 e il mensile “L’osservatore di strada”, due comunità di accoglienza e supporto per persone senza dimora, le quali condivideranno con i presenti racconti e riflessioni sul Teatro e sul proprio vissuto. L’accesso al Teatro è gratuito previa prenotazione per la fascia oraria desiderata (16.00, 16.30, 17.00, 17.30, 18.00, 18.30) all’indirizzo emailpromozione.pubblico@operaroma.it entro il 30 dicembre ore 17.00. Il visitatore potrà ritenere la prenotazione acquisita solo in caso di ricezione dell’email di conferma da parte del Teatro.

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Il 1° gennaio l’Opera di Roma a “Roma Capodarte 2024”

La Fondazione Capitolina anche quest’anno partecipa a Roma Capodarte, il programma gratuito di eventi culturali distribuiti su tutto il territorio cittadino promosso dall’Assessorato alla Cultura e dal Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale che si svolge lunedì 1 gennaio 2024.

In programma una serie di concerti gratuiti nel piazzale antistante al Teatro dell’Opera, Piazza Beniamino Gigli. I concerti si svolgono secondo gli orari seguenti:

ore 15:30 Riciclato Circomusicale (orchestra di strumenti con materiali da riciclo)
ore 16:15 Little Pier (cantautorato per bambini)
ore 17:00 The Ukulele Tree Orchestra (orchestra partecipata di ukulele)
ore 17:45 FanfaRoma (concerto itinerante)
ore 18:30 EtnoMuSa (orchestra, laboratorio di musica tradizionale e popolare, etnica e sociale)

Dalle 16.00 alle 19.00, invece, la platea del Teatro Costanzi è accessibile al pubblico su prenotazione per una esperienza di incontro speciale, grazie alla collaborazione conBinario 95 e il mensile “L’osservatore di strada”, due comunità di accoglienza e supporto per persone senza dimora, le quali condivideranno con i presenti racconti e riflessioni sul Teatro e sul proprio vissuto. L’accesso al Teatro è gratuito previa prenotazione per la fascia oraria desiderata (16.00, 16.30, 17.00, 17.30, 18.00, 18.30)all’indirizzo email promozione.pubblico@operaroma.it entro il 30 dicembre ore 17.00.Il visitatore potrà ritenere la prenotazione acquisita solo in caso di ricezione dell’email di conferma da parte del Teatro.

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