Debutto dell’Opera di Roma all’Opéra di Liegi con ‘Giselle’ di Fracci

Dopo Parigi in aprile, Dubai a maggio e Barcellona a luglio, la quarta tournée internazionale del 2024 del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, porta la compagnia della Fondazione capitolina a debuttare all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi. Dal 14 al 17 novembre in Belgio va in scena Giselle con la coreografia di Carla Fracci, ripresa da Gillian Whittingham. La strada delle tournée internazionali conferma l’importanza e centralità che la danza ha nel progetto dell’Opera di Roma e che prosegue nel 2025 con Carmen di Bubeníček. Il balletto è atteso al Palais des Congrès di Parigi dal 21 al 23 febbraio, poco dopo le recite in programma al Teatro Costanzi (dal 26 al 31 gennaio). Grazie al Corpo di Ballo, il nome della Fondazione capitolina è apparso per la prima volta nel cartellone del Gran Teatre del Liceu di Barcellona con Il lago dei cigni, e ora in quello dell’Opéra Royal de Wallonie di Liegi. Per questo debutto è stato scelto un altro grande titolo del repertorio, balletto romantico per antonomasia: Giselle. Il capolavoro va in scena il 14, 15, 16 e 17 novembre nella versione firmata da Carla Fracci nel 2004, con costumi e scene di Anna Anni, le luci di Jean-Michel Désiré. Nei ruoli principali danzano le étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Marianna Suriano, Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti Flavia Stocchi, Giacomo Castellana e Walter Maimone. La musica di Adolphe Adam è affidata all’Orchestra dell’Opéra Royal de Wallonie diretta da Alessandro Cadario. Il balletto, già portato con successo in Oman nel 2023, saprà incantare il pubblico della Vallonia. Lo storico Teatro di Liegi, che ha visto la posa della prima pietra nel 1818, si presenta oggi con una magnifica sala che mantiene lo splendore del passato, in stile italiano con 1000 posti a sedere, e una macchina scenica tra le più moderne al mondo.

 

Roma, 11 novembre 2024

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Aspettando “Simon Boccanegra”

Si intitola “Aspettando Simon Boccanegra” ed è una rassegna di quattro appuntamenti che, dal 16 al 25 novembre, anticipa la messa in scena del capolavoro verdiano che il 27 novembre inaugura, con la regia di Richard Jones e la direzione di Michele Mariotti, la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma (repliche fino al 5 dicembre). Il ciclo di iniziative permette al pubblico di approfondire la storia del primo doge di Genova, che in Verdi diventa figura simbolo della crisi di un sistema politico e di un sofferto scontro tra responsabilità istituzionali e affetti familiari. Oltre a incontri e lezioni d’opera, tra gli appuntamenti in rassegna anche una nuova produzione, lo spettacolo teatrale Il sogno di Simon Boccanegra, adattamento del tutto inedito dell’opera lirica di Verdi scritto e diretto da Dario D’Ambrosi, prodotto dal Teatro Patologico in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma e con il supporto dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e della Fondazione Angelini. Un progetto unico in cui mondo della lirica e dell’arteterapia si incontrano, con protagonisti sul palco gli attori con disabilità della Compagnia stabile del Patologico.

 

Il primo appuntamento di “Aspettando Simon Boccanegra” è in programma sabato 16 novembre alle ore 18.00 in Sala Grigia al Teatro Costanzi, con la consueta “Lezione di Opera” a cura di Giovanni Bietti, per la quale sono già esauriti tutti i biglietti. Sarà comunque possibile ascoltare gratuitamente la lezione sul sito del Teatro dell’Opera di Roma nei giorni successivi all’incontro. Tra i più apprezzati divulgatori italiani e voce radiofonica di Radio3 Rai, Bietti illustra contesto e drammaturgia del capolavoro verdiano, con esempi musicali sia dal vivo sia registrati.

 

Si prosegue venerdì 22 novembre (ore 17.30 in Sala Grigia al Costanzi) con la presentazione a ingresso libero del Simon Boccanegra e del quinto numero di “Calibano”, la rivista di approfondimento culturale del Teatro dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ. Lo spettacolo è raccontato dal direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti. A presentare in anteprima il nuovo numero di “Calibano”, dedicato alla figura di Simon Boccanegra e al tema del potere, sono invece Paolo Cairoli, direttore della rivista, Donata Columbro, insegnante di Data Journalism al Master di giornalismo LUISS e autrice di un saggio sulle discriminazioni e sui pericoli del potere algoritmico, e il musicologo Giuliano Danieli. Quest’ultimo ha scritto per la rivista un contributo sull’evoluzione dei teatri d’opera come spazi di rappresentazione del potere nel corso dei secoli.

 

Sabato 23 novembre (ore 20.00) e domenica 24 novembre (ore 18.00), al Teatro Nazionale (Via del Viminale 51) va in scena lo spettacolo teatrale Il sogno di Simon Boccanegra, prodotto dal Teatro Patologico in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma e con il supporto dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e della Fondazione Angelini. Dario D’Ambrosi – regista, drammaturgo, creatore del movimento teatrale chiamato Teatro Patologico, che ha come principale mission l’integrazione delle abilità della persona con disabilità nel contesto delle Arti tutte – propone una personale rielaborazione dell’opera lirica Simon Boccanegra di Verdi, affinché lo spettacolo possa essere a misura di attore con disabilità.

«Tenendo conto delle patologie singole e condivise, il potenziale di ognuno e ciò che dalle stesse malattie può essere estrapolato (e diventare così risorsa, novità e non più disagio) – dice il registaDario D’Ambrosi – si è approfondito il materiale umano di cui ogni singolo attore disabile è prezioso portatore, ambientando lo spettacolo in un luogo inedito (un Conservatorio), dove il lavoro del Teatro Patologico nell’arte terapia si armonizza perfettamente con la messa in scena di un Simon Boccanegra assolutamente affascinante».

