Glauco Mauri e Michele Mariotti per “Manfred” di Schumann

È il grande attore e regista Glauco Mauri – classe 1930 – il protagonista del concerto in programma al Teatro Costanzi giovedì 20 aprile alle 20, trasmesso in diretta su Radio3. Sul podio dell’Orchestra dell’Opera di Roma sale il direttore musicale Michele Mariotti, che affronta uno dei grandi capolavori della letteratura musicale tedesca: Manfred, il poema drammatico op. 115 di Robert Schumann tratto da George Byron. Il coro della fondazione capitolina è istruito da Ciro Visco. Per Glauco Mauri si tratta di un debutto: dopo una lunghissima carriera costellata di successi tra teatro, prosa televisiva, prosa radiofonica e cinema – con collaborazioni con Bellocchio, Cavani, Argento e Moretti per l’indimenticabile padre di Ecce bombo – all’alba dei 93 anni interpreta per la prima volta l’antieroe byroniano per eccellenza, il più autobiografico tra i personaggi creati dal grande poeta inglese.

«Manfred è un antieroe che, sconfitto dalle sue colpe, compie un percorso ascetico di allontanamento dal mondo terreno – spiega Michele Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma –. I meravigliosi elementi musicali che all’interno del poema richiamano la natura sottolineano il rapporto tormentato del protagonista con il mondo da cui vuole separarsi. Con l’Ouverture, la pagina più celebre del poema, Schumann esprime perfettamente il dolore e la sofferenza di Manfred usando la tetra tonalità di mi bemolle minore. Altro elemento fondamentale è lo stretto rapporto tra musica e parola, che acquisisce senso drammaturgico: il Manfred evidenzia l’esigenza di Schumann di creare una composizione molto vicina all’opera, proprio nel momento storico di maggiore espansione del sinfonismo».

Manfred fu scritto nel 1816, quando Lord Byron aveva 28 anni e aveva da poco dovuto lasciare l’Inghilterra, a causa di una presunta relazione incestuosa con la sorellastra Augusta Leigh. La voce non trovò mai conferma, ma in molti hanno pensato che Manfred sia stato scritto proprio pensando ad Augusta e certamente il personaggio può essere considerato come un’idealizzazione di Byron stesso: maledetto, portatore di rovina, privo di pace, alla ricerca di una morte che non trova, ma anche dotto all’inverosimile, e non per un patto con il diavolo come Faust ma per i suoi studi infiniti. La morte arriverà anche per lui, ma non lo coglierà in solitudine, come vorrebbe. Accanto a lui ci sarà un Abate, al quale sussurrerà “Non è così difficile morire, vecchio uomo!”, placando i suoi tormenti.

Manfred ha storicamente esercitato un fascino enorme: la causa del suo dramma rimane oscura ma il peso del suo passato si riverbera nel suo presente e sul suo destino, portandolo a essere un modello imprescindibile per la sensibilità romantica. Schumann gli dedicò ben quattro anni della sua vita, tra il 1848 e il 1851. La prima esecuzione del suo poema drammatico avvenne il 13 giugno 1852 all’Hoftheater di Weimar, con la direzione di Franz Liszt. Il compositore non ascoltò mai il suo capolavoro: recandosi con la moglie Clara a Weimar, fu travolto da quei tormenti che lo avrebbero portato alla pazzia, e dovette interrompere il viaggio. Al Teatro dell’Opera di Roma Manfred è stato rappresentato un’unica volta nel 1966 con la regia di Mauro Bolognini, le scene e i costumi di Pier Luigi Samaritani, Piero Bellugi come direttore e la voce recitante Enrico Maria Salerno.

 

Roma, 15 aprile 2023

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Ascolta L’Astrolampo
Un podcast di Rai Radio 3

L’Astrolampo è il maestoso lampadario che si trova al centro della volta del teatro: dalla sua posizione privilegiata osserva tutto, in silenzio. Sotto la sua luce, ogni sera, si intrecciano da sempre migliaia di storie tra applausi e sudore. L’Astrolampo è il testimone del teatro che in questo caso racconta le curiosità, le vicende, e i segreti di chi ci lavora. Il viaggio inizia dal laboratorio dei Cerchi, dove il Teatro dell’Opera di Roma costruisce le scene, custodisce 70.000 costumi, realizza i fondali e termina sul palco, in Teatro, durante una prova dei “Dialoghi delle carmelitane” di Poulenc con la regia di Emma Dante. Cristina Bersanelli, pianista e scrittrice, intreccia i suoi ricordi ai racconti di chi progetta una scena, chi la realizza, chi la colora, chi la veste.

 

L’Astrolampo
di Cristina Bersanelli
Musica originale e suono: Riccardo Amorese
Produzione esecutiva: Roberta Vespa
Regia: Fabiana Carobolante
Hanno collaborato alle registrazioni: Valeriano Battista, Daniele di Noia, Massimo Verolini
Segreteria organizzativa: Barbara Mittiga
Supervisione: Cristiana Castellotti

 

Le scene

Nel regno della falegnameria del laboratorio di via dei Cerchi, dove anche i castelli, si creano con una cantinella.

 

I costumi

Nel labirinto dei costumi storici, tra spilli, libroni antichi e tessuti pregiati.

 

I fondali

Nel paradiso della pittura all’italiana, dove bolle la colla di coniglio e risuonano le brocchette

 

Il palco

Alla scoperta di quel che succede dietro al sipario del Teatro dell’Opera di Roma.

 

 

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Il Teatro dell’Opera di Roma su OperaVision

OperaVision è la piattaforma streaming gratuita supportata dal programma dell’Unione Europea Creative Europe, una finestra sul variegato panorama del teatro musicale per un mondo connesso.

