Il Teatro dell’Opera torna a Caracalla

Dopo l’eccezionale esperienza al Circo Massimo, la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma torna sul palcoscenico tradizionale delle Terme di Caracalla con un cartellone ricco e diversificato. Una straordinaria apertura con un titolo mai eseguito in Italia in forma scenica, Mass di Leonard Bernstein (1, 3 e 5 luglio), affidato alla lettura di Damiano Michieletto con la direzione del maestro Diego Matheuz. A seguire le riprese di due fortunati allestimenti: la Carmen di Bizet (15, 19, 23 e 28 luglio e 4 agosto), diretta da Jordi Bernàcer , che la regista Valentina Carrasco ha voluto ambientare in Messico; Il barbiere di Siviglia di Rossini (2, 5, 7, 9 agosto) in stile hollywoodiano firmato da Lorenzo Mariani con la direzione di Stefano Montanari. Le emozioni della grande danza sono assicurate con le suggestive atmosfere di Notre-Dame de Paris di Petit (21, 22, 27 luglio e 3 agosto).

Anche quest’anno non mancano gli “Extra”, sempre accolti con entusiasmo dal pubblico. Dopo ben dodici serate di Claudio Baglioni e il suo Dodici note, la pop star David Garrett (25 luglio) con il tour Alive e l’imperdibile Gala Roberto Bolle and Friends (12, 13 e 14 luglio).

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21.00.

 

Il capolavoro di Leonard Bernstein Mass (Messa) sarà proposto per la prima volta in forma scenica in Italia a Caracalla a partire da venerdì 1° luglio, con repliche domenica 3 e martedì 5, per il ritorno della Stagione Estiva del Teatro dell’Opera di Roma tra le rovine maestose delle antiche Terme. La nuova produzione dello spettacolo è affidata al regista Damiano Michieletto, che torna a lavorare nella fondazione capitolina dopo i successi del Rigoletto al Circo Massimo nell’estate 2020 e de La damnation de Faust del 2019. Sul podio il direttore d’orchestra Diego Matheuz, tra i più affermati musicisti provenienti da “El Sistema”, il modello didattico-musicale fondato in Venezuela da José Antonio Abreu. Mass è un “pezzo teatrale per cantanti, musicisti e ballerini” su testo dello stesso Bernstein, con versi aggiuntivi di Stephen Schwartz: fu commissionato da Jacqueline Kennedy per inaugurare il Kennedy Center (John F. Kennedy Center for the Performing Arts) di Washington D.C. l’8 settembre del 1971. Il lavoro nasce per essere messo in scena teatralmente ma nel nostro Paese, fino a ora, era stato eseguito solo in forma di concerto. Accanto a Michieletto sono impegnati Paolo Fantin che firma le scene, Carla Teti per i costumi e Alessandro Carletti per le luci. Lo spettacolo vede impegnato il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, con le coreografie di Sasha Riva e Simone Repele. In scena ci sarà uno Street People Chorus (composto da cantanti di musical), accanto al Coro diretto da Roberto Gabbiani. Lo spettacolo vedrà anche la partecipazione della Scuola di Canto Corale e dei talenti di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.

Mass fu pensata in un primo momento come una messa tradizionale. Bernstein optò poi per un’opera teatrale piuttosto sperimentale, basata sulla Messa tridentina della Chiesa cattolica romana. In scena troviamo coro, orchestra, voci bianche, danzatori, musicisti rock e blues, al cui centro un Celebrante – interpretato nel nuovo allestimento di Michieletto da Markus Werba – chiave di lettura dell’intera narrazione che raccoglie attorno a sé l’intero racconto.

Nel libretto, i frammenti liturgici veri e propri sono mantenuti e cantati in latino, con l’eccezione del Sanctus che comprende versi in ebraico. Ci sono poi testi aggiuntivi in lingua inglese di Bernstein stesso, ma anche di altri autori come Stephen Schwartz e Paul Simon. L’idea dell’opera fu fortemente influenzata da alcuni avvenimenti coevi alla composizione: i funerali di Robert F. Kennedy nella cattedrale di San Patrizio a New York, nel 1968; le celebrazioni del bicentenario della nascita di Beethoven, nel 1970; e la composizione da parte di Bernstein di un breve brano destinato al film “Fratello sole, sorella luna” di Franco Zeffirelli, poi ritirato.

 

