“Il lago dei cigni” di Benjamin Pech inaugura la nuova stagione di Balletto

Il lago dei cigni di Benjamin Pech da Marius Petipa e Lev Ivanov, grande classico del repertorio, inaugura la stagione di balletto 2018-19 del Teatro dell’Opera di Roma. È in scena al Teatro Costanzi da venerdì 28 dicembre 2018 a domenica 6 gennaio 2019, con le étoile, i primi ballerini, i solisti e il corpo di ballo.
Benjamin Pech, già étoile dell’Opéra di Parigi e Assistente alla Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dopo aver creato diverse coreografie si confronta con il riallestimento coreografico del balletto icona della tradizione classica.
Il 28, il 29 e il 31 dicembre 2018 ospiti d’eccezione sono Anna Nikulina e Semyon Chudin entrambi principal dancer del Teatro Bol’šoj di Mosca, il 4 e il 6 gennaio 2019 Germain Louvet étoile de l’Opéra di Parigi per ballare con la prima ballerina Susanna Salvi. L’étoile del Teatro dell’Opera di Roma Alessandra Amato balla con il primo ballerino Claudio Cocino. La recita pomeridiana del 5 gennaio è affidata ai solisti Marianna Suriano e Michele Satriano. Un ruolo determinante nella versione di Benjamin Pech è affidato al personaggio di Benno, amico del Principe Siegfried, interpretato dal primo ballerino Alessio Rezza, dal solista Giacomo Castellana, e dai ballerini Walter Maimone e Loïck Pireaux.

Il Sovrintendente Carlo Fuortes ha dichiarato: “Apriamo la nuova stagione di balletto del Teatro dell’Opera di Roma con un grande classico e lo facciamo affidandone la coreografia a Benjamin Pech, già étoile dell’Opéra di Parigi e assistente alla Direzione del Ballo qui a Roma, per farne una nuova versione sull’allestimento del maestro Aldo Buti. Le note sono invece affidate al Direttore Nir Kabaretti per una rilettura molto speciale, tutta da scoprire. La Direttrice Eleonora Abbagnato ha coinvolto tutto il nostro corpo di ballo, le étoile, i primi ballerini, i solisti e ospiti straordinari. Avremo Anna Nikulina e Semyon Chudin dal Teatro Bol’šoj e l’étoile dell’Opéra di Parigi Germain Louvet. Ci sono tutti gli ingredienti per un grande successo natalizio.”

La Direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato ha dichiarato: “Il lago dei cigni è forse il titolo dei titoli del repertorio classico e un balletto fondamentale per me e Pech educati alla versione Nureyev: abbiamo ballato insieme quasi tutti i ruoli. Il lago dei cigni è musica e Benjamin Pech ha fatto nascere questa versione ascoltandola e vivendola intensamente. La musica e la storia hanno qui un legame indissolubile. Nella difficoltà tecnica, gli interpreti sono chiamati a lavorare sul loro lato interpretativo, ed ecco allora che la musica e la narrazione concorrono a farci sognare, facendo emergere il loro essere artisti. Ringrazio i ballerini tutti, i guest eccezionali che ha già menzionato il Sovrintendente, l’étoile Alessandra Amato nominata proprio in questo ruolo di Odette-Odile, l’étoile Rebecca Bianchi, appena rientrata, nella danza russa e la prima ballerina Susanna Salvi che ha già ballato la versione di Wheeldon. Grazie al Sovrintendente con il quale lavoriamo intensamente per far crescere questo corpo di ballo e la sua produzione.”

Il lago dei cigni è uno dei titoli più famosi e amati, una fiaba romantica percorsa dall’eterno conflitto tra Bene e Male che ancora oggi, con il suo intenso simbolismo, continua ad affascinare gli spettatori di tutto il mondo.

La lunga genesi del balletto inizia nel 1868, quando Pëtr Il’ič Čajkovskij durante un viaggio sul Reno in compagnia Vladimir Petrovic Begičev – sovrintendente dei Teatri Imperiali di Mosca nonché futuro librettista de Il lago dei cigni – matura l’idea di un soggetto ispirato ai miti della donna-cigno. Nel 1875 poi il Teatro Bol’šoj di Mosca commissiona al compositore russo la partitura per un grande balletto di fantasia, così Il lago dei cigni va in scena per la prima volta il 20 febbraio 1877 con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger, senza tuttavia ottenere successo. Il balletto viene ripreso negli anni Ottanta, prima di approdare nelle mani di Marius Petipa, che già aveva collaborato con Čajkovskij per La bella addormentata (1890). Il grande coreografo definisce uno schema generale e ne affida la realizzazione al suo assistente Lev Ivanovič Ivanov, che firma la coreografia del secondo atto messo in scena il 17 febbraio 1894, poco dopo la scomparsa del compositore nel novembre 1893. Arriva quindi la decisione di rappresentare il balletto per intero: Petipa riesamina il soggetto e compone la coreografia del primo e di quasi tutto il terzo atto, mentre il resto è lasciato a Ivanov. La versione del balletto definitiva di Petipa e Ivanov, quella a cui attingono la maggior parte degli allestimenti successivi, trionfa il 27 gennaio 1895 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con l’italiana Pierina Legnani nel ruolo della protagonista.

Al Teatro dell’Opera di Roma Il lago dei cigni fa la sua prima apparizione nel 1937 con la coreografia di Boris Romanov, conoscendo a partire da questo momento una fitta serie di rappresentazioni, sino all’originale versione del coreografo inglese Christopher Wheeldon proposta nel 2016.

Benjamin Pech rimanendo in gran parte fedele al libretto immaginato da Petipa, rielabora la drammaturgia dando vita alla sua versione: “Il mago Von Rothbart che trasforma la principessa in cigno, non c’è nella mia versione. È Benno, l’insospettabile amico del Principe Siegfried, a incarnare questo ruolo malefico. Benno, geloso e avido di potere, cela le sue reali intenzioni, dissimula e finge bene. Manipola il Principe per tutto il balletto e solo alla fine del terzo atto rivela la sua vera natura, quando l’inganno è ormai compiuto. Siegfried credendo di ritrovare Odette nei panni dell’ingannevole Odile, le promette amore eterno. Il tradimento diventa il tema centrale di questa mia versione: si compie ad opera di Benno nei confronti del Principe, e del Principe nei confronti di Odette pur senza volerlo, ma alla fine il potere dell’amicizia prevale su tutto”.

Il lavoro di Pech – coadiuvato da Madame Patricia Ruanne e dal Maître de Ballet Frédéric Jahn in veste di assistenti al coreografo – si innesta in un allestimento magico fatto di scene raffinate e preziosi decori dello scenografo Aldo Buti con le luci di Vinicio Cheli. Le note di Pëtr Il’ič Čajkovskij sono affidate alla bacchetta del Direttore Nir Kabaretti che dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.