Sono aperte le selezioni per l’ammissione ai corsi per l’anno scolastico 2022/2023 della Scuola di Danza. Tra le più antiche e prestigiose Scuole professionali italiane, è stata istituita nel 1928 ed è stata diretta da alcune delle più prestigiose figure della danza italiana tra cui Attilia Radice, Walter Zappolini, Alberto Testa ed Elisabetta Terabust. Per la sua finalità la Scuola è da sempre impegnata, attraverso una mirata selezione, a preparare bambini, adolescenti e giovani che intendono intraprendere la professione del danzatore, con selezioni annuali di giovani provenienti da ogni parte d’Italia e non solo. Alla guida della Scuola dal 2011, Laura Comi già Prima Ballerina Étoile del corpo di ballo del Teatro dell’Opera.
Con l’invio della domanda, è possibile partecipare all’esame di ammissione per tre diverse tipologie di percorsi formativi. I Corsi professionali, dal 1° al 6°, per allievi ballerini da 9 fino a 17 anni. Il programma didattico prevede lezioni quotidiane di tecnica accademica classica, alla quale si aggiungono corsi di danza contemporanea, fisiotecnica e storia della musica. Gli anni di corso sono otto più un anno di perfezionamento per i più meritevoli, e vi si accede mediante una selezione annuale.
Un Corso di preparazione professionale coreutica per ragazzi dai 17 ai 22 anni, con lo scopo di ristabilire un adeguato rapporto tra la preparazione tecnica e l’età di appartenenza di giovani tersicorei ritenuti idonei.
E infine un Corso di fisiotecnica propedeutica alla danza, per bambini dagli 8 ai 10 anni: una tecnica volta alla conoscenza del corpo, al miglioramento degli schemi motori di base come la postura, l’equilibrio e la coordinazione dei bambini che intendono affrontare lo studio professionale della danza classica.
C’è tempo fino al 5 aprile 2022 per inviare la propria candidatura. In bocca al lupo a tutti gli aspiranti allievi!
Martedì 19 aprile alle 20.00, in diretta su Rai Radio3, I puritani di Vincenzo Bellini debutta al Teatro dell’Opera di Roma. Sul podio il Maestro Roberto Abbado. Andrea De Rosa firma la regia di un nuovo allestimento che vede le scene di Nicolas Bovey, i costumi di Mariano Tufano e le luci di Pasquale Mari. L’ultimo capolavoro della fulminea carriera del cigno di Catania manca al Costanzi dal 1990. Torna finalmente dopo oltre trent’anni di assenza dal palcoscenico e dopo il successo dell’esecuzione in forma di concerto il 23 gennaio 2021. Lo streaming gratuito su operaroma.tv, durante la chiusura al pubblico a causa della pandemia, è stato seguito da moltissimi spettatori virtuali da ogni parte del mondo. In questa occasione, come allora, il Maestro Roberto Abbado guida l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma nella versione integrale, con i tagli decisi dal compositore stesso prima del debutto assoluto. “Sono molto felice di dirigere questo sublime lavoro di Bellini,ingiustamente poco rappresentato oggi – dichiara il Maestro Abbado –: richiede cantanti eccezionali e il ruolo dell’orchestra è molto sviluppato. Se c’è un’opera dove la musica si fa teatro questa è I puritani. Non ci sono grandi accadimenti ma la musica di Bellini, divina, rende credibile, unifica e dà un senso al tutto, è di grande potenza. La guerra, quella civile inglese, c’è nella drammaturgia e si sente nella musica”. “Quando abbiamo cominciato le prove – racconta il regista Andrea De Rosa – quasi contemporaneamente è iniziata l’invasione dell’Ucraina. Ho sentito il bisogno di portare qualcosa di questa grande tragedia in un’opera in cui la guerra c’è anche se, nel libretto, è sullo sfondo. L’ho restituita attraverso l’ossessione che rivive Elvira ogni volta che si sentono i corni nell’orchestra, i corni di guerra appunto, è spaventata, si tappa le orecchie, come sicuramente succede quando risuonano le sirene antiaeree nei luoghi di conflitto. In primo piano c’è invece