Su OperaVision è possibile guardare in live streaming e on demand per diversi mesi successivi dalla messa in onda una grande varietà di spettacoli – opera, operetta, teatro musicale, danza, balletto e concerti – tutti completamente gratuiti. Ogni settimana la programmazione della piattaforma si rinnova con nuovi spettacoli, in una stagione che offre sia i titoli più amati tra prime mondiali e nuove produzioni. Un invito a viaggiare tra i teatri del mondo in qualunque momento tu voglia e ovunque tu sia.

Che tu sia un amante della musica classica o un curioso appassionato, su OperaVision ce n’è per tutti. Video di backstage ti aiuteranno a scoprire di più su produzioni specifiche. Tutte le produzioni sono sottotitolate in diverse lingue. I contenuti extra ti immergeranno nella trama e in tutto quel processo del dietro le quinte che permette allo spettacolo di prendere vita.

Nella convinzione che l’opera possa essere accessibile a tutti, OperaVision crede profondamente nel suo ruolo di palcoscenico digitale per artisti emergenti. In partnership con i programmi per giovani artisti, OperaVision manda in onda performances, masterclass e concerti delle nuove generazioni di talenti che vedono protagoniste le nuove generazioni di talenti. OperaVision celebra il positivo impatto e il valore dell’opera nella società. I suoi contenuti riflettono l’impegno del settore operistico verso i temi di uguaglianza, rispetto delle diversità, inclusività, responsabilità ambientale.

Sito di riferimento per lo streaming di opere dal 2014, OperaVision è prima di tutto una community internazionale che connette un pubblico sempre più ampio da ogni parte del mondo, e attualmente vanta partnership con 30 teatri e compagnie provenienti da 17 paesi.

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Caracalla Festival 2023

Opera, danza, cinema, teatro, grande musica sinfonica, jazz e pop. Il cartellone estivo dell’Opera di Roma diventa un festival: il Caracalla Festival 2023, con 50 serate dal 30 maggio al 10 agosto. Si amplia l’offerta ma aumentano anche gli spazi: alla consueta arena da 4.500 posti, il Teatro Grande a ridosso delle antiche Terme, si aggiunge il Teatro del Portico, nell’area del cosiddetto tempio di Giove, adatto ad accogliere nuovi e differenti generi.

Molti i grandi artisti coinvolti: Myung-Whun Chung per la sinfonica; i registi Damiano Michieletto e Lorenzo Mariani per l’opera; Roberto Bolle e Jacopo Tissi per la danza, oltre naturalmente al Corpo di Ballo della Fondazione capitolina diretto da Eleonora Abbagnato; Moni Ovadia per il teatro; Stefano Di Battista, Giovanni e Matteo Cutello per il jazz; tra gli artisti del pop Antonello Venditti e Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia con Danilo Rea, Andrea Bocelli e, per la prima volta a Caracalla, Zucchero, i Negramaro e Massimo Ranieri.

Caracalla Festival 2023 e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i nostri Soci Privati Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le nostre attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

«Dopo l’eccezionale esperienza della scorsa estate, ricca di entusiasmo e di una straordinaria affluenza di pubblico con oltre 110mila spettatori, – dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione – il Teatro dell’Opera di Roma torna a proporre per l’Estate Romana un programma di spettacoli di altissima qualità, un cartellone ancora più ricco e variegato per un palcoscenico unico al mondo qual è Caracalla. Grazie alla continua ricerca che l’Opera di Roma prosegue con passione in ambito culturale nasce, d’intesa con la Soprintendenza Speciale di Roma, il Caracalla Festival 2023 un vero e proprio concentrato di arte e di emozioni, un contenitore di atmosfere e suggestioni per indimenticabili serate estive per migliaia di giovani e turisti, di romane e romani che con la loro numerosa presenza confermano quanto sia grande il desiderio di vivere momenti di assoluta bellezza e intensità. Un Festival che amplia la sua offerta e i suoi spazi per nuove esperienze e condivisioni culturali uniche. Il mio ringraziamento a tutta la Fondazione: dal Sovrintendente all’Orchestra e al Corpo di Ballo, dal Coro ai Tecnici. Un ringraziamento anche alla Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro per l’ospitalità».

«Il Teatro dell’Opera di Roma torna a Caracalla per la seconda volta dopo la pandemia e dopo lo straordinario successo della scorsa estate – dichiara Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma – e quest’anno lo fa con l’obiettivo di realizzare un Festival interdisciplinare basato sull’accostamento di generi che vedrà impegnati tutti i complessi artistici della Fondazione, Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Tecnici in 50 serate con un programma che per tanti versi è dedicato a Giuseppe Verdi, interpretando così un sentimento che sta attraversando tutto il Paese grazie al progetto ‘VIVA Verdi’. Nell’ottica del Festival, la stretta e preziosa collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma e la direzione delle Terme di Caracalla aggiunge uno spazio in più rispetto a quello tradizionale del Teatro Grande che permetterà a tantissime romane e romani e ai turisti di godere di un’area che da anni non era fruibile. In questo spazio, che abbiamo chiamato Teatro del Portico, presenteremo una sorta di rassegna off dedicata al cinema, al jazz, al teatro, ai nuovi talenti con le esibizioni degli artisti di “Fabbrica”, degli allievi della Scuola di Danza e della Scuola di Canto Corale e anche uno spazio dedicato ai bambini».

«Siamo felici di ospitare ancora una volta alle Terme di Caracalla una delle proposte estive di opera, balletto e altri generi musicali tra le più rinomate al mondo – dichiara Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma –, dando anche un nostro contributo con un omaggio alla fotografa Letizia Battaglia, realizzato in collaborazione con Electa in due ambienti prossimi alla palestra occidentale che verranno aperti per la prima volta al pubblico. Al centro del programma per la prossima estate, organizzato dall’Opera di Roma d’intesa con la Soprintendenza, oltre ai concerti e alla danza, c’è la figura di Giuseppe Verdi con due opere accompagnate da diverse iniziative. Una nuova pagina del Festival che si terrà in un ulteriore spazio fuori dal circuito di visita da decenni: davanti al cosiddetto tempio di Giove, portico in prossimità del recinto delle Terme, dedicato in antico alle attività culturali, che sarà valorizzato per l’occasione con un’illuminazione ad hoc. La collaborazione con il Teatro dell’Opera accresce l’offerta culturale alla città, amplificando l’interesse per questo magnifico monumento della Roma imperiale».