Lo spettacolo, che vede protagonisti sul palco gli attori con disabilità della Compagnia stabile del Patologico, racconta di uno scontro tra promotori della musica del corpo e dell’anima. Ad emergere da questo conflitto è tutta la potenza della teatralità degli attori con disabilità, che cattura la scena stravolgendo la drammaturgia classica per trasportare il pubblico nel mondo e nella musica che lo compone. La drammaturgia è di Dario D’Ambrosi, gli interventi musicali di Francesco Crudele, Ilaria Serrato e Maurizio Proietti. Scene e costumi rispettivamente di Danilo Mancini e diMario Celentano. Luci di Danilo Facco. Assistenti Matteo Binetti e Ilaria Serrato. I biglietti sono in vendita sul sito del Teatro dell’Opera di Roma e al botteghino.

 

Il ciclo di iniziative si conclude lunedì 25 novembre al Nuovo Teatro Ateneo della Sapienza Università di Roma. Alle ore 17.30 Michele Mariotti è ospite dell’incontro “L’opera in Sapienza: Simon Boccanegra”, promosso da Fondazione Sapienza in collaborazione col centro Sapienza CREA – Nuovo Teatro Ateneo. Mariotti parlerà del Simon Boccanegra di Verdi insieme al musicologo Fabrizio Della Seta. Modera il professor Franco Piperno. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili previa prenotazione all’indirizzo https://www.sapienzacrea.uniroma1.it/. Le prenotazioni apriranno una settimana prima dell’incontro.  

 

Roma, 14 novembre 2024

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Michele Mariotti e Richard Jones inaugurano la stagione con “Simon Boccanegra”

 

È il grande regista inglese Richard Jones a firmare lo spettacolo che il 27 novembre inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma: Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi. La nuova produzione, che segna il ritorno al Costanzi del regista dopo i successi de La dama di picche e Káťa Kabanová, vede impegnato sul podio il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti. Protagonisti Luca Salsi nel ruolo del titolo, Eleonora Buratto come Maria Boccanegra, Michele Pertusi nella parte del nobile Jacopo Fiesco, Stefan Pop nelle vesti di Gabriele Adorno, Gevorg Hakobyan come Paolo Albiani. A firmare scene e costumi è Antony McDonald, mentre le luci sono di Adam Silverman. Coreografa per i movimenti mimici è Sarah Kate Fahie e maestro d’armi è Renzo Musumeci Greco. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. La serata inaugurale del 27 novembre è trasmessa da Rai Cultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00. Repliche fino al 5 dicembre.

 

Intrighi politici e scontri di classe, passioni irrisolte e bramosie di potere. La storia del primo doge di Genova, Simon Boccanegra, è per Verdi un dramma sulla crisi di un sistema politico, e sul tormento di un uomo diviso tra l’amore per la figlia e il compimento dei propri doveri istituzionali. Una tragedia in cui il mare, cornice onnipresente nell’opera, è sia sfondo di una Genova in tumulto sia riflesso dell’animo inquieto dei protagonisti. Verdi tornò sulla partitura più di vent’anni dopo l’insuccesso di una prima versione, rappresentata a La Fenice di Venezia nel 1857, in un momento di svolta delle proprie concezioni drammaturgiche.

 

A interpretare la storia di Simon Boccanegra in questa nuova produzione per l’Opera di Roma è chiamato Richard Jones. Pluripremiato regista britannico – ha vinto nove Olivier Awards e due South Bank Show Awards – Jones lavora da più di trent’anni per i palcoscenici di tutto il mondo. Oltre a mettere in scena spettacoli nei principali teatri londinesi (Royal Opera House, English National Opera, National Theatre, Royal Shakespeare Company e Young Vic), ha collaborato con il MET di New York, i festival di Glyndebourne, Aix-en-Provence e Bregenz, l’Opéra di Parigi, Scala di Milano e, ancora negli Stati Uniti, per Broadway, il New York Public Theatre e il Park Avenue Armory Theatre. Nominato Regista dell’anno dalla rivista Opernwelt Magazine per il suo Giulio Cesare alla Bayerische Staatsoper di Monaco, è inoltre dal 2015 Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Tra le produzioni premiate con gli Olivier Awards si ricordano Alcina (Royal Opera House), Hänsel und Gretel (Welsh National Opera) e Lady Macbeth del distretto di Mtsensk (Royal Opera House). Torna al Costanzi dopo aver messo in scena nel 2022 Kat’a Kabanova di Janacek, spettacolo vincitore di un South Bank Show Award.

 

Sul podio sale invece il direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti, che ha diretto il suo primo Simon Boccanegra nel 2007, a soli 28 anni, per l’apertura della stagione del Teatro Comunale di Bologna. Nel 2021, è tornato ad eseguire il titolo in forma di concerto, sempre con la stessa orchestra, al Festival Verdi di Parma.

«Nel Simon Boccanegra di Verdi, amore e potere si trovano crudelmente schierati l’uno contro l’altro.– dice Mariotti – Da una parte la musica esprime un’atmosfera liquida, scura e inafferrabile proprio come gli intrighi del potere, dall’altra, per mezzo del canto isolato di un fagotto o delle oscillazioni cromatiche degli archi, ci commuove. Nel finale del primo atto, ad esempio, Verdi delinea un quadro di inaudita violenza: uno scontro tra patrizi e plebei che sarà interrotto solamente dal pianto del doge che va gridando ‘pace’ e ‘amore’. Ma in un mondo così bieco non c’è posto né per l’amore né per la pace, se non quella che Simon Boccanegra troverà nell’ultimo abbraccio con il mare, che diventerà così la sua tomba».