il trauma grandissimo della protagonista che pensa di essere stata abbandonata dal suo amante il giorno delle nozze. Da qui emerge l’episodio centrale dell’opera: la follia. Elvira perde completamente di vista la realtà. Non vede e non riconosce più quello che ha davanti. Ho interpretato e messo in scena questa follia attraverso una forma di cecità della protagonista”. A dar voce ai protagonisti dell’opera un cast d’eccezione: Lord Arturo Talbo sarà interpretato da John Osborn e da Francesco Demuro (26, 28, 30). Negli altri ruoli canteranno gli stessi interpreti impegnati nel fortunato concerto in streaming di gennaio 2021: Jessica Pratt (Lady Elvira Valton), Franco Vassallo (Sir Riccardo Forth), Nicola Ulivieri (Sir Giorgio Valton) e Roberto Lorenzi (Lord Gualtiero Valton). Riconfermati nel cast anche i due giovani talenti dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Rodrigo Ortiz e Irene Savignano rispettivamente nei ruoli di Sir Bruno Roberton ed Enrichetta di Francia. Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma sarà diretto dal maestro Roberto Gabbiani.
Opera seria in tre atti su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico Têtes rondes et Cavaliers di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface, I puritani fu composta da Bellini tra il 1834 e il 1835. Accolta trionfalmente alla prima assoluta a Parigi al Théâtre des Italien il 24 gennaio 1835, otto mesi prima della morte prematura del compositore, avvenuta il 23 settembre dello stesso anno, la vicenda de I puritani si svolge in Inghilterra intorno al 1650, al tempo della guerra civile fra i Puritani, seguaci di Cromwell, e gli Stuart, fedeli al Re Carlo I. L’ardua e contrastata passione tra Elvira, figlia del generale dei Puritani, e Arturo, cavaliere degli Stuart, ostacolata dalla gelosia dell’antagonista Riccardo, conduce la giovane alla follia, immersa nei ricordi del suo passato felice, fino al tanto desiderato ritorno dell’amato che, condannato a morte, si salverà all’ultimo momento graziato da un’amnistia generale.
Dopo la prima di martedì 19 aprile alle ore 20.00, in diretta su Rai Radio3, I puritani di Bellini sarà replicata giovedì 21 (ore 20.00), domenica 24 (ore 16.30), martedì 26 (ore 20.00), giovedì 28 (ore 20.00), sabato 30 (ore 18.00).
premiare i migliori interventi finanziati attraverso il credito di imposta come sostegno al mecenatismo culturale. Il Teatro dell’Opera di Roma anche quest’anno è tra gli oltre 350 progetti in concorso che hanno raggiunto l’obiettivo economico entro il 31 dicembre 2021. Il Concorso “Progetto Art Bonus dell’Anno” è nato nel 2016 con l’obiettivo di offrire visibilità agli enti promotori di raccolte Art Bonus e ai loro donatori attraverso il coinvolgimento del pubblico da casa che può votare i progetti sulla piattaforma del concorso o sui social. Anche per il 2021 sarà possibile esprimere la propria preferenza per il miglior progetto culturale collegandosi alla pagina artbonus.gov.it/concorso. Tutti i sostenitori del Lirico della Capitale potranno votare a sostegno di un’istituzione custode del grande patrimonio del teatro musicale italiano, fino al 21 marzo 2022 sulla piattaforma di Art Bonus. Collegandosi al sito, senza la necessità di registrarsi, si potrà esprimere una sola preferenza per ciascun progetto in gara, ma si potranno votare più progetti. Dal 22 marzo al 1° aprile 2022 i primi 10 progetti che avranno ottenuto il maggior numero di voti sulla piattaforma Art Bonus parteciperanno alle votazioni solo sui social. Il progetto che otterrà il punteggio più alto dalla somma dei voti ricevuti nelle due fasi di votazioni, si aggiudicherà il Concorso per il 2021, con la premiazione il 15 aprile nel corso di un evento pubblico organizzato dal Ministero della Cultura, ALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC, i tre enti promotori del Concorso.