INAUGURAZIONE

Al di là della proposta di musica pop, che prende il via il 30 maggio, il cartellone si inaugura con la prima proiezione mondiale della versione restaurata di The Great Dictator (Il grande dittatore) di Charlie Chaplin con le musiche eseguite dall’Orchestra del Teatro, venerdì 23 giugno alle 21.30. Ultimo capitolo del progetto nato nel 1999 che intende mettere in scena tutti i film di Chaplin con l’esecuzione dal vivo della colonna sonora, la pellicola del celebre capolavoro è stata oggetto di restauro da parte della Cineteca Nazionale di Bologna, mentre Timothy Brock, direttore musicale della “Association Chaplin”, ha restaurato la partitura originale con le musiche composte da Charlie Chaplin e Meredith Willson. Tra queste anche quelle per la celeberrima scena della danza con il mappamondo di Adenoid Hynkel su musiche dal Lohengrin di Wagner, e quelle che accompagnano l’episodio del barbiere ebreo sulle Danze ungheresi di Brahms. Sul podio dell’Orchestra dell’Opera di Roma è impegnato Timothy Brock, che ha curato tutte le ricostruzioni delle partiture dei suoi film, in collaborazione con l’Association Chaplin di Parigi. «La Cineteca di Bologna – dichiara Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca e presidente del festival del cinema di Roma – lavora da quasi 25 anni sull’opera di Charlie Chaplin. Un progetto enorme, che non è solo sinonimo del lavoro di catalogazione e digitalizzazione dell’archivio o del restauro di una filmografia di soli capolavori: il Progetto Chaplin fa rivivere il suo cinema nel mondo contemporaneo e lo fa conoscere alle nuove generazioni. Occasioni particolarmente speciali sono naturalmente quelle in cui la musica – dello stesso Chaplin – accompagna le immagini, dando vita a uno spettacolo di coinvolgimento assoluto. Chaplin arriva quindi in quel luogo magico che sono le Terme di Caracalla, con Il grande dittatore, uno dei momenti più alti della sua Arte e della Storia del cinema, un film che è nella Storia, ma che parla anche a noi cittadini del XXI secolo».

OPERA

Nell’anno di ‘VIVA Verdi’, il progetto voluto dal Ministero della Cultura per la salvaguardia, promozione e valorizzazione di Villa Verdi, la casa-museo del compositore a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, sono in programma due capolavori della cosiddetta trilogia popolare. E se il Caracalla Festival 2023 è incentrato su Verdi, l’edizione del 2024 sarà invece dedicata a Puccini, in omaggio al centenario della sua scomparsa.

Dal 21 luglio al 9 agosto torna in scena La traviata di Giuseppe Verdi nell’allestimento firmato nel 2018 da Lorenzo Mariani che ambienta la vicenda parigina, tratta da La dame aux camélias di Dumas figlio, negli anni Sessanta della Dolce vita, omaggiando la Roma di Federico Fellini. Sul podio sale Paolo Arrivabeni. In scena Francesca Dotto, già più volte interprete di Violetta all’Opera di Roma; Christopher Maltman e Marco Caria, nei panni di Giorgio Germont; Giovanni Sala e Alessandro Scotto di Luzio come Alfredo Germont.

Dalla Dolce vita alla malavita, con il secondo capolavoro verdiano, Rigoletto, proposto dal 3 al 10 agosto nell’allestimento firmato da Damiano Michieletto che lo ambienta in un immaginario mondo criminale. Creato per l’Opera di Roma, è andato in scena nell’estate del 2020 al Circo Massimo, dopo i mesi di chiusura dei teatri a causa della pandemia. Il regista veneto ripensa ora il suo progetto per un diverso spazio all’aperto, quello di Caracalla. Sul podio sale Riccardo Frizza, mentre interpreti principali sono Roberto Frontali, già Rigoletto nel 2020 al Circo Massimo, Nina Minasyan (Gilda), Piero Pretti (Duca di Mantova), oltre a Martina Belli e Riccardo Zanellato che tornano come nel 2020 rispettivamente nei panni di Maddalena e di Sparafucile.

Sia in Traviata sia in Rigoletto è protagonista anche il Coro del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Ciro Visco.

Spazio anche i giovani talenti della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma e di “Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro diretto da Lorenzo Amato. Due appuntamenti al Teatro del Portico: mercoledì 12 luglio alle 19 il Concerto del Coro Preparatorio e della Schola Cantorum (BIGLIETTI), mentre lunedì 17 luglio alle 21 è in scena Ricostruzione 1.0 (BIGLIETTI): una fantasia onirica su musiche di Mozart, Rossini, Bellini e Puccini, serata completamente affidata a “Fabbrica”.


BALLETTO

La proposta di danza si apre con Cenerentola di Rudolf Nureyev che dal 1° al 4 luglio vede protagonisti étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, diretti da Eleonora Abbagnato. Creata nel 1986 per l’Opéra di Parigi, questa rilettura in chiave moderna di una delle fiabe più popolari, su musiche di Sergej Prokof’ev, è proposta per la prima volta dal Corpo di Ballo del Teatro capitolino. Nel corso della sua storia, Cenerentola ha subìto vari adattamenti e Nureyev si è divertito a trasportare la trama di Cenerentola nell’universo hollywoodiano degli anni ’30: scoperta da un produttore cinematografico, una fanciulla maltrattata, in fuga da un padre alcolizzato e da una matrigna odiosa, debutta sul grande schermo conquistando il cuore dell’attore principale. La musica di Prokof’ev è affidata alla bacchetta del giovane direttore Alessandro Cadario, al suo debutto con l’orchestra del Lirico capitolino.