Premio Abbiati 2017 come Miglior Direttore d’orchestra, Mariotti è ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali, come la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House, la Deutsche Oper Berlin, il Festival di Salisburgo e il MET di New York. Nella stagione 2024/25 della Fondazione Capitolina dirigerà la prima delle tre riprese di Tosca firmate da Alessandro Talevi per i 125 anni del capolavoro pucciniano (14 e 16 gennaio 2025), il dittico Suor Angelica/Il prigioniero (23 aprile – 2 maggio 2025), lo Stabat Mater per la regia di Romeo Castellucci (26 – 31 ottobre 2025) e due concerti sinfonici (8 dicembre 2024 e 22 marzo 2025).

 

Protagonista sul palco nel ruolo del titolo il baritono Luca Salsi, già apprezzato Simon Boccanegra al Festival di Salisburgo nel 2019 e più recentemente alla Scala di Milano. Interprete di riferimento del repertorio verdiano, ha cantato nei principali teatri al mondo, tra i quali il MET di New York, la Royal Opera House e la Wiener Staatsoper. Torna al Costanzi dopo aver interpretato Michele ne Il Tabarro diretto da Mariotti nel 2022. Accanto a lui, nel ruolo di Maria Boccanegra, il soprano Eleonora Buratto, insignita del Premio Abbiati 2021 come Miglior Cantante e applauditissima Madama Butterfly nella Stagione 2022/23 dell’Opera di Roma. Al Costanzi ha già interpretato la figlia del doge nel 2012, ruolo che poi ha portato nel 2014 in tournée con l’Opera di Roma al Bunka Kaikan di Tokyo, entrambe lo volte sotto la direzione di Riccardo Muti. A cantare Jacopo Fiesco è invece il basso Michele Pertusi che, in questa veste, è già salito sui palchi di Vienna, Torino, Bologna e Parma. Il tenore Stefan Pop è invece Gabriele Adorno. Vincitore di due premi Operalia e di un Oscar della Lirica Young Generation, Pop torna sul palco della Fondazione Capitolina dopo aver cantato nel Requiem di Verdi diretto da Mariotti a febbraio 2023. Nei panni del filatore d’oro Paolo Albiani canta il baritono Gevorg Hakobyan, mentre il popolano Pietro è incarnato dal basso Luciano Leoni.

Nelle repliche del 29 novembre, 1 e 4 dicembre, Simon Boccanegra è invece interpretato dal baritono Claudio Sgura, apprezzatissimo Scarpia nella recente produzione di Tosca al Caracalla Festival e di cui tornerà a rivestire i panni, a maggio all’Opera di Roma, nella ripresa di Alessandro Talevi; Maria Boccanegra da Maria Motolygina, soprano al suo debutto con la Fondazione Capitolina; Jacopo Fiesco da Riccardo Zanellato, anche lui prima volta sul palco del Costanzi; Gabriele Adorno da Anthony Ciaramitaro, che torna all’Opera di Roma dopo aver interpretato Faust nel Mefistofele che ha inaugurato la Stagione 2023/24.

 

La prima rappresentazione è prevista per mercoledì 27 novembre alle ore 18.00. Repliche venerdì 29 novembre (ore 20.00), sabato 30 novembre (ore 18.00), domenica 1 dicembre (ore 16.30), martedì 3 dicembre (ore 20.00), mercoledì 4 dicembre (ore 20.00), giovedì 5 dicembre (ore 20.00). Anteprima giovani domenica 24 novembre (ore 16.30). Lezione di opera con Giovanni Bietti sabato 16 novembre (ore 18.00).

 

In occasione dello spettacolo inaugurale esce il quinto numero di “Calibano”, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ che, pubblicata ogni quattro mesi, trae ispirazione dalle opere in cartellone per riflettere sul mondo di oggi. Il nuovo numero collega Simon Boccanegra al tema del potere e si interroga, con contributi che spaziano dalla nonviolenza politica all’antispecismo, dagli algoritmi alla seduzione dell’immagine televisiva, sulle molteplici forme che oggi questo assume. Tra le firme di questo numero Giancarlo De Cataldo, autore di una testimonianza sul potere visto dall’esperienza di un magistrato, e Andrea Tarabbia(Premio Campiello 2019), presente per l’occasione con un racconto inedito.

 

Roma, 4 novembre 2024

 

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Giancarlo De Cataldo presenta “Il bacio del calabrone” all’Opera di Roma

Una morte sospetta proietta un’ombra sinistra su una prima all’Opera di Roma. La scena del delitto? Il laboratorio dei costumi del Costanzi. Nell’ultimo libro di Giancarlo De Cataldo, Il bacio del calabrone – edito da Einaudi Stile Libero – le vicende del protagonista Manrico Spinori della Rocca si intrecciano inaspettatamente con il mondo dell’alta moda internazionale, per un nuovo caso da risolvere ambientato proprio dietro le quinte del Teatro lirico capitolino. Un giallo dalla trama affascinante, dal sapore classico e dal ritmo serrato, cheDe Cataldo presenta – insieme al giornalista Alberto Mattioli – martedì 5 novembre, alle ore 18.00, in Sala Grigia al Teatro Costanzi. L’appuntamento è a ingresso libero.

 

In questa nuova avventura, il Pm romano Manrico Spinori della Rocca viene chiamato a indagare sull’improvviso decesso di Tito Cannelli – titolare di una prestigiosa maison – avvenuto al Teatro Costanzi di Roma. Per puro caso Manrico, noto melomane, ha assistito al fatto. Nemmeno a lui è chiaro fin dall’inizio se si sia trattato di un incidente, di una fatale disgrazia o di un ingegnoso omicidio affidato a un «killer» esotico. In compenso è subito evidente che, dietro l’apparenza scintillante delle sfilate, delle creazioni esclusive, dei costosissimi pezzi unici, si agita un microcosmo complesso dove non mancano sfruttamento, avidità, corruzione. Dopo Io sono il castigo (2020), Un cuore sleale (2020), Il suo freddo pianto (2021) e Colpo di ritorno (2023), Il bacio del calabrone (2024) è il quinto libro del ciclo di romanzi – tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero – che ha come protagonista Manrico Spinori.