Per non dimenticare anche il Teatro dell’Opera di Roma celebra il Giorno della Memoria 2022 tramettendo su Operaroma.tv ‘Brundibár’, opera per bambini in due atti di Hans Krása. Lo spettacolo, che vede protagonisti le giovani stelle della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma, fa parte del programma ‘Memoria genera Futuro’ coordinato da Roma Capitale. Dopo la première di giovedì 27 alle 11.00, rimarrà visibile sul canale ufficiale della Fondazione capitolina per il pubblico che potrà rivederlo gratuitamente su YouTube. ‘Brundibár’ è andata in scena per la prima volta il 23 settembre 1943 a Terezìn, campo di concentramento in cui era detenuto il compositore Hans Krása. Qui a partire dal 1942 vennero concentrati ebrei di una certa notorietà la cui scomparsa avrebbe potuto dar adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi esteri. Le autorità naziste lo avevano organizzato in modo tale da ingannare l’opinione pubblica internazionale. La presenza di un gran numero di compositori, strumentisti e cantanti, che poterono continuare a svolgere la loro professione, rese possibile numerose manifestazioni musicali. Viktor Ullmann (1898-1944), anche lui internato e tra i principali promotori della vita culturale del campo, riuscì a comporre le sue due più significative partiture: l’opera da camera ‘Der Kaiser von Atlantis’ e il melologo per pianoforte e voce recitante su testo di Rilke ‘Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke’. A Terežín oltre a concerti di musica sinfonica o cameristica, venivano allestite opere del grande repertorio (fra le altre ‘Die Zauberflöte’, ‘Die Fledermaus’, ‘La serva padrona’, ‘Carmen’) e lavori degli stessi compositori deportati. Senza dubbio la messinscena che ebbe maggior successo fu quella di Brundibár (“Lo strimpellatore”).
‘Memoria genera Futuro’, con una serie di appuntamenti in programma dal 23 gennaio al 7 febbraio vuole sensibilizzare le giovani generazioni, e non solo, alla tragedia della Shoah, la deportazione, prigionia e morte nei lager nazisti di milioni di ebrei e anche di Sinti e Rom, omosessuali, Testimoni di Geova, militari e oppositori politici di tutta Europa.
È un’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali, in collaborazione con l’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali e le istituzioni del Tavolo tecnico per la produzione culturale contemporanea: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Associazione Teatro di Roma, Azienda Speciale Palaexpo, Casa del Cinema, Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Musica per Roma, Fondazione Romaeuropa Festival, Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Teatro Tor Bella Monaca. Comunicazione di Zètema Progetto Cultura s.r.l. Hanno aderito inoltre i Municipi, il Nuovo Cinema Aquila, l’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Comunità Ebraica di Roma, Il Pitigliani Centro Ebraico Italiano, Beth Hillel Roma e la Fondazione Museo della Shoah – Onlus
Káťa Kabanová arriva per la prima volta a Roma. Dal 18 al 27 gennaio 2022 al Teatro Costanzi si potrà ascoltare e vedere una delle maggiori opere del Novecento, il capolavoro di cui Leoš Janáček firma anche il libretto, dal dramma Grozá (L’uragano) di Aleksandr Ostrovskij nella traduzione in ceco di Vincenc Červinka. Alla direzione dell’Orchestra ci sarà David Robertson che debutta così all’Opera di Roma. Il titolo sarà presentato in un nuovo allestimento in coproduzione con la Royal Opera House Covent Garden di Londra. Lo spettacolo, firmato per la regia da Richard Jones, ha vinto l’Olivier Award nel 2019 come miglior nuova produzione d’opera. “L’allestimento di Káťa Kabanová – dichiara il regista Jones – è stato ideato con l’esigenza di rappresentare il fatto che il personaggio centrale, che è una donna di grande visione e di grande immaginazione, sia tragicamente collocato in un luogo che è molto di routine, degradato. È un mondo che, in realtà, non è molto bello, ma anzi un po’ primitivo”. Scene e costumi sono di Antony McDonald, le luci di Lucy Carter, i movimenti coreografici di Sarah Fahie.