Ancora grande danza con le tradizionali serate di Roberto Bolle and Friends, in tutto tre dall’11 al 13 luglio, e con il Gran Gala che vede protagoniste le stelle ospiti Maia Makhateli e Jacopo Tissi accompagnati dalle étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi, Susanna Salvi, Alessio Rezza e i primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano, solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma. Sul podio dell’Orchestra della Fondazione sale Alvise Casellati.

Il 23 luglio alle 19, al Teatro del Portico, la Scuola di Danza dell’Opera è protagonista con due titoli (BIGLIETTI): una suite da Raymonda di Marius Petipa ripresa da Ofelia Gonzalez e Pablo Moret e Il carnevale degli animali di Davide Bombana.

 

SINFONICA

La proposta sinfonica è rappresentata da un capolavoro: la Sinfonia n. 9 di Beethoven. Domenica 9 luglio alle 21 lo dirige un sommo interprete come Myung-Whun Chung, alla sua prima volta a Caracalla con l’Orchestra e il Coro del Teatro, diretto da Ciro Visco, e le voci soliste di Olga Bezsmertna, Sara Mingardo, Giovanni Sala e Roberto Tagliavini.

 

TEATRO

Due gli spettacoli teatrali, anche questi ospitati nello spazio del Teatro del Portico: Gli occhiali di Šostakovič di Valerio Cappelli, che cura anche la regia, mercoledì 5 e giovedì 6 luglio alle 21, dedicato al grande compositore russo, interpretato da Moni Ovadia con proiezioni e musiche eseguite dal vivo. Martedì 18 e mercoledì 19 luglio alle 19 invece la lettura e il commento di Valerio Magrelli de Le metamorfosi di Ovidio (BIGLIETTI).

 

CINEMA

A Giuseppe Verdi è dedicata anche la rassegna cinematografica che riporta alla luce film poco conosciuti ispirati alla figura e alle opere del grande compositore. Dal 26 giugno al 3 luglio al Teatro del Portico, grazie alla collaborazione con CSC -Cineteca Nazionale, sono in programma tre serate (BIGLIETTI) con la proiezione di Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria di Giuseppe De Liguoro, Macbeth Neo Film Opera di Daniele Campea, Sulle orme di Verdi di Luciano Emmer e La terra del melodramma di Vittorio Carpignano, La traviata di Franco Enriquez, e Il trovatore di Carmine Gallone. Inizio proiezioni ore 21.15.

 

JAZZ

Per il jazz sono in cartellone lo Stefano Di Battista Quartet, lunedì 31 luglio alle 21, con “Morricone stories jazz”; tre concerti-aperitivo pensati per essere seguiti anche dagli spettatori dell’opera in scena la sera stessa, il 2, 4 e 6 agosto, con inizio alle 19; una serata con i Fratelli Cutello dal titolo “New generation”, lunedì 7 agosto alle 21. Tutti gli appuntamenti si terranno al Teatro del Portico.

 

POP

Gli immancabili appuntamenti con la musica pop iniziano già dal 30 maggio. Sul palcoscenico del Teatro Grande si esibiscono Zucchero il 30, 31 maggio, 2, 3 e 4 giugno, Fiorella Mannoia e Danilo Rea il 1° giugno, Venditti-De Gregori il 5, 7, 8 e 15 giugno, Andrea Bocelli il 10 giugno, i Negramaro il 13, 14 e 16 giugno e Massimo Ranieri il 24 luglio, sempre alle 21.

 

MOSTRA FOTOGRAFICA

Le Terme di Caracalla rendono omaggio alla grande fotografa Letizia Battaglia attraverso una mostra di scatti e documenti del suo lavoro coraggioso e caparbio, dagli albori della sua carriera tra Milano e Palermo fino all’ultima produzione, prima della sua scomparsa avvenuta il 13 aprile del 2022. Promossa dalla Soprintendenza Speciale per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio in collaborazione con Electa e con la partecipazione dell’Archivio Battaglia, la mostra si svolgerà tra maggio e ottobre negli ambienti appena restaurati adiacenti alla palestra occidentale, che verranno aperti al pubblico per la prima volta. Il prezioso omaggio, idealmente connesso all’anniversario dei trent’anni dell’attentato mafioso di San Giorgio al Velabro, sarà accompagnato da una serie di incontri nell’ambito del programma estivo promosso dal Teatro dell’Opera di Roma e dalla Soprintendenza.

 

COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI

La creazione di un Festival comporta l’interazione di un ampio numero di forze, e per il Caracalla Festival 2023 si allarga ulteriormente la rete d’importanti collaborazioni istituzionali dell’Opera di Roma: prima fra tutte quella Soprintendenza Speciale di Roma e poi con Association Chaplin di Parigi, Cineteca Nazionale di Bologna, Centro Sperimentale di Cinematografia, Rai Com, Ravenna Festival, Festival Puccini di Torre del Lago, Teatro La Fenice di Venezia, Casa del Jazz, Friends & Partners.

 

Da giovedì 23 marzo presso il botteghino del Teatro dell’Opera di Roma e su Ticketone in vendita i biglietti per i seguenti spettacoli: The Great Dictator, Strictly Gershwin, Sinfonia n.9, Roberto Bolle and Friends, La traviata, Gran Gala di Danza, Rigoletto.