 

Giancarlo De Cataldo è nato a Taranto e vive a Roma. Ex magistrato, ha scritto romanzi e saggi di grande successo; da molti suoi libri sono stati tratti film, documentari e serie tv internazionali, come nel caso di Romanzo criminale (2002) e Suburra (2013, scritto con Carlo Bonini). Sceneggiatore e drammaturgo, è autore del libretto dell’opera di Giovanni Sollima Acqua profonda (Premio Abbiati 2021 per l’opera per giovani). È tradotto in tutto il mondo. Ha inoltre condotto programmi televisivi e attualmente collabora a «Repubblica» e «La Stampa». Per Einaudi Stile Libero, oltre al ciclo di romanzi con protagonista Manrico Spinori, è uscito nel 2022 anche il romanzo La Svedese.

 

Roma, 31 ottobre 2024

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Stendhal dal romanzo al palcoscenico: ‘Il rosso e il nero’ di Scholz debutta a Roma

 

A vent’anni dalla morte del suo autore, il coreografo tedesco Uwe Scholz, Il rosso e il nero fa il suo debutto assoluto a Roma. Ultimo titolo della stagione 2023/24 della Fondazione Capitolina, il balletto basato sull’omonimo romanzo storico di Stendhal va in scena al Teatro Costanzi il 26 ottobre ed entra per la prima volta nel repertorio della compagnia. La coreografia è ripresa da Giovanni Di Palma. Il nuovo allestimento è firmato da Ignasi Monreal per le scene, da Anna Biagiotti per i costumi e da Vinicio Cheli per le luci. Nel corso delle repliche, fino al 2 novembre, si alternano tre cast che vedono impegnate le étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Marianna Suriano, Claudio Cocino e Michele Satriano e le soliste Elena Bidini e Flavia Stocchi, che con il Corpo di Ballo fanno rivivere la drammatica storia di passione e potere nata dalla penna di Stendhal nel 1830. Alla produzione partecipano gli Allievi della Scuola di Danza diretta da Eleonora Abbagnato. Il collage di musiche di Hector Berlioz adattissimo a tratteggiare il trasporto romantico dei protagonisti, con prestiti che vanno da Le Corsaire, Les Troyens, Harold en Italie, Béatrice et Bénédict, Roméo et Juliette, Le Carnaval Romain al Te Deum e alla Symphonie Funèbre et Triomphale, è eseguito dall’Orchestra del Teatro dell’Opera diretta da Martin Georgiev, che sale per la prima volta sul podio capitolino.

«Sto mettendo in scena Il rosso e il nero di Stendhal perché sento che i personaggi di questo romanzo sono veri, di carne ed ossa. Il libro contiene moltissimi monologhi interiori ed è difficile trasformare i pensieri in passi di danza». È la dichiarazione rilasciata dal ventinovenne Scholz durante le prove prima del debutto assoluto del balletto all’Opera di Zurigo nel 1988. Nei tre atti della sua composizione è riuscito a dare una veste coreografica al dramma cogliendone a pieno l’essenza. Tratteggiando la struttura del romanzo si è mantenuto fedele al modello settecentesco del “balletto d’azione” rinsaldato negli anni Sessanta da John Cranko (1927-1973), sua guida e primo grande maestro, nonostante si siano incontrati brevemente. Scholz ha iniziato a lavorare a Il rosso e nero nel 1987, l’anno in cui sarebbe ricorso il 60° compleanno di Cranko, un’occasione perfetta per una dedica al “maestro di Stoccarda”.

I primi interpreti, quelli della creazione originale di Scholz, sono stati Vladimir Derevianko (Julien), Eileen Brady (Madame de Rênal) e Lucia Isenring (Mathilde). Per il debutto assoluto de Il rosso e il nero di Scholz a Roma sono protagoniste le stelle della compagnia capitolina, con tre cast che si alternano nel corso delle sei rappresentazioni, dal 26 ottobre al 2 novembre. I primi ballerini Michele Satriano (26, 29, 30 ottobre) e Claudio Cocino (27, 31 ottobre) e l’étoile Alessio Rezza (2 novembre) vestono i panni dell’ambizioso e ardente Julien Sorel, giovane molto controverso che utilizza le sue amanti per la sua scalata sociale. Protetto dall’abate Chélan, Julien vive un’ascesa fulminea e ottiene accesso al mondo dell’aristocrazia. Si ritrova al centro della lotta per il potere ma anche di un triangolo passionale con due amanti molto diverse, così come le relazioni che intesse con loro e su cui Scholz ha costruito i passi a due del balletto: le étoiles Rebecca Bianchi (26, 29, 30 ottobre) e Alessandra Amato (27, 31 ottobre) e la prima ballerina Federica Maine (2 novembre) interpretano la borghese Madame de Rênal; la prima ballerina Marianna Suriano (26, 29, 30 ottobre), in alternanza con le soliste Elena Bidini (27, 31 ottobre) e Flavia Stocchi (2 novembre), è invece la folle Mathilde de la Mole.

Lo spettacolo è preceduto dall’Anteprima giovani riservata ai minori di 30 anni, venerdì 25 ottobre alle 19.00. Dopo la prima di sabato 26 ottobre (ore 20), Il rosso e il nero di Berlioz per la coreografia di Uwe Scholz torna in scena domenica 27 (ore 16.30), martedì 29 (ore 20), mercoledì 30 (ore 20) e giovedì 31 ottobre (ore 20), sabato 2 novembre (ore 18).