Composta tra il 1919 e il 1921, Káťa Kabanová racconta il sogno di una donna pura e appassionata come la grande cultura slava sa ritrarre. “Ho iniziato a comporre una nuova opera. – scriveva Janáček – Il protagonista è una donna, di carattere molto mite, basterebbe un colpo di vento a trasportarla via, per non parlare della tempesta che si riversa su di lei”.
Nell’opera in tre atti, andata in scena per la prima volta in assoluto al Teatro Nazionale di Brno nel 1921, i conflitti sociali di un mondo autoritario e i drammi interiori della protagonista s’intersecano fino a condurre alla tragedia finale. La trama ruota intorno alla figura di Káťa, una giovane donna che tenta di sfuggire ai soprusi della suocera Kabanicha trovando rifugio in una relazione extraconiugale con il giovane Boris, fino a che il senso di colpa per aver tradito il marito Tichon non la spinge a gettarsi nel fiume Volga.
“Janáček – commenta il maestro Robertson – aveva una concezione singolare della composizione operistica. Approdò alla sua visione del dramma musicale attraverso un lungo apprendistato e Káťa Kabanová, scritta a un’età in cui ci si aspetta che un individuo vada in pensione, è un’opera di una genialità eccezionale: una tavolozza di colori meravigliosamente ampia con un uso pressoché descrittivo di ogni strumento”.
Nei ruoli principali tornano per l’occasione Charles Workman (Boris Grigorijevič), che ha conquistato il pubblico nell’Idomeneo mozartiano del 2019, Julian Hubbard (Tichon Kabanov) reduce dal recente successo come Cassius nel Julius Caesar inaugurale, Stephen Richardson (Savël Prokofjevič Dikoj), che aveva cantato in Billy Budd nel 2018, e Corinne Winters che, dopo il debutto estivo con l’Opera di Roma nella Madama Butterfly al Circo Massimo, si alterna ora con Laura Wilde (27 gennaio) nel ruolo del titolo. Completano il cast di respiro internazionale Susan Bickley (Marfa Kabanová), Sam Furness (Váňa Kudrjaš), Carolyn Sproule (Varvara), Lukáš Zeman (Kuligin). In scena anche le giovani stelle diplomate del progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma: Angela Schisano (Fekluša) e Sara Rocchi (Glaša). Maestro del Coro Roberto Gabbiani.
Dopo la prima rappresentazione di martedì 18 gennaio (ore 20.00) trasmessa in diretta sulle frequenze di Rai Radio3, Káťa Kabanová torna in scena venerdì 21 (ore 18.00), domenica 23 (ore 16.30), martedì 25 (ore 20.00) e giovedì 27 gennaio (ore 20.00).
Lunedì 17, alle ore 20, nella Lezione di Opera dedicata a Káťa Kabanová, il maestro Giovanni Bietti accompagnerà il pubblico tra storia, musica e dramma svelando tutti i segreti di questo gioiello del Novecento che al Costanzi sarà rappresentato nella versione curata da Sir Charles Mackerras in cui i cambiamenti dall’originale, fatti in precedenza, sono annotati come tali.
Gli spettatori di Káťa Kabanová avranno ingresso libero alla mostra di ritratti fotografici di Leoš Janáček, a cura del Moravian Museum in collaborazione con il TIC Brno, allestita nel Foyer di primo piano del Teatro Costanzi. Oltre a una serie di fotografie, è prevista l’esposizione dei facsimile della partitura autografa e della locandina della prima rappresentazione assoluta.