 

Roma, 21 marzo 2023

 

 

 

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Prima italiana di “Adam’s Passion” di Pärt/Wilson alla Nuvola

Arriva per la prima volta in Italia Adam’s Passion, lo spettacolo teatrale ideato nel 2015 da Robert Wilson in collaborazione con il grande compositore estone Arvo Pärt e proposto in esclusiva grazie ad una coproduzione tra Opera di Roma ed EUR S.p.A. il 31 marzo e il 1° aprile al Roma Convention Center La Nuvola. Il lavoro si rifà all’idea di “opera d’arte totale” di Wagner e fonde insieme musica, canto, danza, movimento, luci e scenografia. A dirigere l’orchestra e il coro della fondazione lirica capitolina è impegnato Tõnu Kaljuste, grande interprete della musica di Pärt, mentre sul palcoscenico è protagonista la grande danzatrice statunitense Lucinda Childs, classe 1940, al suo debutto all’Opera di Roma. Il tutto per raccontare, con l’evocativo linguaggio di Wilson e Pärt, la vita di Adamo dopo la cacciata dall’Eden.

 

Dopo aver colto il frutto dell’albero della conoscenza, come narrato nella Bibbia, Adamo viene scacciato dall’Eden. Lasciato a se stesso in una terra desolata, riceve alcune visioni che gli mostrano i futuri orrori commessi e subiti dagli uomini. Sono le conseguenze della caduta da lui provocata. Ad Adamo non resterà altro che supplicare l’amore ed il perdono di Dio.

 

Adam’s Passion è stato rappresentato per la prima volta il 12 maggio 2015 al Noblessner Foundry di Tallin, in Estonia, con l’orchestra e il coro da camera della città diretti da Tõnu Kaljuste, una produzione originale di Eesti Kontsert e Change Performing Arts.

Successivamente è stato ripreso in Germania, alla Konzerthaus di Berlino, nel 2018. Sullo spettacolo è stato realizzato un documentario, trasmesso su Arte e proiettato in diversi paesi, dal Canada all’Ungheria. il progetto segna la prima collaborazione di due giganti della scena e della musica come Wilson, classe 1941, e Pärt, classe 1935. Per lo spettacolo il compositore estone, tra i più eseguiti dei nostri tempi, ha selezionato tre sue composizioni preesistenti: Adam’s Lament (2009), Tabula rasa (1977) e Miserere (1989), alle quali ha aggiunto una sinfonia creata appositamente nel 2014, Sequentia, dedicata a Robert Wilson, il grande artista texano, ricercatissimo dai teatri di tutti il mondo. 

 

La prima rappresentazione assoluta è avvenuta in una fabbrica di sottomarini dismessa di Tallin, risalente all’epoca sovietica, e anche la messa in scena romana si avvale di uno spazio unico: il centro congressi e fieristico La Nuvola nel quartiere dell’EUR di Roma, progettato per EUR S.p.A. dal grande architetto Massimiliano Fuksas, che per la rassegna EUR Culture per Roma ospita spettacoli ed eventi culturali.

 

Accanto a Robert Wilson, ideatore di regia, scene e luci, hanno partecipato al progetto A. J. Weissbard per il light design, Tilman Hecker come regista collaboratore,  Serge von Arx come scenografo collaboratore, Carlos Soto per i costumi, e Konrad Kuhn per la drammaturgia. Protagonisti sul palcoscenico sono Lucinda Childs (Woman), Michalis Theophanous (Man), Endro Roosimäe (Heavy Man), Erki Laur (Another Heavy Man), Tatjana Kosmõnina (A Woman), Triin Marts (Another Woman) e Madis Kolk (Tall Man). Violini solisti Vincenzo Bolognese e Francesco Malatesta. Il coro dell’Opera di Roma è istruito da Ciro Visco.

 

Roma, 20 marzo 2023

 

 

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Il Teatro dell’Opera di Roma in Oman con “Giselle” di Carla Fracci

Dopo la trionfale accoglienza a Parigi dello scorso gennaio, con 3.700 spettatori a recita, il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, appena qualche giorno dopo le repliche de La Bayadère, che ha registrato il tutto esaurito, è protagonista di una nuova tournée internazionale. Il 9, 10 e 11 marzo alla Royal Opera House di Muscat nell’Oman arriva Giselle, nella versione coreografica di Carla Fracci da lei firmata nel 2004.

Grazie alla lungimiranza del Sultano Qaboos bin Said Al Said, appassionato e aperto alla cultura occidentale, a Mascate è sorto il primo teatro d’opera di tutta la penisola Arabica, seguito poi da quello di Dubai. Nel 2011 la nuova struttura, dotata di un’eccellente acustica e delle più avanzate dotazioni tecniche, è stata inaugurata con Turandot di Zeffirelli. Nel 2018 la Royal Opera House di Mascate ha ospitato la prima tournée in Oman del Teatro dell’Opera di Roma con Pagliacci proprio di Zeffirelli, l’allestimento scelto dalla Fondazione capitolina per celebrare il centenario del grande regista e in cartellone al Costanzi dal 12 al 19 marzo. L’arrivo di Giselle di Carla Fracci alla Royal Opera House di Muscat conferma l’apprezzamento che questo paese mediorientale nutre per la maestria e l’eleganza italiana.

Carla Fracci è la leggendaria interprete del ruolo di Giselle, con il quale debuttò proprio a Roma nel 1964. Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro della Capitale dal 2000 al 2010, la grande danzatrice definì Giselle «il balletto romantico per antonomasia, che mette malinconia, la malinconia di chi si vede sfuggire qualcosa che vorrebbe invece conservare: la malinconia per l’effimero. Forse il pubblico lo ama per il desiderio che tutti abbiamo di partecipare a una saga d’amore con il suo inganno, la sua cattiveria e la sua redenzione».