 

Roma, 21 ottobre 2024

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Esa-Pekka Salonen all’Opera di Roma con la Philharmonia Orchestra

Dopo più di dieci anni, Esa-Pekka Salonen torna al Costanzi con un programma dedicato a due compositori pionieri della riscoperta del folklore musicale, Béla Bartók e Jean Sibelius. Giovedì 7 novembre, ore 20.00, il musicista finlandese dirige la Philharmonia Orchestra di Londra – di cui è stato direttore principale dal 2008 al 2021 e di cui è attualmente direttore onorario – in una data straordinaria all’Opera di Roma. L’ultima volta al Costanzi con la Philharmonia Orchestra risale al 2013. In questa nuova occasione – prima delle tre tappe della tournée in Italia della compagine inglese, a cui seguono Lucca (Teatro del Giglio) l’8 novembre e Milano (Teatro alla Scala) il 9 novembre – Salonen accosta il Concerto per orchestra di Bartók, tra i brani che consacrarono il compositore ungherese al pubblico americano e poi europeo, ricco di asimmetrie ritmiche e di motivi ispirati alla tradizione popolare magiara, alla Sinfonia n. 1 di Sibelius, espressione, con il suo susseguirsi di soli agli archi e ai legni, di quella raffinata capacità di elaborazione tematica che ha reso Sibelius uno dei migliori sinfonisti del suo tempo. Il concerto di Esa-Pekka Salonen e la Philharmonia Orchestra è la prima delle sei proposte sinfoniche della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma e precede l’inaugurazione ufficiale del Costanzi, che si apre il 27 novembre con il Simon Boccanegra di Verdi firmato da Richard Jones e diretto da Michele Mariotti. È in programma una lezione straordinaria di Giovanni Bietti sul concerto di Salonen martedì 29 ottobre alle ore 17.00 in Sala Grigia al Costanzi. L’appuntamento è a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria attraverso Ticketone e il sito del Teatro. 

Compositore e direttore d’orchestra finlandese, Esa-Pekka Salonen è attualmente direttore musicale della San Francisco Symphony e direttore onorario della Philharmonia Orchestra di Londra, della Los Angeles Philharmonic e della Swedish Radio Symphony Orchestra. Precedentemente, è stato anche direttore principale dell’Orchestra della Radio Svedese e direttore dell’Helsinki Festival, città in cui è nato. Vanta collaborazioni con le maggiori orchestre al mondo e numerose tournée internazionali, dall’Europa al Giappone. Apprezzato per le sue interpretazioni di musica contemporanea, il suo repertorio comprende musiche di Berlioz, Ligeti, Schönberg, Šostakovič e Stravinskij. Ampia anche la sua carriera discografica: tra le incisioni più recenti si ricordano i tre Concerti per pianoforte di Béla Bartók con la San Francisco Symphony e, con la Philharmonia Orchestra, entrambe di Bartók, il Mandarino miracoloso e la Suite di danze. Ha ottenuto diversi riconoscimenti: tra questi nel 1993 quello dell’Accademia Chigiana – è stato il primo direttore a riceverlo – e quello della Royal Philharmonic Society Opera, nel 1995. Tra i più recenti, nel 2020, la nomina di Cavaliere Onorario Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (KBE) ricevuta dalla Regina Elisabetta II.

La Philharmonia Orchestra è una delle grandi orchestre del panorama mondiale, che unisce eccellenza e innovazione per perseguire l’obiettivo di creare l’esperienza orchestrale del futuro. Il direttore d’orchestra finlandese Santtu-Matias Rouvali ha preso il testimone come Direttore principale nel 2021 e Marin Alsop lo ha raggiunto come Direttore principale ospite nel 2023. Fondata nel 1945 dal produttore dell’etichetta discografica EMI Walter Legge come orchestra di registrazione, vanta una storia di collaborazioni con importanti personalità artistiche quali Otto Klemperer, Herbert von Karajan, Riccardo Muti, Esa-Pekka Salonen e Christoph von Dohnányi, e ha presentato in prima mondiale composizioni di Richard Strauss, Sir Peter Maxwell Davies, Kaija Saariaho e molti altri. Residente dal 1995 presso la Royal Festival Hall nel cuore di Londra, l’Orchestra collabora con alcuni dei più importanti musicisti internazionali – i nomi per la Stagione 2024/25 includono il pianista Nikolai Lugansky e i direttori Herbert Blomstedt e Riccardo Muti, che fa il suo atteso ritorno alla Philharmonia – ed è ospite delle sale da concerto più importanti al mondo, da Vienna a Tokyo, da New York a San Paolo. Fin dalla sua nascita ha investito nelle più avanzate tecnologie emergenti, al fine di proporre al pubblico esperienze musicali di altissima qualità. Il suo ampio catalogo comprende infatti molte registrazioni di riferimento, esecuzioni in streaming e colonne sonore di centinaia di film e videogiochi.

Oltre a questo appuntamento, nella Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma sono in programma altri cinque concerti sinfonici. L’8 dicembre Michele Mariotti dirige l’Entr’acte n. 3 di Franz Schubert dal dramma Rosamunde, il ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Beethoven. Il concerto prevede la partecipazione straordinaria di Sergio Rubini che legge testi di Giacomo Leopardi. Sabato 22 marzo 2025, invece, Mariotti propone Ein deutsches Requiem di Brahms, affiancato dal soprano Carolina López Moreno e dal baritono Derek Welton. Il 28 aprile, il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio 2025, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione sinfonica si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

 

Per prenotarsi alla Lezione di Giovanni Bietti:

https://www.ticketone.it/eventseries/lezione-straordinaria-concerto-esa-pekka-salonen-3756879/

 

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Un appuntamento per scoprire “L’ultimo viaggio di Sindbad”

 

Silvia Colasanti, Luca Micheletti, Enrico Pagano e Fabrizio Sinisi introducono l’opera sul tema della migrazione e tratta da testi di Erri de Luca in un incontro aperto al pubblico
Modera Paolo Pagliaro