Sono stati annunciati oggi i vincitori del Premio Danza&Danza intitolato al fondatore della rivista e ideatore del Premio Mario Bedendo. Si tratta dei Premi assegnati dai critici e giornalisti della testata ad artisti, spettacoli e progetti che si sono distinti nell’anno sui palcoscenici italiani.
Il PREMIO D&D 2021 “ interprete” è andato a tre danzatori di grande carisma, che in questa stagione hanno mostrato la loro maturità espressiva. Tra questi Michele Satriano per il ruolo di Quasimodo in Notre-Dame de Paris di Roland Petit, che gli è valso la nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma al termine della replica del 17 settembre 2021.
Nelle motivazioni si legge: “… ha dato prova del suo talento drammatico nel ruolo di Quasimodo. […] ha espresso l’umanità, la bontà e la generosità del personaggio attraverso la danza in una performance toccante e ricca di sfumature. […] Possiede allo stesso modo tecnica e lirismo nel balletto classico e contemporaneo ed è eccellente nella rappresentazione dei personaggi. Mentre il suo fisico è perfetto per ruoli principeschi, è ugualmente in grado di affrontare personaggi più complessi ed elaborati, esprimendo le loro contraddizioni umane e lati oscuri. Un artista a tutto tondo, che promette di sorprenderci e stupirci per molti anni a venire”.
La GIURIA del PREMIO D&D è composta da Maria Luisa Buzzi (Presidente), Elisabetta Ceron, Giuseppe Distefano, Francesca Pedroni, Silvia Poletti, Sergio Trombetta e Carmelo A. Zapparrata
L’edizione della Turandot, in programma al Teatro dell’Opera di Roma dal 22 al 31 marzo 2022, si annuncia come una lettura davvero nuova del capolavoro di Giacomo Puccini così amato e tante volte rappresentato al Costanzi. Il nuovo allestimento vede la direzione di Oksana Lyniv ed è ideato in ogni aspetto (regia, scene, costumi, video) da Ai Weiwei. L’artista cinese, tra i più celebri del panorama contemporaneo, è al suo debutto con una regia teatrale. Nelle sue intenzioni questa sarà la prima e unica esperienza operistica. Una scelta lontana dalla sua consueta ricerca artistica, ma che Ai Weiwei ha accettato anche perché, giovanissimo, era stato una comparsa nella Turandot di Zeffirelli al Metropolitan di New York. Da quei giorni un lungo cammino lo ha condotto a essere una figura di assoluto spicco nel mondo culturale di oggi. Sarà l’occasione per lui di leggere l’immaginario mondo cinese di Gozzi, e poi di Puccini, con il pensiero alle grandi tragedie del mondo di oggi. “È emozionante immergersi nello sviluppo storico dell’opera e della drammaturgia, metterli in relazione con la mia esperienza personale e con la mia idea del palcoscenico, della performance, della narrativa, della rappresentazione. – spiega Ai Weiwei – L’opera lirica è una forma d’arte incredibilmente ricca che stimola le migliori qualità dell’ingegno umano, l’impegno, la maestria, l’eccellenza. Sarà il mio punto di vista, la lirica immersa nella contemporaneità”.
Sul podio dell’Orchestra del Lirico capitolino ritorna la direttrice ucraina Oksana Lyniv dopo il debutto romano dello scorso maggio, e dopo essere balzata agli onori delle cronache come prima donna a dirigere al Festival wagneriano di Bayreuth. Recentemente Lyniv si è fatta portabandiera nel mondo musicale internazionale contro la guerra scoppiata nel suo Paese: “Turandot è per me un’opera dal grande valore simbolico. Con la sua ultima opera, Puccini, il più grande compositore italiano del Novecento, più che dare risposte, ci pone delle domande, è un dubbio sospeso, come la realtà che stiamo vivendo. – spiega OksanaLyniv – Attraverso Turandot desidero farmi interprete del messaggio che Puccini ha voluto lasciare ai posteri negli ultimi istanti della sua vita, e cioè che l’amore alla fine è quel che conta più di ogni altra cosa”.