Tra i titoli di opera che segneranno il ritorno della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla non poteva mancare Carmen di Georges Bizet, in scena venerdì 15, martedì 19, sabato 23, giovedì 28 luglio e giovedì 4 agosto, per un totale di cinque recite, con la regia di Valentina Carrasco, nell’edizione ambientata sulla frontiera fra Messico e Stati Uniti, rappresentata con grande successo, sempre a Caracalla, nel 2017 e 2018; sul podio il maestro Jordi Bernàcer. Nei panni di Carmen torna Veronica Simeoni che era stata protagonista del capolavoro di Bizet nella prima edizione del 2016. Don José sarà interpretato da Saimir Pirgu, Luca Micheletti sarà Escamillo, Mariangela Sicilia sarà Micaëla. A completare il cast di zingari, contrabbandieri e brigadieri ci saranno Anna Pennisi (Mercedes), Giulia Mazzola (Frasquita), Michele Patti (Dancairo), Marcello Nardis (Remendado) e, dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma, Alessandro Della Morte (Zuniga) e Arturo Espinosa (Morales). Repliche il 19, 23, 28 luglio e 4 agosto. L’allestimento di Valentina Carrasco – che vede anche la partecipazione del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma impegnato nelle coreografie di Erika Rombaldoni e Massimiliano Volpini e la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera – porta il pubblico in una terra di confine tra Messico e Stati Uniti, grazie anche al supporto delle scene di Samal Blak, i costumi di Luis F. Carvalho e le luci di Peter van Praet, per raccontare una storia che attraverso le vicende di amore e morte tra la celebre gitana e il tenente Don José, si soffermi su tematiche profondamente legate alla condizione dell’uomo oggi. “Trovare un universo per Carmen che riesca ad allontanarsi dai cliché che di solito accompagnano l’opera, è una grande sfida – ha affermato la regista Carrasco –. D’altra parte, una visione troppo astratta non ci permette di comunicare uno degli aspetti più importanti del personaggio, la sua marginalità. La grande singolarità di Carmen come eroina consiste nel fatto che, essendo una donna di bassa condizione sociale, può “permettersi” di essere libera. Molto diversamente da Don Giovanni – personaggio con cui condivide il bisogno assoluto di libertà (non soltanto amorosa, ma libertà totale) – lei non è nobile, ma lavora in una fabbrica, non ha casa, ma è nomade, e soprattutto, non è uomo. È un’eroina tragica senza averne quasi il diritto. Partendo da questo presupposto e dal fatto che i conflitti presenti nell’opera sono di assoluta attualità, abbiamo ambientato l’azione nella frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Questo ci permette di dare una caratterizzazione nella quale un ceto sociale povero, marginale, svalutato, quello dei lavoratori e immigrati illegali messicani, va incontro ad un altro che, pur considerandosi superiore, non riesce a comprendere il mistero della loro cultura, ma ne è affascinato. Il contesto attuale, col ritorno delle divisioni nazionali, l’ascesa del maschilismo e la condizione degradata della donna, fa di questa opera e le riflessioni che innesca, una questione più che mai necessaria”.

 

Giovedì 21, venerdì 22, mercoledì 27 luglio e mercoledì 3 agosto, per la prima volta a Caracalla, Notre-Dame de Paris, il capolavoro del coreografo francese Roland Petit. Il balletto, ripreso da Luigi Bonino Direttore Artistico del Repertorio Roland Petit, sarà affidato ai talenti della compagnia romana, diretta da Eleonora Abbagnato. Insieme al danzatore kazako Bakhtiyar Adamzhan, si esibiranno nei ruoli principali Susanna Salvi, Alessio Rezza, Claudio Cocino e Michele Satriano. Le musiche di Maurice Jarre, su base registrata, sono state eseguite dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Kevin Rhodes in occasione del concerto tenutosi in assenza di pubblico al Teatro Costanzi nel marzo 2021. Roland Petit, che pensava a un balletto ispirato a Il monaco di Lewis, leggendo il capolavoro di Victor Hugo Notre-Dame de Paris si ritrovò a riscrivere, seguendo la trama di Hugo, il libretto per l’omonimo balletto che nel 1965 debuttò sul palcoscenico del Palais Garnier, prima creazione di Petit per l’Opéra di Parigi. Notre-Dame de Paris è un balletto d’azione in due atti ambientato nella Parigi del 1482: una creazione totale che raccoglie danza, partiture musicali, scene e costumi frutto di una collaborazione d’eccezione che riunisce artisti di grande personalità come lo stilista Yves Saint Laurent, lo scenografo René Allio e il compositore Maurice Jarre. Il Corpo di Ballo è qui il popolo francese, un vero coprotagonista, un collante per i personaggi principali. Le intrigate vicissitudini dei protagonisti, Esmeralda, Quasimodo, l’arciprete Frollo e il capitano Phoebus danno vita a un dramma delle passioni dal quale svetta il protagonista assoluto, Quasimodo, interpretato dallo stesso Petit alla prima rappresentazione del 1965. Con Petit, Quasimodo perde la gobba del mostro per trasformarsi in un ragazzo tenero e introverso a causa delle conseguenze di un brutto incidente. Nella visione di Petit Quasimodo come Esmeralda, considerata una strega perché allevata dagli zingari, sono persone rifiutate dalla società perché diverse: proprio in questo tema drammaticamente attuale risiede la geniale opera di modernizzazione del coreografo francese.

 

Ultimo titolo della stagione estiva alle Terme di Caracalla, martedì 2, venerdì 5, domenica 7 e martedì 9 agosto, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini, dalla commedia omonima di Beaumarchais. Lorenzo Mariani firma l’originale regia. Alla direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il maestro Stefano Montanari. Creatività ed eleganza caratterizzano questo spettacolo che ricrea il mondo dei musical hollywoodiani e del film muto degli anni Venti e Trenta. “Lo spunto – spiega il regista – è proprio il carattere artistico di Rossini, un rivoluzionario, eppure elegante, che realizzava forme perfette, sublimi, con fantasia”. Con la coreografia di Luciano Cannito, che collabora alla regia, l’opera buffa rossiniana si avvicina al musical. Le scene sono di William Orlandi, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Linus Fellbom. Il barbiere e factotum Figaro ha la voce di Davide Luciano. René Barbera veste i panni del Conte d’Almaviva, Cecilia Molinari quelli di Rosina. Ancora nel cast Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Alex Esposito (Don Basilio), Francesca Benitez (Berta) e Davide Giangregorio (Fiorello). Dirige il Coro del Teatro dell’Opera di Roma il maestro Roberto Gabbiani.

 

Roma, 27 giugno 2022