 Lunedì 14 ottobre alle ore 18.00 in Sala Grigia

 

Un racconto musicale in diversi quadri che ripercorre le vicende di un capitano arrivato al suo ultimo viaggio con un carico di uomini, donne e bambini. Una vicenda specchio dell’attuale quanto antica realtà della migrazione. A due giorni dalla prima rappresentazione assoluta al Teatro Nazionale de L’ultimo viaggio di Sindbad – in programma il 16 ottobre, con repliche fino al 23 – la compositrice Silvia Colasanti, il regista Luca Micheletti, il librettista Fabrizio Sinisi e il direttore Enrico Pagano presentano in anteprima lo spettacolo in un incontro aperto al pubblico lunedì 14 ottobre alle ore 18.00 in Sala Grigia al Teatro Costanzi. A moderare l’appuntamento il giornalista e scrittore Paolo Pagliaro. La nuova composizione – commissionata dal Teatro dell’Opera di Roma e proposta in collaborazione con Fondazione Romaeuropa nell’ambito del Romaeuropa Festival 2024 – si basa su libretto di Sinisi liberamente ispirato a testi di Erri De Luca. In particolare, all’omonimo L’ultimo viaggio di Sindbad, pièce teatrale scritta nel 2003 che reimmagina la leggendaria figura del marinaio Sindbad come un odierno traghettatore di migratori e migratrici.

 

«Il tragitto della nave di Sindbad prende spunto dalla cronaca, in particolare dall’antichissimo fenomeno della migrazione, per raffigurare una parabola, un percorso metastorico attraverso tempi, culture e interpretazioni diverse» dice Silvia Colasanti, tra le compositrici più affermate sulla scena internazionale e vincitrice dello European Composer Award nel 2013. «Sindbad, come Ulisse, è un ponte tra Oriente e Occidente – afferma il regista Luca Micheletti che non naviga però da Troia verso Itaca, peregrinando per un Mediterraneo pieno di trappole metafisiche, ma dal Nordafrica all’Europa. Attraverso gli antichissimi codici del teatro e della musica, desideriamo consegnare agli interlocutori di questo tempo le tracce di un passaggio storico, di un fenomeno che ci eccede, di una storia che si autodetermina e ci determina». «Volevamo che l’opera fosse un piccolo rito – racconta invece il librettista Fabrizio Sinisiuna liturgia laica, che portasse dentro di sé il ricordo di tutti i viaggi e di tutti i naufragi». Un tema di drammatica attualità, quello di chi attraversa il Mediterraneo in fuga da guerre e povertà, spesso con esito tragico, e che proprio nel mese di ottobre viene ricordato in occasione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, istituita per commemorare il naufragio avvenuto a Lampedusa il 3 ottobre 2013.

La prima assoluta de L’ultimo viaggio di Sindbad va in scena al Teatro Nazionale mercoledì 16 ottobre alle ore 20.00 ed è trasmessa in diretta su Radio3 Rai. Repliche venerdì 18 (ore 20.00), domenica 20 (ore 16.30), martedì 22 (ore 20.00) e mercoledì 23 ottobre (20.00). Nel ruolo di Sindbadè impegnato il baritono Roberto Frontali, mentre sul podio della Fondazione Capitolina debutta Enrico Pagano, giovane talento classe 1995. Le scene sono di Leila Fteita, i costumi di Anna Biagiotti, le luci di Marco Giusti, la drammaturgia di Benedetto Sicca e il coreografo per i movimenti mimici è Fabrizio Angelini. A dirigere il Gruppo Vocalist e la Scuola di Canto Corale, che affianca l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, è Alberto de Sanctis.

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“Aspettando Peter Grimes” all’Opera di Roma

Un ciclo di incontri per approfondire uno dei capolavori del Novecento inglese: “Aspettando Peter Grimes” è una rassegna di quattro appuntamenti aperti al pubblico che, dal 5 all’11 ottobre, anticipano la messa in scena dell’opera di Benjamin Britten al Costanzi. La prima rappresentazione dello spettacolo, proposto con la regia di Deborah Warner e diretto da Michele Mariotti, è infatti in programma l’11 ottobre alle ore 20.00, con quattro repliche fino al 19. Opera simbolo del conflitto tra massa e individuo, Peter Grimes è un dramma del 1945 sull’esclusione sociale, il pregiudizio e la crudeltà della folla. Il cartellone di incontri introduttivi, che tra i protagonisti vede proprio il direttore Mariotti, oltre al musicologo e divulgatore Giovanni Bietti e all’autore della prima monografia italiana su Benjamin Britten, Alessandro Macchia, offre l’opportunità di esplorare l’opera e la vita del compositore da molteplici prospettive.

 

Si comincia sabato 5 ottobre (ore 17.00, Sala Grigia del Teatro Costanzi) con la consueta “Lezione di opera” di Giovanni Bietti, per la quale sono già esauriti tutti i biglietti. Sarà comunque possibile ascoltare gratuitamente la lezione sul sito del Teatro dell’Opera di Roma nei giorni successivi all’incontro. Bietti, tra i più apprezzati divulgatori italiani e voce radiofonica di Radio3, illustrerà il contesto e i contenuti drammatici di Peter Grimes attraverso esempi musicali sia dal vivo sia registrati.

 

Lunedì 7 ottobre, invece, al Nuovo Teatro Ateneo della Sapienza Università di Roma, ore 17.30, Michele Mariotti è ospite dell’incontro “L’opera in Sapienza: Peter Grimes”, organizzato da Fondazione Sapienza in collaborazione col centro Sapienza CREA – Nuovo Teatro Ateneo. Il direttore musicale della Fondazione Capitolina parlerà dell’opera di Britten insieme a Emanuele Senici, ordinario di Musicologia e Storia della Musica della Sapienza. Modera il Professor Franco Piperno. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili previa prenotazione all’indirizzo https://www.sapienzacrea.uniroma1.it/. Le prenotazioni apriranno una settimana prima dell’incontro.