Protagonista dello spettacolo è un’altra artista ucraina, Oksana Dyka che si alterna nel ruolo della gelida principessa con Ewa Vesin (25, 27, 29, 31 marzo), mentre in quello di Calaf vedremo Michael Fabiano (al debutto sia romano che nel ruolo) e Angelo Villari (25, 27, 29, 31 marzo), Altoum è Rodrigo Ortiz dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program. Liù sarà interpretata da Francesca Dotto e Adriana Ferfecka (25, 27, 29, 31 marzo). Nei panni di Timur Antonio Di Matteo e Marco Spotti (25, 27, 29, 31 marzo). Completano il cast Alessio Verna (Ping), Enrico Iviglia (Pang), Pietro Picone (Pong) e Andrii Ganchuk (un mandarino), talento emerso dalla seconda edizione di “Fabbrica”. Il performer Chao Hsin sarà il principe di Persia a cui presteranno la voce Giuseppe Ruggiero, Andrea La Rosa e Leonardo Trinciarelli.
In scena il Coro e la Scuola di Canto Corale dell’Opera di Roma diretti dal maestro Roberto Gabbiani. Le luci hanno la firma di Peter van Praet e i movimenti mimici sono curati da Chiang Ching, artista impegnata in ambiti che vanno dalla recitazione alla danza, dalla regia alla scenografia, oltre a essere stata una delle figure principali nell’industria cinematografica di Hong Kong e Taiwan.
L’opera, che Rai Cultura trasmette in prima TV su Rai5 giovedì 24 marzo alle 21.15 (per la regia televisiva di Claudia De Toma), è proposta nella versione incompiuta, senza il finale di Franco Alfano. Andata in scena al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, con la direzione di Arturo Toscanini, dopo appena cinque giorni è arrivata a Roma, con i costumi commissionati a Umberto Brunelleschi da Puccini stesso e che non furono utilizzati per la prima scaligera, ma rimasero come modelli esemplari distribuiti dalla casa editrice musicale Ricordi per le repliche successive, a partire proprio da quelle al Teatro Costanzi.
Dopo la prima rappresentazione di martedì 22 marzo in diretta sulle frequenze di Radio3 sono previste ben sei repliche: giovedì 24 e venerdì 25 ore 20; sabato 26 ore 18; domenica 27 ore 16.30; mercoledì 31 e giovedì 31 ore 20.
I consueti appuntamenti che precedono le “prime” al Costanzi sabato 19 marzo (ore 18.00) con l’Anteprima Giovani riservata ai minori di 26 anni e lunedì 21 marzo (ore 20.00) con la “Lezione di Opera” tenuta dal maestro Giovanni Bietti.
In concomitanza delle recite di Turandot, dal 25 marzo al 3 aprile il Museo Nazionale Romano ospita alle Terme di Diocleziano l’opera La Commedia Umana di Ai Weiwei, un enorme lampadario composto da oltre duemila pezzi di vetro soffiato a mano e fuso dai maestri vetrai di Berengo Studio di Murano.