Nato dall’ingegnoso estro di Théophile Gautier, Giselle debuttò il 28 giugno 1841 all’Académie Royal de la Musique di Parigi con Carlotta Grisi e Lucien Petipa. Andata in scena al Teatro Costanzi lo scorso ottobre, la versione di Carla Fracci, ripresa da Julio Bocca, che è stato il suo ultimo partner in questo titolo, e da Gillian Whittingham, tiene conto di quella di Jean Coralli e Jules Perrot, delle tradizionali aggiunte di Marius Petipa, ma soprattutto dello spartito originale di Adam. L’allestimento del Teatro dell’Opera di Roma è impreziosito dai bellissimi costumi e scene firmati da Anna Anni. Le luci sono curate da Jean-Michel Désiré. Nel ruolo di Giselle danzeranno le étoiles Rebecca Bianchi e Susanna Salvi (10), l’étoile Alessio Rezza e il primo ballerino Michele Satriano (10) interpreteranno invece Albrecht. Myrtha è affidata all’étoile Alessandra Amato e alla solista Marianna Suriano (10), il primo ballerino Claudio Cocino sarà Hilarion. Con loro in scena il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

La musica di Adolphe Adam, una delle prime a essere composte espressamente per un balletto, sarà eseguita dall’Armenian State Symphony Orchestra diretta da Sergey Smbatyan.

 

Roma, 6 marzo 2023

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La violenza contro le donne del ‘Tabarro’ e di ‘Barbablù’ nel dittico diretto da Mariotti

Sono due storie di violenza di genere. Due vicende che ci ricordano i troppi casi della cronaca odierna, in cui la donna è schiacciata dall’uomo e da una brutalità oggi più che mai inaccettabile”. Così Michele Mariotti descrive il dittico formato da Il tabarro di Giacomo Puccini e da Il castello del Principe Barbablù (A Kékszakállú Herceg Vára) di Béla Bartók, che l’Opera di Roma propone insieme dal 6 al 18 aprile in una nuova produzione firmata dal regista tedesco Johannes Erath, al suo primo impegno operistico in Italia oltre che al suo debutto al Costanzi. La prima di giovedì 6 aprile è proposta da Rai Cultura in diretta/differita tv su Rai5 a partire dalle 21.15, oltre che in diretta alle 20 su Radio3.

Lo spettacolo fa parte di un progetto triennale realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte di Puccini, che cade nel 2024. Il suo Trittico verrà scomposto e ricomposto in tre dittici, proposti uno all’anno per tre stagioni consecutive, grazie all’accostamento di ogni titolo a un altro capolavoro del Novecento.

Solo dopo aver composto Il tabarro – prosegue Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma – Puccini decise di accompagnare il dramma in un atto con Suor Angelica e Gianni Schicchi. L’idea del Trittico quindi è nata strada facendo. La nostra idea è stata invece quella di scomporlo, accostando ciascun titolo a un altro atto unico novecentesco, che ne esalti le caratteristiche musicali e drammaturgiche più salienti. Un modo quindi per guardare il capolavoro tripartito di Puccini da un’angolazione diversa. In questa stagione cominciamo con Il tabarro e Il castello del Principe Barbablù: due opere perfettamente coeve, entrambe andate in scena per la prima volta nel 1918, ed entrambe storie di incomunicabilità all’interno della coppia, che sfociano nella violenza. Nella prossima stagione – conclude Mariotti – proporremo Gianni Schicchi e L’heure espagnole di Maurice Ravel: due straordinarie pagine buffe, nelle quali si sorride ma in modo cinico e un po’ amaro sulle disgrazie della vita, mentre nella stagione 2024/2025 accosteremo Suor Angelica a Il prigioniero di Luigi Dallapiccola: altri due lavori accomunati dalla violenza, che però si esprime attraverso il fanatismo religioso.

Grandi artisti di caratura internazionale in entrambi i cast dei due atti unici. Per Il tabarro tornano all’Opera di Roma il baritono Luca Salsi (Michele), protagonista di innumerevoli produzioni capitoline con il Maestro Muti e più recentemente sui palcoscenici internazionali più prestigiosi; il soprano Maria Agresta (Giorgetta), che al Costanzi è stata un’indimenticabile Anna Bolena; e il tenore Gregory Kunde (Luigi), reduce dal successo nell’Aida diretta a gennaio da Mariotti. Accanto a loro Didier Pieri come Tinca, Roberto Lorenzi come Talpa ed Enkelejda Shkoza nella parte di Frugola. Sebastian Catana incarna il ruolo di Michele nell’ultima recita di martedì 18 aprile.

Per il capolavoro di Bartók invece salgono sul palcoscenico il mezzosoprano Szilvia Vörös, e il basso Mikhail Petrenko, al suo debutto al Costanzi. Il coro della fondazione capitolina è istruito da Ciro Visco.

“Il tabarro incomincia con un tramonto – dice il regista Johannes Erath – ma termina in una notte cupa, dove la luce di un fiammifero diventa fatale per una coppia che ha perso la capacità di esprimersi e di comunicare. Anche Il castello di Barbablù inizia con una coppia nella notte: anche in questo caso il loro sforzo di esprimersi e comunicare non porterà alla luce. Affiancare questi due capolavori ci offre l’occasione rara di osservarli con uno sguardo nuovo: l’atto unico di Puccini appare molto più simbolista e impressionista di quello che si immagini, mentre quello di Bartók è più realista di quanto si immagini”.

Accanto a Erath – che ha già collaborato con Mariotti per una produzione dei Masnadieri di Verdi alla Bayerische Staatsoper di Monaco – sono impegnati Katrin Connan, che firma le scene, Noëlle Blancpain, che cura i costumi, Alessandro Carletti per il light design e Bibi Abel per i video.

Il tabarro, opera in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Adami tratto da ‘La Houppelande’ di Didier Gold, è stata rappresentata per la prima volta al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918, mentre al Teatro Costanzi è arrivato l’11 gennaio 1919, per la sua prima esecuzione nel nostro Paese. Racconta una vicenda di violenza all’interno della coppia, ambientata a Parigi in un vecchio barcone sulla riva della Senna.