 

Giovedì 10 ottobre, alle ore 18.00, in Sala Grigia al Teatro Costanzi con ingresso libero, è in programma una presentazione dell’opera e del quarto numero della rivista “Calibano” dedicata a Peter Grimes e al tema dell’outsider. Lo spettacolo è raccontato da Michele Mariotti insieme al Sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone. A presentare il nuovo numero di “Calibano” sono invece il direttore della rivista Paolo Cairoli e Carmen Gallo, docente di letteratura inglese presso Sapienza e autrice di un contributo sul senso del male e della violenza nella poco conosciuta fonte poetica di Peter Grimes, The borough di George Crabbe.

 

Il ciclo di incontri si conclude venerdì 11 ottobre alle ore 18.00, sempre in Sala Grigia al Teatro Costanzi e a ingresso libero, con la presentazione di Benjamin Britten. L’uomo, il compositore, l’interprete (EDT, 2024), la prima monografia italiana dedicata al compositore inglese. Interviene Alessandro Macchia, autore del volume, storico della musica e tra i più autorevoli studiosi di Britten, in dialogo con Francesco Antonioni, compositore e conduttore di Radio3. La presentazione precede la prima rappresentazione dello spettacolo, in programma alle ore 20.00.

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“L’ultimo viaggio di Sindbad” di Silvia Colasanti in prima assoluta

«Il tragitto della nave di Sindbad prende spunto dalla cronaca, in particolare dall’antichissimo fenomeno della migrazione, per raffigurare una parabola, un percorso metastorico attraverso tempi, culture e interpretazioni diverse». Così la compositrice Silvia Colasanti racconta L’ultimo viaggio di Sindbad, titolo conclusivo del cartellone lirico della stagione 2023/24 all’Opera di Roma. Commissionata proprio dalla Fondazione Capitolina, l’opera è proposta in prima esecuzione assoluta dal 16 al 23 ottobre 2024 al Teatro Nazionale, in collaborazione con Fondazione RomaEuropa Festival. La nuova commissione è il primo capitolo di un progetto triennale dedicato alla musica contemporanea che vede protagoniste tre compositrici. Dopo Silvia Colasanti, nella stagione 2024/25 sarà messa in scena per la prima volta in Italia Adriana Mater di Kaija Saariaho con la regia di Peter Sellars, mentre nella stagione 2025/26 sarà la volta dell’opera Inferno di Lucia Ronchetti. Composto su libretto di Fabrizio Sinisi liberamente ispirato a testi di Erri De Luca, L’ultimo viaggio di Sindbad è un dramma corale che ripercorre le vicende di un capitano arrivato al suo ultimo viaggio con un carico di uomini, donne e bambini, e la cui vicenda si fa specchio di una delle grandi tragedie del nostro tempo, tra echi biblici e leggende del mare. A mettere in scena la nuova produzione è chiamato Luca Micheletti, artista poliedrico per la prima volta all’Opera di Roma in veste di regista.

Nel ruolo di Sindbad è impegnato il baritono Roberto Frontali, mentre sul podio della Fondazione Capitolina debutta Enrico Pagano, giovane talento classe 1995. Le scene sono di Leila Fteita, i costumi di Anna Biagiotti, le luci di Marco Giusti, i movimenti coreografici di Fabrizio Angelini, drammaturgia di Benedetto Sicca. A dirigere il Gruppo Vocalist e la Scuola di Canto Corale, che affianca l’Orchestra del Teatro, è Alberto de Sanctis.

È in programma un incontro introduttivo alla nuova opera, lunedì 14 ottobre alle 18.00 al Teatro Nazionale. L’appuntamento, aperto la pubblico, vede Silvia Colasanti, Erri De Luca, Luca Micheletti e Fabrizio Sinisi in dialogo con il giornalista Paolo Pagliaro.

«L’ultimo viaggio di Sindbad è la storia di un viaggio in mare e di un viaggio interiore del protagonista alla ricerca di sé. – prosegue la compositrice Silvia Colasanti – Attraverso diversi quadri, simili alle stazioni di una laica via crucis marittima, il viaggio in mare ripercorre l’ineluttabile narrazione che l’uomo da sempre fa della sua esistenza, siano le gesta di Ulisse, quelle di Achab sul Pequod, o quelle di Dante e Virgilio, fino alle odierne e tragiche rotte sulle quali la cronaca non smette d’informarci. Attingendo soprattutto alle scritture bibliche, la navigazione diventa simbolo di mitologie e di archetipi, sia letterari sia musicali. Grande protagonista è proprio il mare, evocato con i suoni nei suoi diversi aspetti. Il flusso musicale, inoltre, racconta di passeggeri che arrivano da un “altrove” volutamente non definito, con strumenti tradizionali di culture diverse che dialogano con l’orchestra. La scrittura vocale poi, accoglie inflessioni ed echi popolari accanto alle forme di matrice operistica».

«Questo lavoro non poteva essere una restituzione di ciò che giornali e televisioni ci raccontano ogni giorno con fin troppa chiarezza – dice il librettista dell’opera Fabrizio Sinisi, poeta e drammaturgo –. Alla verità della cronaca non c’è nulla da aggiungere. Volevamo piuttosto che l’opera fosse come un piccolo rito, una liturgia laica, che portasse dentro di sé il ricordo di tutti i viaggi e di tutti i naufragi. Il viaggio come esperienza archetipica, che riporta ognuno di noi al pericolo che sempre si annida dentro ogni desiderio di salvezza, e che forse abbiamo dimenticato. Il tentativo di avvicinarci al dolore di altri».