Torna per la stagione di Balletto, dal 25 febbraio al 3 marzo, la formula ormai consueta del trittico dedicato ai lavori di tre grandi nomi della danza contemporanea: quest’anno saranno protagonisti William Forsythe, Johan Inger e Nicolas Blanc. La serata si apre con Herman Schmerman del geniale William Forsythe che sulle musiche di Thom Willems ha creato nel 1992 un balletto senza trama diviso in due atti, con il solo scopo di veder danzare ballerini talentuosi con i costumi disegnati da Gianni Versace. “La prima volta che ho ascoltato la frase Herman Schmerman è stata nel film Il mistero del cadavere scomparso con Steve Martin – spiega Forsythe, parlando della sua coreografia. A mio parere è un titolo affascinante che non significa nulla. Anche questo balletto non significa nulla. È un pezzo sulla danza molto divertente. Si tratta unicamente di ballerini con talento che danzano, e questo è un bene, no?”. Il secondo brano della serata è Walking Mad creato dallo svedese Johan Inger nel 2001 e presentato a Roma nel marzo 2018. È “un viaggio, un viaggio pieno di sorprese e di svolte inattese – racconta il coreografo svedese. – Se lo guardate con attenzione, Walking Mad è un cerchio. Alla fine si ritorna all’inizio, ma qualcosa è cambiato, nello spirito, nell’energia. Siamo andati da qualcosa di colorato a qualcosa di grigio, di statico”. Sulle note del Bolero di Ravel e di Für Alina di Pärt, Inger porta in scena un muro che divide, si muove e si apre generando spiragli di comunicazione. In chiusura From Afar, creazione del coreografo Nicolas Blanc, su musica di Ezio Bosso con le scene di Andrea Miglio e i costumi di Anna Biagiotti. È una storia che mette in relazione presenza e assenza, vicinanza e distanza, come spiega Blanc: “From afar parla di donne e uomini, di un’avventura umana, un’avventura di cuori e anime. Attraverso questo viaggio penso all’effimero della vita, ma anche alla forza vitale dei copri in movimento che seguono la marea oceanica della gloriosa sinfonia di Ezio Bosso”. Musiche su base registrata.
Il Ministro della Cultura Dario Franceschini, a seguito dell’indicazione del Consiglio di Indirizzo del Teatro dell’Opera di Roma, presieduto dal Sindaco Roberto Gualtieri, ha ratificato, in data odierna, la nomina di FrancescoGiambrone come nuovo sovrintendente della Fondazione lirica capitolina.
“Ringrazio il Sindaco e Presidente della Fondazione, il Ministro e il Consiglio di Indirizzo per la fiducia accordatami – ha dichiarato Francesco Giambrone -. Già domani sarò in teatro per assistere alla recita di Schiaccianoci in programma. Sento la responsabilità di assumere la direzione di un teatro che negli anni è profondamente cambiato e si è riposizionato nel panorama nazionale e internazionale grazie alla guida di Carlo Fuortes e al contributo e all’impegno di tutte le sue componenti artistiche, tecniche e amministrative, affrontando le incertezze e le criticità legate alla pandemia in corso con la volontà di non fermarsi, con curiosità e spirito innovativo. Si apre adesso una fase di ascolto e dialogo indispensabile per costruire un progetto condiviso da portare avanti nei prossimi anni. Ascolto del teatro e ascolto della città, con l’obiettivo di realizzare insieme un modello di teatro che possa essere sempre di più attento alla qualità delle proposte culturali e aperto alle esigenze della comunità”.
È stato presentato oggi il prossimo titolo del cartellone del Teatro dell’Opera di Roma: Luisa Miller di Giuseppe Verdiche andrà in scena dall’8 al 17 febbraio per la regia di Damiano Michieletto. La grande novità riguarda il nuovoDirettore musicale. Sul podio è infatti previsto il ritorno di Michele Mariotti che nel maggio 2021, proprio con il Lirico romano, aveva affrontato per la prima volta questo melodramma tragico in tre atti dirigendolo in forma di concerto a porte chiuse, in assenza di pubblico per consentire il distanziamento interpersonale tra gli artisti dell’Orchestra e del Coro a causa del Covid. L’esecuzione era stata trasmessa in streaming gratuito sul canale YouTube ufficiale Operaroma.tv. Alla ‘prima’ di martedì 8 febbraio alle ore 20.00 il Maestro Mariotti dirigerà già investito del titolo di Direttore musicale dell’Opera di Roma, come annunciato oggi nel corso della conferenza stampa dal Sovrintendente Francesco Giambrone alla presenza del Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione Roberto Gualtieri che ha dichiarato: “Sono molto contento di essere qui oggi al Teatro dell’Opera di Roma per presentare questa nuova squadra ed è bellissimo poterlo fare alla vigilia di una grande opera, Luisa Miller, che finalmente il Teatro Costanzi può portare in scena e che è l’opportunità per anticipare l’arrivo alla direzione musicale del Maestro Michele Mariotti. Un grande direttore d’orchestra di livello internazionale che ci onora della sua scelta di svolgere questo ruolo per il Teatro dell’Opera di Roma portando non solo il suo talento e la sua preparazione musicale ma contribuendo a un progetto che, in piena sintonia con il Sovrintendente, vuole sviluppare ancora di più la funzione dell’Opera come grande polo culturale della città, al servizio del Paese e della comunità internazionale. Un polo vivo, di eccellenza, che dovrà intrecciare sempre di più la sua attività con quelle della città e dei suoi municipi. Come amministrazione daremo pieno sostegno a questa progettualità”.