Il castello del Principe Barbablù, opera in un atto su musica di Béla Bartók e libretto di Béla Balázs, è stata rappresentata per la prima volta al Teatro dell’Opera di Budapest il 24 maggio 1918, stesso anno della prima del Tabarro, mentre all’Opera di Roma è arrivato il 10 gennaio 1962. Una donna, Judit, segue un uomo, Barbablù, nel suo tetro castello. Vuole conoscere il suo passato, celato dietro sette porte segrete, che sveleranno il male che invaderà la dimora e la vita della coppia.

Dopo la prima di giovedì 6 aprile (ore 20), il dittico sarà replicato sabato 8 (ore 18) martedì 11 (ore 20), domenica 16 (ore 16.30) e martedì 18 aprile (ore 20). La Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti è prevista per sabato 1 aprile alle ore 16.

 

Roma, 3 marzo 2023

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Omaggio a Zeffirelli con “Pagliacci” di Leoncavallo

Nel centenario della nascita di Franco Zeffirelli, il Teatro dell’Opera di Roma sceglie di ricordare il grande maestro con uno dei suoi spettacoli più amati: Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. L’allestimento, in scena dal 12 al 19 marzo, è stato creato nel 1992 proprio per l’Opera di Roma e da allora è stato ripreso sempre con grande successo. Le estreme passioni d’amore e d’odio del capolavoro di Leoncavallo sono affidate alla lettura di Daniel Oren, che ritorna a dirigere l’Orchestra del lirico capitolino dopo tredici anni di assenza. Molto amato a Roma, dove ha diretto più di trenta opere a partire dal 1979, Oren era sul podio anche alla prima di questo allestimento. La regia di Franco Zeffirelli, che firmò anche le scene, è ripresa da Stefano Trespidi. I coloratissimi costumi sono di Raimonda Gaetani, mentre le luci sono disegnate da Vinicio Cheli.

Nella sensuale parte di Nedda-Colombina sono impegnate Nino Machaidze e Valeria Sepe (16 e 18 marzo); il marito e capocomico Canio-Pagliaccio è interpretato da Brian Jagde, al doppio debutto a Roma e nel ruolo, e da Luciano Ganci (14, 16, 17 e 19 marzo); il gobbo e vendicativo Tonio-Taddeo è incarnato da Amartuvshin Enkhbat e Roman Burdenko (16 e 19 marzo). Matteo Falcier darà la voce al mite Beppe, Vittorio Prato all’amante Silvio, che come Nedda cadrà ucciso dal pugnale di Canio.

Il dramma d’impronta verista, in un prologo e due atti, che debuttò il 21 maggio 1892 al Dal Verme di Milano, viene ambientato nella periferia di una degradata città meridionale dell’Italia degli anni Sessanta. Sul fondale grigio di un edificio di ringhiera brulicante di un’umanità variopinta – tra bici, auto e motorette del tempo – si svolge la cruenta storia di gelosia che mescola finzione e realtà, con un alternarsi di accenti patetici, grotteschi e sentimentali, nella rappresentazione di una compagnia di attori, giocolieri e saltimbanchi, arrivati a bordo di un camper.

«L’atmosfera verista dei Pagliacci – dichiarò Zeffirelli all’epoca della creazione dello spettacolo – consente questa attualizzazione ‘Verista’ tenendo conto che l’opera si intitola appunto Pagliacci, quasi a dire che per Leoncavallo siamo tutti un po’ pagliacci, che il mondo stesso è una pagliacciata: curiosamente è la stessa visione che il vecchio Verdi propone nel finale di Falstaff: “Tutto il mondo è burla”. Con una differenza fondamentale: che per Verdi si tratta di una burla vera e propria, mentre Pagliacci sono una dolorosissima avventura di sangue e di amore».

Dopo la prima di domenica 12 marzo (ore 19) in differita su Radio3 Rai, Pagliacci sarà replicata martedì 14 (ore 20), mercoledì 15 (ore 20), giovedì 16 (ore 20), venerdì 17 (ore 20), sabato 18 (ore 18) e domenica 19 (ore 16.30). La Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti e l’Anteprima Giovani sono previste per sabato 11 marzo, rispettivamente alle ore 16 e alle ore 19.

 

 

Roma, 16 febbraio 2023

 

Pagliacci 2023 Opera Roma locandina

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Consegnato al Teatro dell’Opera l’albero della legalità

Si è svolta oggi la “Festa dell’albero della legalità”, che ha come obiettivo la sensibilizzazione rivolta alle giovani generazioni e agli studenti delle scuole che frequentano sempre più assiduamente il Teatro dell’Opera di Roma, sui temi della legalità, della lotta alla mafia e nel contempo del rispetto dell’ambiente e della natura.

L’albero della legalità è un piccolo Ficus Magnolia, germogliato da quello che si trova nell’aiuola di fronte all’abitazione di Giovanni Falcone a Palermo, in via Notarbartolo, che è stato donato dal Corpo dei Carabinieri Forestali dello Stato al Sovrintendente Francesco Giambrone e sarà custodito in Teatro, luogo di cultura italiana ed internazionale.

Solo qualche giorno fa – ha dichiarato il Sovrintendente Giambrone – eravamo in teatro per ricordare le vittime della Shoah, questa mattina siamo qui per le vittime della mafia e nel pomeriggio per quelle delle foibe. Per sottolineare che il Teatro è un luogo di memoria e la memoria è fondamentale perchégli errori del passato non si ripetano”. 

Con la consegna dell’albero, il Teatro diventa il luogo della città dove custodire e preservare la memoria con l’obbligo di mantenere alta la quotidiana attenzione alla legalità.

Durante il suo intervento il Sovrintendente ha letto un messaggio ricevuto da Maria Falcone che ha espresso la vicinanza della Fondazione Falcone alla città di Roma e al Teatro dell’Opera. “Dobbiamo saper custodire la memoria come se fossimo alberi, forti nelle radici, ostinati nella crescita che attraverso nuovi rami frutta altri incontri e occasioni culturali straordinarie per i più giovani e per i cittadini”.