La nuova composizione trae ispirazione da alcuni testi di Erri de Luca, in particolare dall’omonimo L’ultimo viaggio di Sindbad, pièce teatrale scritta nel 2003 che si rifà alla leggendaria figura del marinaio Sindbad – reimmaginata da De Luca come un capitano che trasporta «migratori e migratrici verso il nostro occidente chiuso a filo spinato», come scrive nella prefazione del libro – e da Sola andata. Quest’ultimo è un romanzo in versi che ripercorre il viaggio di un gruppo di emigranti clandestini dall’Africa ai porti del nord.

Tra le compositrici più affermate sulla scena internazionale, Silvia Colasanti collabora con le principali istituzioni musicali italiane ed estere. Vincitrice dello European Composer Award nel 2013, ha da poco concluso la residenza presso La Toscanini di Parma e l’Orchestra Sinfonica di Milano. Tra gli ultimi lavori si citano Oltre l’azzurro, dramma in musica su testo di Maria Grazia Calandrone, con voce recitante di Massimo Popolizio; Tre risvegli, su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone e con protagonista Alba Rohrwacher; Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa, in memoria delle vittime del terremoto del Centro Italia, e le opere Minotauro, su testo di Réné De Ceccatty e Giorgio Ferrara, tratto dall’omonimo racconto di Dürrenmatt, e Proserpine, da un dramma di Mary Shelley sempre per la regia di Giorgio Ferrara.

A firmare questa nuova produzione è invece Luca Micheletti, baritono, attore, regista, tra i teatranti più originali ed eclettici della sua generazione. Premio Ubu 2011 e Premio Internazionale Pirandello nel 2015, ha interpretato e firmato regie per i maggiori teatri nazionali, tra i quali si ricordano Amleto di Koltès (Napoli Teatro Festival, 2010), La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht (Teatro di Roma – ERT, 2011) e Faust rapsodia da Goethe/Schumann (Ravenna Festival, 2021). Nel 2022 ha aperto la stagione del Piccolo di Milano con Le memorie di Ivan Karamazov (Umberto Orsini come protagonista) mentre, a maggio 2024, ha inaugurato la 59esima Stagione di rappresentazioni classiche del Teatro greco di Siracusa firmando Aiace di Sofocle.

A dirigere L’ultimo viaggio di Sindbad è un giovanissimo talento, Enrico Pagano, che sale per la prima volta sul podio dell’Opera di Roma. Direttore in residenza e Consigliere artistico dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, è anche Direttore artistico dell’Orchestra da Camera Canova, da lui fondata a 19 anni. Nominato tra i 100 Forbes Under 30 destinati a cambiare l’Italia, ad aprile 2024 ha diretto il Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa di Silvia Colasanti in prima esecuzione assoluta alla IUC di Roma.

Sul palco, nel ruolo di Sindbad, è impegnato Roberto Frontali, tra i più affermati baritoni italiani di oggi e apprezzatissimo interprete di Rigoletto nelle stagioni estive dell’Opera di Roma al Circo Massimo e Caracalla. Insieme a lui i baritoni Paolo Antognetti nella parte del Nostromo e Roberto Abbondanza in quella dell’Uomo della Preghiera. Entrambi condividono un’attiva carriera nel repertorio della musica contemporanea. L’Uomo del Mare è invece interpretato da Vincenzo Capezzuto, versatile contralto naturale che ha collaborato al fianco di grandi voci come Cecilia Bartoli, Sara Mingardo e Christian Senn. Il tenore Giorgio Misseri incarna il Disertore, mentre il soprano Daniela Cappello è impegnato nelle vesti della Madre. La prima e la seconda sorella sono interpretate rispettivamente da Elisa Balbo e Alice Rossi. Canta nella parte della Memoria il mezzosoprano Annunziata Vestri. I sei passeggeri sono infine incarnati rispettivamente da Valentina Gargano, Maria Cristina Napoli, Eduardo Niave, Nicola Straniero, Benedetta Marchesi Alessandro Della Morte.

L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è per l’occasione de L’ultimo viaggio di Sindbad arricchita dai solisti Peppe Frana (oud), Lorenzo Brilli (percussioni) e Luciano Orologi (chalumeau). Lo spettacolo si avvale anche della partecipazione della Scuola di Canto Corale della Fondazione Capitolina.

La prima assoluta de L’ultimo viaggio di Sindbad al Teatro Nazionale è prevista mercoledì 16 ottobre alle ore 20.00. Repliche venerdì 18 (ore 20.00), domenica 20 (ore 16.30), martedì 22 (ore 20.00) e mercoledì 23 ottobre (20.00).

 

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Il Premio Visconti a Massimiliano e Doriana Fuksas per il progetto pucciniano a Caracalla

 

Si è aggiudicato il Premio Visconti per la “miglior scenografia di opera lirica” il progetto scenografico di Doriana e Massimiliano Fuksas realizzato a luglio per Tosca e Turandot al Caracalla Festival 2024. La premiazione è avvenuta oggi, 21 settembre, nell’ambito della VII edizione di Ischia Film & Art Festival Luchino Visconti. Gli architetti di fama internazionale, invitati dal Teatro dell’Opera di Roma a creare un’unica “struttura” per entrambi i titoli pucciniani, erano al debutto nell’ambito dell’opera lirica. Massimiliano e Doriana Fuksas hanno ideato un “primo piano” che rispettasse l’imponente sfondo delle antiche Terme romane. Lo spazio assoluto da loro concepito appositamente si è rivelato ideale per accogliere le due regie firmate da Francesco Micheli. Il successo degli allestimenti, nel cartellone del Caracalla Festival per celebrare il centenario della morte di Puccini, era stato già sancito dai dati di affluenza di pubblico: complessivamente più di 45 mila spettatori sono accorsi nelle varie recite. In particolare, Tosca può vantare di aver superato La traviata del 2023 nel record storico di biglietti venduti alla prima rappresentazione di un’opera a Caracalla dal 2001: sono state più di 4.300 le presenze di quella serata.

 

Roma, 21 settembre 2024

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