On-Off
Clea è un’anziana ed eccentrica signora affetta da un’acuta forma di presbiacusia che, grazie a un innato spirito di resilienza, è riuscita a votare a proprio favore la malattia, cogliendo quel poco di buono che si poteva cogliere da essa. Infatti, isolandola dai suoni esterni, la sordità ha anche allontanato Clea da tutte le negatività dell’umanità che la circonda, immergendola invece (complice la propria creatività) in un universo interiore fatto di sola musica, dove la gente invece che parlare canta, invece che camminare balla, in poche parole: dove la poesia è la lingua del mondo. Un giorno, spinta dalla figlia, Clea si convince a entrare in un’innovativo ritiro per anziani affetti da malattie dell’udito: La Casa di Risuono del prof. Fraud. Questi, in realtà, altri non è che un furbo imbonitore, inventore di un innovativo (e costosissimo) metodo di ristrutturazione dell’udito, chiamato Ear & Now, e di un fantomatico apparecchio acustico di ultimissima generazione chiamato Reartronic, che dovrebbe avere la proprietà di riparare le frequenze perdute dall’orecchio umano a causa dell’avanzare dell’età. Qui, fra tanti anziani quasi morti e ormai anestetizzati, Clea riesce ugualmente a fare degli incontri speciali, creandosi nuove inaspettate amicizie e scoprendo che, in fondo, non è mai troppo tardi per cambiare il proprio mondo e – perché no? – iniziare una rivoluzione.
She
She è un’opera sull’ossessione dell’uomo per il possesso, il dominio dell’altro e la costante volontà di dimostrarsi superiore al prossimo. È un’opera, cioè, basata su tutti quegli aspetti che erano e sono ancora presenti in vari strati della cultura occidentale. Il genere umano è infatti in costante lotta per il potere. Questo aspetto si è manifestato, per esempio, nelle grandi colonizzazioni del passato (epoche di cui parla lo stesso libro di Henry Rider Haggard), ma anche nelle innumerevoli guerre della storia, fino ad arrivare a quelle contemporanee. Tuttavia, questa ossessione al dominio è presente non solo nei rapporti tra diverse nazioni e razze, ma anche in quelli fra uomini e donne, o fra ricchi e poveri. Quest’opera si ripropone dunque di indagare e riflettere sotto diverse prospettive il pericoloso complesso di superiorità che da sempre l’Occidente presenta nei confronti del resto del mondo. Il personaggio principale, Ayesha, simboleggia l’idea di übermensch (presentato per la prima volta da Friedrich Nietzsche), mentre Leo rappresenta il suo omologo maschile. È la loro stessa illusione di superiorità che li porterà a distruggersi definitivamente. Pur riuscendo a sopravvivere per millenni vivendo solo della speranza di potersi un giorno rincontrare, Ayesha (alias “Lei”) e il suo amato Kallikrates, in seguito reincarnatosi in Leo Vincey, non saranno mai veramente in grado di stabilire una vita insieme, equilibrata. La morte di Ayesha finale simboleggia la fine di un’era, aprendo le nostre speranze alla fioritura della libertà e dell’uguaglianza.