Nel corso della manifestazione si è esibita la Banda della Polizia Locale di Roma Capitale, in uniforme storica, che ha eseguito in apertura l’Inno d’Italia e al termine l’Inno Europeo.

Roma, 10 febbraio 2023

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Il Teatro dell’Opera di Roma partecipa al programma ‘VIVA VERDI’

Roma, 2 febbraio.

È stato presentato, a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, “VIVA Verdi”, il programma dei concerti straordinari per l’acquisizione e la valorizzazione della casa-museo del compositore a Sant’Agata di Villanova sull’Arda.

Il Teatro dell’Opera di Roma partecipa a ‘VIVA Verdi’ con la prova aperta del Requiem diretto da Michele Mariotti, martedì 14 febbraio, con un cast internazionale composto dal soprano Elena Stikhina, dal mezzosoprano Yulia Matochkina, dal tenore Stefan Pop e dal basso Giorgi Manoshvili. Protagonista anche il Coro della fondazione capitolina diretto da Ciro Visco.

L’iniziativa, in collaborazione con i teatri lirico-sinfonici italiani, sostiene il progetto di salvaguardia, promozione e valorizzazione di “Villa Verdi” attraverso un ciclo di 14 rappresentazioni di musiche e opere verdiane che coinvolgerà le 14 fondazioni lirico-sinfoniche dal 10 febbraio al 15 giugno 2023 e i cui incassi verranno devoluti all’acquisto in via di prelazione del sito e delle sue pertinenze.

Il ricavato della vendita dei biglietti, detratte le spese di gestione del singolo evento, verrà acquisita da parte dell’ANFOLS da ciascuna fondazione lirica e devoluta, insieme alle due fondazioni autonome del Teatro alla Scala e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al conto corrente associato al capitolo 3680/04 di entrata afferente al Ministero della Cultura.

A tale capitolo di spesa potranno essere devolute ulteriori risorse, tramite donazioni di singoli cittadini attraverso bonifico al seguente codice IBAN: IT81E01000032453480 29368004. Tale opportunità verrà promossa da ciascuna fondazione lirica e dall’ANFOLS attraverso campagne di comunicazione ad hoc.

Il programma ha il sostegno di Rai Cultura, media partner dell’evento, che, oltre ad aver trasmesso in diretta la conferenza stampa, dedicherà la prima serata di RAI5, e in replica su Rai3, al Gala verdiano diretto dal Maestro Daniel Oren che inaugurerà il prossimo 26 febbraio il nuovo Teatro Comunale di Bologna.

Sono orgoglioso della straordinaria risposta dei teatri italiani – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – all’appello lanciato lo scorso 23 novembre in occasione della visita compiuta a Villa Verdi: in poco più di due mesi, un intenso programma verdiano ha preso vita per sostenere l’acquisizione al patrimonio dello Stato di un bene identitario di grande valore. Grazie alla RAI, questo impegno virtuoso avrà il giusto spazio nel palinsesto del servizio pubblico, rendendo ancor più importante la mobilitazione culturale per conseguire un obiettivo prioritario: acquisire al patrimonio pubblico un luogo fortemente legato all’identità nazionale. Villa Verdi non è soltanto un luogo fisico, ma è un luogo della memoria collettiva, di tutti gli italiani. Perché Giuseppe Verdi non è soltanto uno straordinario compositore che viene quotidianamente celebrato con il suo successo, ma è stato anche un protagonista del Risorgimento italiano, insieme a Mazzini, Garibaldi e Cavour. Gianbattista Vico lo avrebbe definito un luogo dell’idem sentire comune. Un tassello importante dell’identità nazionale che è dovere della Repubblica onorare”.

Le fondazioni lirico-sinfoniche – ha affermato il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi – hanno saputo cogliere al meglio l’importanza di questa iniziativa, capace di raccogliere le migliori energie della Nazione per un nobile scopo: assicurare la memoria di uno dei massimi compositori italiani e di un protagonista del nostro Risorgimento”.

La media partnership – ha osservato il direttore di Rai Cultura, Silvia Calandrelli – non fa che evidenziare ulteriormente la vocazione del servizio pubblico nel portare a tutti i telespettatori lo straordinario patrimonio di cui è depositario il nostro Paese. Con l’iniziativa su Villa Verdi, e in particolare con il concerto che trasmetteremo in diretta su Rai5 e il 26 febbraio in prima serata, e in replica su Rai3, la Rai contribuisce a far conoscere agli italiani la storia e le opere di Giuseppe Verdi e a sostenere questo grande progetto di salvaguardia, promozione e valorizzazione della casa-museo del compositore”.

La musica ha un enorme potere – ha detto il consigliere per la musica del Ministro, Beatrice Venezi – poiché può essere veicolo di valori, di identità, di un immaginario collettivo, come accade nella musica di Giuseppe Verdi. L’acquisizione di un luogo simbolo in cui a lungo visse e operò uno dei padri della musica italiana, è un’operazione di grande valore che esalta ulteriormente il legame con le nostre radici“.

“Questa è una bella storia italiana. Il mondo dello spettacolo in maniera compatta saluta con favore questa importante iniziativa che ha il merito di valorizzare la figura di Giuseppe Verdi  come elemento identitario del patrimonio culturale italiano. Sono tanti i teatri che si continuano ad aggiungere per promuovere l’iniziativa del governo e delle 14 fondazioni liriche. Il mondo dello spettacolo è qui per contribuire a salvaguardare l’identità del nostro Paese”, ha infine considerato il presidente dell’AGIS e Sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Capitale, Francesco Giambrone.

Al fine di raccogliere eventuali ulteriori versamenti dai cittadini, riportiamo di seguito l’Iban riportato sul portale del Mic. IBAN: IT81E0100003245348029368004 inserendo la dicitura “VIVA Verdi”.

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