“Sono davvero felice che Michele Mariotti abbia accolto la proposta di divenire da subito il nuovo Direttore Musicale del nostro Teatro. – ha annunciato il Sovrintendente Francesco Giambrone – Dal primo giorno in cui sono arrivato a Roma, il maestro Mariotti era già di fatto il Direttore musicale. Abbiamo da subito parlato anche delle cose che riguardano la vita quotidiana del Teatro, così come è giusto che un Sovrintendente e un Direttore musicale facciano sempre. Lo ringrazio molto perché è un segno importante che un musicista come Mariotti abbia accettato di accompagnare questo Teatro da subito in un nuovo cammino per costruire insieme una nuova storia. Condividiamo la stessa idea di teatro come una casa di tutti e spero che questa visione possa essere una storia bella e importante per il Teatro e per la città”.
“La voglia di cominciare a lavorare in questo teatro era davvero tanta – ha dichiarato il Direttore musicale Michele Mariotti – Per questo con il nuovo Sovrintendente Francesco Giambrone, con il quale c’è stata da subito una profonda sintonia di visione e di intenti, abbiamo deciso di anticipare l’inizio del mio contratto. Avrei dovuto iniziare il prossimo autunno, con Les dialogues des Carmélites di Poulenc che inaugurerà la stagione 2022-2023, e invece parto subito, in questo mese di febbraio e con la Luisa Miller di Verdi, che trova finalmente le scene e il pubblico dopo l’esecuzione in streaming e in forma di concerto dello scorso anno. Ringrazio ancora il precedente Sovrintendente Carlo Fuortes per avermi voluto qui, il Presidente della Fondazione e Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il Sovrintendente Francesco Giambrone per la rinnovata fiducia. Il Costanzi è la mia nuova casa, e ne sono molto felice”.
Con la ‘prima’ di Luisa Miller, martedì 8 febbraio alle ore 20.00, si apre questa nuova strada del Teatro dell’Opera di Roma. Lo spettacolo, un allestimento creato da Damiano Michieletto per l’Opernhaus Zürich e ripreso qui da Andrea Bernard, vede le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti.
A dar voce ai personaggi del libretto di Salvadore Cammarano, tratto da Kabale und Liebe (Intrigo e amore) di Schiller,tornano MichelePertusi (conte di Walter), Antonio Poli (Rodolfo), Daniela Barcellona (Federica) e Roberta Mantegna(Luisa) che erano stati i protagonisti del concerto nel maggio 2021. Completano il cast MarcoSpotti (Wurm), Amartuvshin Enkhbat, che debutta all’Opera di Roma come Miller, e due giovani stelle del progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Irene Savignano (Laura) e Rodrigo Ortiz (Un contadino).
Dopo la prima rappresentazione di martedì 8 febbraio ore 20.00, trasmessa in diretta sulle frequenze di Rai Radio 3, Luisa Miller di Verdi torna in scena giovedì 10, ore 20.00, sabato 12, ore 16.30, martedì 15, ore 20.00 e giovedì 17 febbraio, ore 18.00.
La “prima” di Luisa Miller sarà preceduta dall’anteprima giovani, domenica 6 febbraio alle ore 16.30 e dalla Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti, lunedì 7 alle ore 20.00.